STABILE, Annibale
– Nacque forse a Napoli nel quinto decennio del XVI secolo: «napolitano» lo qualificano alcuni documenti (Casimiri, 1942, p. 105), napoletana era la famiglia d’origine, a Napoli nacque Pompeo, fratello o parente, musicista anch’egli. La definizione «romanus» presente in alcuni documenti (Lightbourne, 2004, p. 283 n. 4), potrebbe indicare la naturalizzazione romana della famiglia o, più probabilmente, in seguito alla consacrazione, l’appartenenza al clero di Roma (Casimiri, 1942, p. 106). Il trasferimento sul Tevere dovette avvenire già nella prima infanzia.
Tra il 1544 e il 1545 un Annibale figura tra i putti cantori nei registri della cappella di S. Giovanni in Laterano; e dal dicembre del 1555 a tutto il 1556 viene annotato un «Annibale contralto»: ma è più probabile che si tratti di Annibale Zoilo (cfr. Lightbourne, 1994, p. 28). L’unico appiglio si ricava dalla dedicatoria di un libro di Letaniae, oggi perduto ma risalente al 1592 (una ristampa dell’omonimo libro del 1583?), in cui Stabile «confessa di dovere tutto all’insigne suo maestro Giovanni Pellestrina», ossia il Palestrina, maestro della cappella lateranense proprio nel 1555 (Baini, 1828, II, p. 23 n. 455). Al 1572 risale la prima opera a stampa, Il primo libro de madrigali a cinque voci (Venezia, Gardano, 1572), con dedica a Orazio Mandosio, giureconsulto romano, cui è indirizzato il madrigale d’apertura, un’ottava rima («Mandosio, per mostrar qual entro sia / del grato animo mio caldo l’affetto»; il madrigale manca nella ristampa del 1586). Tra gli autori dei versi (in prevalenza sonetti in due parti) si segnalano Francesco Beccuti, Antonio Brocardo, Giovanni della Casa, Veronica Gambara, Francesco Petrarca, Bernardo Tasso.
Stabile venne nominato maestro di cappella in Laterano l’11 ottobre 1575, posto che tenne fino al 6 gennaio 1578 (Lightbourne, 1994, p. 19). Non è certa la data in cui, tra luglio del 1578 e dicembre del 1580, assunse la medesima mansione nel Collegio germanico-ungarico, un seminario retto da gesuiti e collegato alla basilica di S. Apollinare (Culley, 1970, pp. 48-50). Sotto la sua reggenza la chiesa fu apprezzata in Roma proprio per la bellezza delle musiche che accompagnavano gli uffici liturgici nelle festività (p. 86).
Il 28 agosto 1580 Gregorio XIII elargì a Stabile un beneficio ecclesiastico, provvedendolo della rettoria della chiesa di S. Lorenzo di Collalto nelle Marche (appartenente allora alla diocesi di Nocera), che, senza peraltro imporgli di risiedervi, lo dotava di una discreta pensione annua. Nel documento che lo attesta, Annibale è definito «clerico romano»: aveva probabilmente già ricevuto gli ordini minori; il 15 e il 22 luglio 1582 ricevette infine l’ordinazione diaconale e presbiterale, divenendo a tutti gli effetti sacerdote.
La quasi totalità delle musiche di Stabile uscite a stampa coincide con gli anni d’impegno nel Collegio germanico. Nel 1580 pubblicò un primo libro di mottetti a cinque voci, Sacrarum modulationum vulgo motettorum [...] liber unus (Venezia, Gardano), dedicato al pontefice; l’anno dopo, assieme al cantore pontificio Giovanni Maria Nanino, allestì una nuova raccolta di Madrigali a cinque voci (Venezia, Gardano, 1581), partecipandovi con sette madrigali (su diciassette), su versi di Ottaviano Salvi, Pietro Barignano, Luigi Tansillo, Petrarca e Sannazzaro; la raccolta è dedicata all’erudito antiquario e melomane Lelio Pasqualini.
