anonimizzazione
s. f. Il rendere anonimo; il ridurre a una condizione di anonimato, di invisibilità.
• Si continua a pensare che si può servire la Chiesa anche solo pulendo la casa o i locali comunitari. Così si costruisce la vita comunitaria in una pratica di marginalizzazione e di «anonimizzazione» delle donne. Purtroppo in Sicilia sono poche le donne mobilitate e impegnate per una emancipazione ed una liberazione sul piano religioso. (Rosario Giuè, Repubblica, 7 marzo 2009, Palermo, p. I) • Ora i diritti dei donatori saranno garantiti meglio? «La strada da percorrere è appena iniziata: non tanto per il caso Lacks, ma per rivedere l’etica della ricerca su informazioni e materiali biologici. Ancora più dopo che si è accertato che anche dati genetici anonimi possono essere identificati. Anonimizzazione e privacy, scudo retorico di una visione che voleva la scienza separata dalla società, vanno ripensati per una reale collaborazione» (Mariachiara Tallacchini intervistata da En[rico] Ne[grotti], Avvenire, 6 novembre 2013, p. 23, Agorà) • Per l’articolo 46 si arriva invece a ipotizzare «l’esigenza di espungere dal testo» le novità. La riforma prevede infatti l’obbligo di cancellare da tutte le sentenze i dati personali, con l’eccezione di quelle dei giudici e degli avvocati. L’«anonimizzazione totale», che sostituisce quella oggi imposta quando la chiede una delle parti o il giudice, quando c’è in gioco l’identità di minori, i rapporti famigliari o la salute, non è però prevista in alcun punto della delega, e potrebbe soffocare di lavoro aggiuntivo le cancellerie danneggiando «l’efficacia e la speditezza» della giustizia. (Gianni Trovati, Sole 24 Ore, 13 aprile 2016, p. 40, Norme e tributi).
- Derivato dal v. tr. anonimizzare con l’aggiunta del suffisso -zione.
- Già attestato nell’Unità del 18 febbraio 1982, p. 10, Libri (Giancarlo Angeloni).