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ANOVELO da Imbonate

di L. Cogliati Arano - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)
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ANOVELO da Imbonate

L. Cogliati Arano

Miniatore attivo in Lombardia tra la fine del 14° e gli inizi del 15° secolo. A. è uno dei pochi miniatori di epoca gotica di cui si conservi un'opera firmata e datata: la c. 153v, con il Padre Eterno nella mandorla circondato dai simboli degli evangelisti, del Messale Ambrosiano (lat. 6) della Bibl. Capitolare di S. Ambrogio a Milano, donato alla basilica da Gian Galeazzo Visconti, che qui fu incoronato duca nel 1395. A. miniò anche, a piena pagina, l'Incoronazione del Visconti (c. 8) e presiedette inoltre alla decorazione dell'intero codice, che è sostanzialmente unitaria e quindi da ascrivere al miniatore stesso e alla sua bottega. In quest'ultima tuttavia spicca un miniatore che si può denominare Maestro dei Crocifissi al quale è da attribuire la c. 156v con la Crocifissione, miniata a piena pagina. Allo stesso maestro è possibile riferire una Crocifissione a fresco, recentemente rinvenuta nella chiesa di S. Marco a Milano, dove un incisivo ritratto di prelato riconduce a un altro ritratto miniato sul Messale di S. Tecla (Milano, Bibl. Capitolare Metropolitana, D.I.2.), le cui miniature sono concordemente ascritte ad A., a eccezione del ritratto citato, già espunto da Toesca (1912); dalla decorazione di A. bisognerà tuttavia espungere anche la c. 78v, da riferire anch'essa al Maestro dei Crocifissi. Questa carta reca una singolare indicazione: nel margine inferiore, alla decorazione vegetale è aggiunta una Crocifissione, rappresentata come un piccolo quadro, che è possibile interpretare come una firma simbolica del miniatore, che ha voluto ricordare di essere anche pittore. A questo maestro si può inoltre ascrivere la Crocifissione di un altro messale ambrosiano (Milano, Bibl. Ambrosiana, E. 18 inf.; Cogliati Arano, 1970, p. 423), già riferita ad A. da Salmi (1955, p. 779), e la tavoletta con la Crocifissione di S. Giorgio in Palazzo a Milano, già riferita ad A. da Toesca (1912, p. 331, fig. 257).Ad A. vanno riferiti altri tre codici: la Leggenda dei ss. Aimo e Vermondo (Milano, Bibl. Trivulziana, 509) e due manoscritti con opere di Lucano (Parigi, BN, lat. 8043 e lat. 8042). Evidentemente due diversi committenti avevano ordinato ad A. la decorazione dello stesso testo; anche l'amanuense è la stessa persona. La decorazione presenta molte varianti. È molto probabile che i tre manoscritti profani precedano nel tempo i due messali; per i caratteri stilistici essi sono databili agli anni tra il 1380 e il 1395, se si accettano come punto di riferimento i manoscritti lat. 757 e Smith-Lesoüeff 22 della Bibliothèque Nationale di Parigi (dove la tavola pascale inizia al 1380), realizzati nella bottega dove è molto probabile che A. abbia fatto il suo apprendistato (Cogliati Arano, 1970, p. 423). Dopo un nuovo esame del Messale dell'Incoronazione bisogna rettificare la lettura della data riportata dalla c. 295r: si tratta di una correzione in 1370 della sottostante data 1400, che ben concorda con il tempo della decorazione. La data è scritta in rosso in numeri romani; l'inchiostro originale ha una colorazione leggermente diversa da quella con cui è stata fatta la correzione sulla rasura. L'ipotesi che il codice possa essere stato scritto nel 1370 è smentita inoltre dal fatto che lo scriba Fazio de Castoldi aveva allora undici anni (Amiet, 1960). L'ultima data nota per l'attività di A. concerne il Messale di S. Tecla, per cui il miniatore fu pagato nel 1402 (Toesca, 1907, p. 195).Con la distinzione tra A. e il Maestro dei Crocifissi la fisionomia del miniatore lombardo si chiarisce: garbatissimo narratore, ha una fresca tavolozza in cui prevalgono le delicate cromie tipiche del gusto cortese lombardo, sempre sensibile alla lucente lievità cromatica di Giovannino de Grassi, che tuttavia non viene mai raggiunta. Alla mano di A. non sembrano riconducibili carte dei Tacuina e della Historia Plantarum (Roma, Casanat., 459), come ha proposto Cipriani (1961).