Nel 1583 pubblicò le Letaniae Beatae Mariae Virginis et nominis Jesu, una cum quatuor antiphonis, quae post officium dicuntur a otto voci (Roma, Gardano; l’unico esemplare superstite, frammentario, non ha dedica); nel 1585, un secondo libro di Sacrarum modulationum a cinque, sei e otto voci (Venezia, Gardano), dedicato a Sisto V, e il Terzo libro de madrigali a cinque voci (Venezia, Scotto, 1585; del secondo libro non si ha notizia), dedicato a Giovan Battista Santoni, vescovo di Alife e maggiordomo di Sisto V, su rime di Ettore Falconio, Giovanni Guidiccioni, Petrarca e Bernardo Tasso. Un terzo libro di Sacrarum modulationum a cinque, sei e otto voci (Venezia, Gardano, 1589) fu dedicato al cardinale Scipione Gonzaga; dalla dedicatoria traspare un rapporto con il cardinale Ippolito d’Este e le attività del suo cenacolo artistico nella villa di Tivoli (Lightbourne, 1994, pp. 328 s.). Infine, nel 1590 uscì un Hymnus quatuor vocum de gloria Paradisi Petri Damiani cardinalis Ostiensis, ex dictis D. Augustini (Dillingen, Johann Mayer, 1590), pubblicato senza dedica. Fu questa l’ultima opera uscita a stampa sotto il suo nome; nel frontespizio Stabile si definiva ancora «in alma Urbe Collegii Germanici musicae magister».
L’ipotesi di un primo viaggio in Polonia, tra il febbraio del 1590 e il febbraio del 1591, data in alcune biografie, non è convalidata dalle fonti. Il 18 (o 19) febbraio 1591 Stabile divenne maestro di cappella in S. Maria Maggiore a Roma, officio che mantenne fino al dicembre del 1594 o gennaio del 1595. Un secondo beneficio ecclesiastico gli venne elargito alla fine del marzo del 1592 (Lightbourne, 1994, p. 20). Per il 13 febbraio 1595 è documentata la sua partenza alla volta di Cracovia, reclutato da Sigismondo III Vasa, re di Polonia, assieme ad altri sedici musicisti, per rilanciare la cappella musicale di corte (Przybyszewska-Jarmińska, 2001, p. 90); a propiziare il trasferimento polacco fu forse il cardinale Alessandro Peretti Montalto, già mecenate di Pompeo Stabile e protettore della nazione polacca. Non si sa tuttavia se Annibale abbia avuto il tempo di svolgere tale compito, giacché il 6 maggio il sovrano era alla ricerca di un sostituto per la sopravvenuta morte del musicista. Annibale è comunque rappresentato nella collettanea regia Melodiae sacrae [...] quatuor celeberrimorum musices moderatorum, sere.mi ac poten.mi Poloniae [...] regis, Sigismundi Tertii, nec non aliquot aliorum praesentis capellae praestantium musicorum (Cracovia, Skalski, 1604), dedicata dal musico romano Vincenzo Gigli all’arciduca Ferdinando d’Asburgo, cognato di Sigismondo.
Morì in Polonia, nell’aprile del 1595; la data è confermata dal Registrum bullarum (1593-95) nell’Archivio della curia vescovile di Nocera: una bolla di Clemente VIII, a seguito del decesso di Stabile occorso in quel mese, ne trasferì il beneficio al musicista Felice Anerio.
Membro della Compagnia dei musici di Roma, la congregazione istituita da Sisto V nel 1585, Stabile aveva partecipato alla composizione della messa Cantantibus organis in onore del Palestrina, per tre cori, con il primo Kyrie e la prima parte del Credo (fino all’Et resurrexit escluso; ed. modificata a cura di R. Casimiri, Roma 1930). L’ammirazione per il Palestrina è dimostrata dall’evidente affinità nella tecnica compositiva adottata da Stabile nei mottetti. Una forma di omaggio e riconoscenza può considerarsi anche la Missa Vestiva i colli, composta a imitazione del più noto dei madrigali palestriniani, tradita, con la Missa Ung gay bergier a imitazione di Thomas Crecquillon, in un manoscritto conservato nell’Archivio dell’arcidiocesi di Varsavia (ed. modificata a cura di T. Maciejewski, Warszawa, 1979).
