ANOSSIEMIA
. Deficienza di ossigeno nel sangue dovuta: 1) a deficiente ossigenazione nei polmoni per: a) diminuzione della tensione parziale dell'ossigeno nell'aria respirata; b) ostacoli alla penetrazione e diffusione dell'aria nell'albero respiratorio; c) comunicazione fra la sezione destra e quella sinistra del cuore (persistenza per es. del dotto di Botallo) per cui una parte del sangue, sfuggendo al circolo polmonare, viene sottratta alla ossigenazione; 2) a cause anemiche: in tal caso la tensione dell'ossigeno nel sangue è normale, ma essendo diminuita la quantità di emoglobina è diminuita conseguentemente la quantità totale di ossigeno che il sangue può trasportare; nell'avvelenamento da ossido di carbonio si ha anossiemia perché esso sostituisce l'ossigeno nella sua combinazione con l'emoglobina; 3) a stasi sanguigna per cui il sangue permanendo più a lungo in seno ai tessuti, viene depauperato di una maggiore quantità di ossigeno.
Gli effetti dell'anossiemia riguardano: a) il respiro, per cui si può avere aumento di intensità e frequenza degli atti respiratorî, respiro periodico o di Cheyne-Stokes, respiro superficiale; b) il cervello, per cui può aversi apatia, depressione generale, cefalea, fenomeni allucinatorî, sonnolenza, perdita di coscienza a cui può seguire la morte. Altri disturbi si possono avere a carico dell'apparato circolatorio, di quello digerente, della cute e delle mucose. Si verificano anche modificazioni che hanno significato e valore di compenso: così se lo stato anossiemico è durevole si ha nel sangue aumento del numero dei globuli rossi e quindi dell'emoglobina necessaria al trasporto dell'ossigeno.
Un'anossiemia tra le più indagate è quella che si verifica nelle ascensioni ad alta quota (v. altitudini, Male delle, in II, p. 710 e aviatore: Malattie professionali, in questa App.). I disturbi anossiemici vengono prevenuti o eliminati somministrando ossigeno o anche miscele di ossigeno e anidride carbonica.