Bibl.: J. Bradley, A dictionary of miniaturists, illustrators, calligraphers and copysts, I, London 1887 (rist. anast. New York 1958), pp. 48-49; J. von Schlosser, Ein veronesisches Bilderbuch, und die höfische Kunst des XIV. Jahrhunderts, JKhSWien 16, 1895, pp. 144-231: 179; P. Toesca, Di alcuni miniatori lombardi della fine del Trecento, Arte 10, 1907, pp. 184-196; id., La pittura e la miniatura in Lombardia, Milano 1912 (Torino 19873), pp. 327-331, 355, 360, 369; J. Dominguez Bordona, Manuscritos con Pinturas, Madrid 1933, p. 252, n. 601; E. Pellegrin, Portraits de Galéas II Visconti, Seigneur de Milan, Scriptorium 8, 1954, pp. 113-115; M. Salmi, La pittura e la miniatura gotiche, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 765-797; id., La miniatura italiana, Milano 1956, p. 42; Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza, cat., Milano 1958, pp. XXVII, 41-43; R. Amiet, La tradition manuscrite du Missel Ambrosien, Scriptorium 14, 1960, pp. 16-60: 39-44; R. Cipriani, s.v. Anovelo da Imbonate, in DBI, III, 1961, pp. 359-360 (con bibl.); A. Quazza, Miniature lombarde intorno al 1380, BArte, s.V, 50, 1965, pp. 67-72: 68-69, n. 13; A. Ottino Della Chiesa, L'Arte in San Giorgio, in San Giorgio al Palazzo: note illustrative, a cura di C. Marcora, Milano 1968, pp. 85-89; E. Pellegrin, La Bibliothèque des Visconti et des Sforza. Supplément, Firenze 1969, pp. 6, 31-32; L. Cogliati Arano, Miniature Lombarde, Milano 1970, pp. 414, 420-421, 423; id., Due libri d'ore lombardi eseguiti verso il 1380, Arte Lombarda 15, 1970, pp. 37-44: 42; M. Levi D'Ancona, The Wildenstein collection of illuminations: the lombard school, Firenze 1970, p. 3; O. Pächt, J. J. G. Alexander, Illuminated Manuscripts in the Bodleyan Library Oxford, II, Oxford 1970, p. 19, tavv. XVII-XVIII; J. Treuherz, The border decoration of milanese manuscripts 1350-1420, Arte Lombarda 17, 1972, pp. 71-82; G. Bologna, Miniature lombarde della Biblioteca Trivulziana, Milano 1973, p. 18; id., Leggende lombarde, Aimo e Vermondo di Meda - Il Codice Trivulziano 509, Milano 1982; Dix siècles d'enluminure italienne, a cura di F. Avril, cat., Paris 1984; A. Cadei, Studi di miniatura lombarda: Giovannino de Grassi, Belbello da Pavia, Roma 1984; id., Ricognizioni nella ''Historia Plantarum'' della Biblioteca Casanatense di Roma, in Yetwart Arslan. Una scuola di storici dell'arte, "Atti della giornata di studi, Venezia 1983", Venezia 1985, pp. 27-46; L. Stefani, Per una storia della miniatura lombarda da Giovannino de Grassi alla scuola cremonese della II metà del Quattrocento: appunti bibliografici, in La miniatura italiana tra Gotico e Rinascimento, "Atti del II Congresso di storia della miniatura italiana, Cortona 1982", Firenze 1985, II, pp. 823-874; L. Cogliati Arano, Introduzione alle miniature, in Maria ieri e oggi, Milano 1986, pp. 22-23; id., scheda VIII, ivi, pp. 312-313; A. Ottolini, scheda X, ivi, pp. 313-314; L. Cogliati Arano, La data del ''Messale Ambrosiano'' di Anovelo e il ''Maestro dei Crocifissi'', Arte Documento 2, 1988, pp. 62-65.L. Cogliati Arano

Vedi anche
Giovanni di Balduccio Scultore pisano (sec. 14º); nel 1317-18 lavorava alla cattedrale di Pisa. Più tardi fece in S. Francesco di Sarzana la tomba di Guarnieri, figlio di Castruccio Castracani (1327-28 circa), le statue dell'Annunciazione e, in gran parte, le tombe Baroncelli e Bardi in Santa Croce a Firenze (1328 circa), ... Giusto dei Menabuoi, detto G. da Padova Giusto dei Menabuoi, detto Giusto dei Menabuoi, detto G. da Padova da Padova. - Pittore (Firenze 1330 circa - Padova 1393 circa). Della sua prima attività in Lombardia rimangono affreschi nell'abbazia di Viboldone, nella chiesa di S. Maria di Brera e il trittico alla National Gallery datato 1367, che ... Viscónti, Giovanni Viscónti, Giovanni. - Figlio (n. 1290 - m. 1354) di Matteo I e di Bonacossa Borri. Fu vescovo e signore di Novara (1332), signore di Milano (1339), dove, dopo la morte del fratello Luchino, intervenne nella successione della signoria di Milano, facendo reintegrare in essa i nipoti Matteo II, Galeazzo ... Luini, Bernardino Luini ‹lu-ì-›, Bernardino. - Pittore (n. 1485 circa - m. 1532). Nato forse in Lombardia, le origini della sua arte, alquanto complesse, vanno ricercate nella pittura lombarda legata al Bergognone; evidente è anche l'influsso del Bramantino, specialmente in alcuni affreschi della Villa Pelucca presso ...
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Vocabolario
imbonire
imbonire v. tr. [der. di buono1] (io imbonisco, tu imbonisci, ecc.). – 1. non com. Rabbonire, quietare, e per estens., nella locuz. imbonirsi qualcuno, fare in modo di cattivarselo, di renderselo favorevole. 2. Cercare di indurre qualcuno...
imbonare
imbonare v. tr. [etimo incerto] (io imbòno, ecc.), ant. – Nella costruzione navale, portare a misura esatta un elemento qualunque dello scafo, durante la sua costruzione, togliendone l’eccesso (imbono).
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