Vari mottetti e madrigali, sia inediti sia già stampati, apparvero in collettanee e in florilegi pubblicati fin dopo la sua morte. Tra le collettanee madrigalistiche vanno ricordate almeno le seguenti: Dolci affetti [...] de diversi eccellenti musici di Roma a cinque voci (Venezia, Scotto, 1582); Il lauro secco a cinque voci (Ferrara, Baldini, 1582); Ghirlanda di fioretti musicali [...] con l’intavolatura del cimbalo et liuto a tre voci (Roma, Verovio, 1589); Canzonette [...] con l’intavolatura del cimbalo et del liuto a quattro voci (Roma, Verovio, 1591), in cui Annibale appare accanto a Pompeo. I mottetti comparvero principalmente in florilegi transalpini (Lightbourne, 1994, pp. 331-346, 367-377), a partire dalle Harmoniae miscellae cantionum sacrarum a cura di Leonhard Lechner (Norimberga, Gerlach, 1583). Il Thesaurus litaniarum curato da Georg Victorinus (Monaco, Berg, 1596) è la prima antologia in cui comparve postumo un mottetto di Stabile; ma l’interesse per il maestro romano si esaurì solo nel 1621, con due brani inclusi nella Florilegii musici Portensis [...] pars altera a cura di Erhard Bodenschatz (Lipsia, Lamberg). Parecchi mottetti furono anche tramandati in manoscritti miscellanei (Lightbourne, 1994, pp. 346-366, 377-380), tra i quali i codici lateranensi 58 e 61 (oggi nell’Archivio storico del Vicariato di Roma).
Pompeo, figlio di Girolamo e parente di Annibale (fratello consanguineo?), nacque a Napoli intorno al 1564, presumibilmente nella parrocchia di S. Maria a Piazza. Nel 1591 sposò Giustiniana di Sangro, nipote di Giovan Francesco duca di Torremaggiore, morta a Traetto nell’agosto del 1608; il 22 aprile 1609 Pompeo sposò Caterina di Palma, da cui ebbe un figlio, Girolamo (cfr. D’Alessandro, 2018, pp. 64-66; Id., in corso di stampa).
Verso il 1581 cominciò a studiare legge presso l’Università di Napoli. In simultanea (con certezza tra il 18 luglio 1582 e l’8 ottobre 1583) fu organista nella S. Casa dell’Annunziata, istituzione per la quale lavorarono molti illustri musicisti napoletani; ma non essendogli riconosciute grandi doti musicali, venne ben presto rimpiazzato. Nel 1583 si trasferì all’Università di Roma, forse anche in seguito alla morte del padre e favorito dalla presenza di Annibale nel Collegio germanico. Nel 1585 fu in Genova al servizio del musicofilo Michele Imperiale, marchese d’Oria, cui dedicò il Primo libro de madrigali a sei voci (Venezia, Gardano, 1585), intessuto quasi interamente di versi di Sannazzaro, dalle rime e dall’Arcadia. A questa raccolta di tredici madrigali – uno è di Annibale – appartiene il brano Ben può di sua ruina esser contento (seconda parte del sonetto Icaro cadde qui, quest’onde il sanno, di Sannazzaro) che il Caravaggio ritrasse nei suoi ‘musici’ (oggi a New York, Metropolitan Museum; D’Alessandro, 2018, pp. 57-72, con ed. della musica). Nello stesso anno, altri due madrigali di Pompeo comparvero nel Settimo libro de madrigali a cinque voci di Giovan Leonardo Primavera (Venezia, Gardano).
Il 7 febbraio 1586 Pompeo conseguì infine la laurea in diritto civile e canonico all’Università di Pisa. Impiegato dapprima negli uffici del Ducato di Civitanova nelle Marche, ebbe incarichi e nomine di rilievo grazie al rapporto con il cardinale Montalto, nipote di Sisto V e governatore perpetuo di Fermo (Chater, 1987, p. 189; Hill, 1997, I, p. 42). Nel 1588 entrò al servizio di Andreana Carafa, duchessa di Torremaggiore; l’anno dopo fu fatto cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro da Carlo Emanuele I, duca di Savoia. Nel 1591 una sua canzonetta a quattro voci comparve nella citata raccolta di Simone Verovio in Roma. Dopo il 1591 è attestato il suo rientro a Napoli; nel 1593 comprò casa al borgo dei Vergini, pur risiedendo a S. Biagio Maggiore.
Morì nel 1613 ad Avella, nella diocesi di Nola in bassa Irpinia, nel ruolo di governatore feudale per conto del principe Carlo I Doria del Carretto. Il testamento in favore dei congiunti – al figlio lasciò tra le altre cose il suo cembalo – fu aperto il 26 dicembre; la morte era avvenuta il giorno di Natale. Fu sepolto nella chiesa del convento francescano avellano della Ss. Annunziata.
