ANNIBALE Padovano (Padoano, Patavino, Patavinus)
Nato a Padova nel 1527, s'ignora tutto sulla sua famiglia, per quanto il Pietrucci lo dica di umili condizioni, così che l'A., secondo la tradizione di quel tempo in uso per gli artisti, venne designato con il solo toponimo. Dedicatosi all'arte organistica, forse sotto la guida di Bertoldo Sperindio, organista della cattedrale, l'A. il 30 nov. 1552 successe a frate Armonio, di cui era stato il supplente, come primo organista alla basilica di S. Marco in Venezia, avendo come collega al secondo organo Girolamo Parabosco.
Non del tutto accettabili sembrano essere le rettifiche dal Benvenuti al Caffi, citate dal Del Valle De Paz, circa la posizione dell'A. come secondo organista. Nei registri dei Procuratori è scritto che l'A. fu l'unico a presentarsi al concorso d'organo in S. Marco e che per l'esito dell'esame e per le buone informazioni del maestra di cappella, Adriano Willaert, e di tutti i cantori "fu eletto a sonar esso organo grande con salario de ducati quaranta all'anno". Considerate la stima che se ne aveva e la meritata celebrità, è presumibile che i Procuratori ritenessero che a lui spettasse la precedenza di primo organista. Inoltre, secondo il Del Valle De Paz, la distinzione fra il primo e il secondo organo dovrebbe considerarsi "come una distinzione numerica, ma non di grado".
Ammalatosi ai primi del 1553, l'A. fu aiutato dai Procuratori che il 12 maggio gli raddoppiarono lo stipendio, oltre le solite gratifiche di Natale e Pasqua; ma tre anni dopo (8 maggio 1556), gli stessi Procuratori gli decretavano una punizione "attesa la inobedienza" in occasione della visita fatta alla basilica da Bona Sforza, regina di Polonia. Il 2 luglio 1557 l'A. fu giudice nel concorso per la nomina di Claudio Merulo al secondo organo, e il 3 febbr. 1563 ricevette, insieme con il Merulo, ancora un aumento di stipendio. In questi anni, divenuto ormai artista famoso e attivo compositore (aveva pubblicato nel 1556 a Venezia per i tipi del Gardano Il primo libro de Ricercari a quattro voci, e nel 1564 Il primo libro de Madrigali a cinque voci), l'A. si assentava spesso dal suo posto di organista, trascurando anche lo strumento. Per questo motivo il 2 novembre 1564, con decreto del Senato, venne proibito all'A. di allontanarsi dal proprio ufficio senza espresso permesso, pena la multa. Il 1º luglio 1565 l'A. entrò come organista, con 25 fiorini mensili di stipendio, alla corte di Carlo II d'Austria a Graz.
Questa notizia data dal Federhofer induce a smentire quella del Caffi, secondo cui l'A. aveva chiesto ai Procuratori - ed ottenuto - il 2 ag. 1565 il permesso di recarsi in Francia (dove, peraltro, non restano sue tracce). Di certo, l'A. lasciò Venezia nel 1564 e definitivamente il posto di organista nella basilica di S. Marco nel 1566.
Alla corte di Graz l'A. apparve come uno dei più rappresentativi compositori della scuola veneziana e le nomine che vi ebbe, dapprima di "obrister musicus" (1567), poi, verso il 1570, di maestro di cappella, testimoniano il suo merito.
Dopo l'edizione a Venezia nel 1567 del Liber Motectorum quinque et sex vocum... Liber Primus e di alcuni madrigali inseriti in raccolte precedenti e coeve, particolarmente degna di ricordo è una Battaglia a otto per sonar d'Instrumenti da Fiato (stampata nei Dialoghi Musicali de diversi ecc.mi autori a sette, otto, nove, dieci undeci & dodeci voci..., Venetia 1590), composta dall'A. in occasione delle nozze di Guglielmo V di Baviera con Renata di Lorena, celebrate a Monaco il 22 febbr. 1568. L'esecuzione strumentale e vocale fu diretta dal maestro di cappella Orlando di Lasso. Al pranzo di gala, alla quarta portata, si fa cenno nel programma ad un pezzo dell'A. a dodici voci, eseguito da sei viole "da brazzo", cinque tromboni, un cornetto e un "regale dolce". Forse, per la stessa circostanza, l'A. compose anche la Messa a 24 voci conservata manoscritta alla Staatsbibliothek di Vienna. Ancora nel 1571, una lettera dell'ambasciatore Ippolito Nuvolono (Nuvolorno) al duca Guglielmo di Mantova, datata da Graz il 19 settembre, informava di un dialogo a sette voci scritto dall'A. in lode dell'arciduca Carlo II d'Austria e di sua moglie Maria di Baviera. Nel 1573 l'A. dedicava a Guglielmo V di Baviera il suo Missarum quinque vocum Liber primus..., edito a Venezia dai figli del Gardano.
L'A. morì a Graz il 15 marzo 1575.
Gli studi recenti hanno reso all'A. un'importanza di primo piano.
Già Vincenzo Galilei, riportando alcune composizioni dell'A. intavolate per liuto nel suo Fronimo, lo diceva "mai abbastanza lodato" e Pietro Della Valle ripeteva al Guidiccioni gli elogi dell'A., valentissimo nel "sonare solo", cioè come organista. All'A. si attribuì, sulla base di una citazione dello Scardeonio, il primato di eseguire nelle grandi feste in S. Marco composizioni per due organi, simultaneamente con il secondo organista (G. Parabosco). Ma se non è possibile confermare tale primato, poiché la precedente pratica strumentale in S. Marco "lascia ammettere l'impiego di due organi contemporaneamente" (Del Valle De Paz) nelle solenni funzioni sacre (e, per quella vocale, si ricordi l'uso del doppio coro, introdotto dal Willaert già da tempo alternando in dialogo e fondendo le due cantorie), è da rilevarsi, invece, l'importanza dell'A. nell'ambito della composizione per organo.
Mosso dalla grande letteratura organistica (J. Buus, A. Willaert, G. Cavazzoni) e grande contrappuntista egli stesso, l'A. si eleva a un maggiore effetto strumentale, valorizzando le infinite possibilità dell'organo, di cui aveva intuito, forse per primo in modo così notevole, il precipuo carattere architettonico. Nei Ricercari (ristampati nel 1588 a Venezia dal Gardano) e Toccate e Ricercari per organo (opera postuma, edita a Venezia dal Gardano nel 1604; tre toccate e due ricercari dell'A., altre cinque toccate non sue) la sua arte appare chiara ed equilibrata. Dalla viva scrittura dell'A. si può scorgere già la tendenza alla organicità della forma e al carattere espressivo del pezzo, le cui conquiste ascenderanno con A. Gabrieli e specie col Merulo, fino alla più alta efflorescenza con G. Frescobaldi.
Oltre alle opere sopra citate, rimangono dell'A. diverse composizioni vocali nelle antiche raccolte sacre e profane, altre, manoscritte, nelle principali biblioteche europee, specialmente tedesche, alle quali si aggiungono O altitudo divitiarum, a otto; Domine a lingua dolosa, a otto; Kyrie, a otto nell'Archivio del duomo di Treviso (Ms. 39), e, stampato, un mottetto in Il secondo Libro de Intavolatura di Liuto di Giovanni Antonio Terzi da Bergamo. Nella quale si contengono Fantasie, Motetti, Canzoni, Madrigali, Pass'e mezi & Balli, In Venetia, appresso Giacomo Vincenti, 1599. Per la completa bibliografia di tutte le opere dell'A. e delle edizioni moderne, si veda il lavoro del Del Valle De Paz.
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