ANORMALE (composto ibrido di ἀ privativo e norma)
Nel campo della psicologia e della pedagogia, questo termine assume uno speciale valore tecnico. Nella concezione positivistica esso trova il suo preciso valore, in quanto solo in essa è rigorosamente concepibile una "norma", una legge fissa, da cui gl'individui che ne sono governati possono più o meno scostarsi, e pei quali si rendono quindi necessarî metodi educativi diversi dai soliti, e cioè rispondenti alle relative anomalie organiche e psicologiche. Da parte idealistica, principalmente nell'epoca nostra e in Italia, negando ai concetti di "norma" e quindi di "anormalità" un presunto valore oggettivo e assoluto, e rilevando come essi invece non risultino se non da processi di semplificazione e astrazione rispetto alle singole individualità concrete, si è voluto soprattutto avvertire come i metodi didattici, che sorgono dall'accettazione del concetto di anormale, importino una maggiore rigidità meccanica nell'educazione, già assai meccanicizzata dalla pedagogia positivistica, e ancora più allontanino la possibilità di intuire l'anima dell'educando nella sua singola e pur piena concretezza.
Questa polemica non esclude d'altra parte che, considerato nei suoi limiti, sul terreno della classificazione empirica, il concetto di anormale non possa mantenere il suo grado d'utilità. In questo senso, il concetto viene adoperato soprattutto nel campo della psicopatologia infantile, dove la designazione generica di fanciulli anormali comprende varie categorie. Vi sono così gli anormali sensoriali e della loquela (fanciulli ciechi, sordomuti, balbuzienti, blesi ed affini) e gli anormali psichici. Quest'ultima categoria comprende fanciulli, nei quali la particolare loro condizione mentale non è temporanea e non è legata a ragioni scolastiche, ad abbandono familiare, a motivi morbosi transitorî, ma deve esser fatta risalire. a condizioni biopatiche o cerebropatiche. "Sono", osserva S. De Sanctis, "di rado ammalati attualmente, ma piuttosto affetti da residuo di sofferte malattie o guariti con difetto, ovvero costituzionali, in genere non pericolosi per sé stessi e gli altri e quindi non ospedalizzabili e presuntivamente educabili e suscettibili di miglioramento". Perciò, di fronte a questi fanciulli, nonostante la gravità delle loro condizioni, è doveroso tentare e lecito sperare di raggiungere, in limiti più o meno vasti, quella "bonifica", cui con unità di intenti e molteplicità di mezzi mira pure il Pende nell'azione ortogenetica dei suoi istituti. Per l'assistenza medico-pedagogica di siffatti fanciulli si provvede con varie istituzioni scolastiche e parascolastiche (scuole autonome, istituti medico-pedagogici), mentre per i frenastenici più gravi (imbecilli, idioti) è necessario il ricovero in manicomio, in conformità, anche, a quanto dispone la legge 1904 sugli alienati. I fanciulli anormali psichici possono venire separati in due categorie fondamentali. Nella prima rientrano quelli caratterizzati prevalentemente da alterazioni dell'intelligenza; nella seconda quelli che si distinguono per anormalità del carattere, mancanza di equilibrio psichico, impulsività, ecc. Generalmente i primi vengono chiamati deboli di mente, mentre i secondi sono detti instabili. Tali denominazioni potrebbero essere suscettibili di critica, ma il loro significato pratico è indiscusso e, anche per ciò, sono oramai ammesse da tutti. È per altro necessario avvertire che, accanto alle due categorie, si deve praticamente riconoscerne una terza, costituita degli anormali psichici misti, ossia di quelli che hanno contemporaneamente deficienza intellettiva e instabilità (ma per tutto ciò, più ampiamente, v. deficiente).
Questa classificazione si riferisce specialmente ai fanciulli anormali considerati nei riguardi della loro educabilità. Nel gruppo dei fanciulli anormali bisogna altresì aver presenti i fanciulli affetti da forme nevrosiche, i fanciulli suicidi ed i minorenni delinquenti (v. delinquenza). Non tutti i giovani compresi in queste ultime categorie possono però trovar posto tra i veri anormali. Non piccolo numero, di fatto, rientra nel gruppo costituito dai "falsi anormali" o, come qualcuno preferisce chiamarli, "normali difettosi". Sono questi giovani, nei quali il "difetto" dipende da abbandono fisico o morale, oppure da cause morbose comuni, che non permettono loro di progredire negli studî, ma che, nello stesso tempo, sono di carattere temporaneo e riparabile. "I falsi anormali, dice il De Sanctis, sono il prodotto quasi sempre di cause estrinseche e di una temporanea miseria fisiologica". Sicché la formula etiologica del falso anormale potrebbe enunciarsi così: eredità pura o leggermente gravata; malattie comuni diverse in atto o sofferte di recente; frequenti disendocrinie; influenza dominante dei fattori ambientali (familiari e sociali). Per l'educazione di questi ultimi fanciulli si tende, di solito, a provvedere con le classi differenziali.