Fonti e Bibl.: G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, II, Roma 1828, p. 23 n. 455; R. Casimiri, “Disciplina musicae” e “mastri di capella” dopo il Concilio di Trento nei maggiori istituti ecclesiastici di Roma, in Note d’archivio per la storia musicale, XIX (1942), pp. 103-107; T.D. Culley, Jesuits and music, I: A study of the musicians connected with the German College in Rome during the 17th century and of their activities in northern Europe, Rome-St. Louis 1970, ad ind.; J. Gołos, Liber missarum z archiwum kapituły warszawskiej (Un libro di messe dall’archivio capitolare di Varsavia), in Muzyka, XVIII (1973), 1, pp. 40-55; P. Ludwig, Studien zum Motettenschaffen der Schüler Palestrinas, Regensburg 1986, ad ind.; J. Chater, Musical patronage in Rome at the turn of seventeenth century: the case of cardinal Montalto, in Studi musicali, XVI (1987), p. 189; D.E. Hall, A. S. and the Italian madrigal, in East meets West: homage to Edgar C. Knowlton, Jr., a cura di R.L. Hadlich - J.D. Ellsworth, Honolulu 1988, pp. 84-104; J. Gołos, Nieznane dzieła Annibala Stabile (Le opere sconosciute di A. S.), in Pagine. Polsko-włoskie materiały muzyczne / Argomenti musicali polacco-italiani, 5, a cura di M. Bristiger, Kraków-Warszawa 1989, pp. 363-365; R. Lightbourne, A. S.: a man of no little repute among the masters of music, diss., University of Otago, Dunedin 1994; J.W. Hill, Roman monody, cantata, and opera from the circles around cardinal Montalto, I, Oxford 1997, p. 42; M. Pielech, Do repertuaru kapel wawelskich. Starodruki muzyczne zachowane w archiwum Katedry Wawelskiej (Sul repertorio della cappella del Wawel. Antiche stampe musicali conservate nell’archivio della cattedrale di Wawel), in Muzyka, XLVI (2001), 2, pp. 60, 76-80; B. Przybyszewska-Jarmińska, A. S. i początki włoskiej kapeli Zygmunta III Wazy (A. S. e l’inizio della cappella italiana di Sigismondo III Vasa), in Muzyka, ibid., pp. 91-99; Ead., S., Marenzio, Gabussi e Pacelli, i primi maestri di cappella italiani alla corte polacca, in Hortus Musicus, II (2001), 7, pp. 89-91; M. Danckwardt, Annibale Stabiles “Hymnus de gloria paradisi” (Dillingen 1590), in Neues musikwissenschaftliches Jahrbuch, XI (2002-2003), pp. 167-185 (alle pp. 187-230 l’edizione dell’Hymnus a cura di E. Böhringer); R. Lightbourne, A. S. and performance practice at two Roman institutions, in Early music, XXXII (2004), pp. 271-285; P. Ackermann, S., in MGG Online, 2006, https:// www.mgg-online.com/mgg/ stable/13140 (15 settembre 2018); P. Barbieri, Music-selling in seventeenth-century Rome: three new inventories from Franzini’s bookshops 1621, 1633, 1686, in Recercare, XXIII (2011), App. I, nn. 183, 186, App. II, n. 172; D.A. D’Alessandro, Un madrigale napoletano per Caravaggio. Novità sui “Musici” Del Monte, in Ricerche sull’arte a Napoli in età moderna. Saggi e documenti 2017-2018, Napoli 2018, pp. 51-85; B. Przybyszewska-Jarmińska, “The Swedish mission” of Adam Steinhallen and two other priests from the Collegium Germanicum and its impact on music at the court of Sigismund III Vasa in the late 16th and early 17th centuries, in Universalia et particularia. Ars et praxis Societatis Jesu in Polonia, a cura di B. Bohdanowicz - T. Jeż, Warszawa 2018, pp. 62, 69; D.A. D’Alessandro, Mecenati e mecenatismo nella vita musicale napoletana del Seicento, in Storia della musica e dello spettacolo a Napoli. Il Seicento, a cura di F. Cotticelli - P. Maione, Napoli in corso di stampa.