ANNONA
L'approvvigionamento del grano nell'antica Roma ebbe tale importanza che venne personificato il concetto di tale ammasso e dell'istituzione statale che ad esso presiedeva in una divinità, A., alla quale vennero anche erette statue, come dimostrano molte epigrafi che ce ne serbano il ricordo.
Poiché spesso gli attributi di A. si confondono con quelli di Cerere e della Fortuna, non è facile identificarla quando non ci soccorra la indicazione del nome. La sua più certa rappresentazione è nelle monete: ivi A. ci appare per la prima volta in un sesterzio di Nerone in una complessa figurazione: la dea è rappresentata stante, diademata, avvolta in un sottile chitone ed in un manto, con la cornucopia nella sinistra; di fronte le siede Cerere, e tra le due dee è un'ara inghirlandata su cui poggia il modio per la misurazione del grano; nello sfondo si scorge la prua di una nave annonaria. Tale conio, di un'armonica plasticità, è adoperato anche da altri imperatori. Sola o unita ad altre divinità, A. compare costantemente nella monetazione di quasi tutti gli imperatori, sempre come matrona (stante o seduta) ed ha come attributi il modio colmo di spighe, la prua di una nave, la cornucopia; ma in taluni casi non ha alcun contrassegno e soltanto la leggenda la distingue da altre figurazioni. Talora sostiene una statuetta dell'Aequitas o della Libertas, talaltra ha l'ancora e il timone. La si è voluta riconoscere anche in un rilievo dell'ara funebre di un certo Pallantianus (Museo Chiaramonti, C.I.L., VI, 8470), ma con qualche difficoltà. Potrebbe essere A. una grande statua del IV sec. d. C. rinvenuta nella casa cosiddetta della Fortuna Annonaria di Ostia: A. è seduta, con corona turrita sul capo e con la mano sinistra poggiata su una gran cornucopia.
Bibl: Dict. Ant., I, p. 278, s. v.; G. Wissowa, in Roscher, I, cc. 360-361, s. v.; S. W. Stevenson, Dictionary of Romain Coins, s. v.; F. Gnecchi, Personificazioni allegoriche sulle monete imperiali, in Riv. It. Numismatica, XVIII, 1905, p. 363 ss.; F. Wirth, Röm. Wandmalerei, Berlino 1934, p. 210, fig. 104.