ANSALDI, Ansaldo
Nacque il 7 dic. 1651 a Firenze da una nobile famiglia originaria di S. Miniato. Addottoratosi a Pisa, fece pratica di avvocato a Firenze nello studio dell'allora famoso Ferrante Capponi. Iscritto all'Accademia degli Apatisti e a quella Fiorentina, fu discreto verseggiatore: tra i suoi componimenti, più ricchi d'erudizione e di riflessione critica che di elementi poetici, vanno ricordate le sette canzoni sulla Creazione dell'Uomo e Incarnazione del Verbo Eterno (Firenze 1704), dedicate a monsignor Annibale Albani, insieme con il Trionfo della Fede dedicato alla Santità di N. S. Papa Clemente XI (Firenze 1717).
Il 26 febbr. 1704 si iscrisse con il nome di Solando Nedeo all'Arcadia di Roma, dove già da qualche anno, cioè forse dopo il 1678, accompagnato dal favore del Capponi e dalla protezione di Cosimo III, si era trasferito e dove aveva cominciato ad esercitare l'avvocatura nello studio del celebre giurista e poi cardinale G. B. De Luca. Ed a questa scuola l'A. completò la propria formazione, seguendo il metodo essenzialmente pratico del maestro. A Roma pubblicò la sua prima opera, cui è legata la sua fama di giureconsulto, i Discursus legales de commercio et mercatura (Romae 1689), ristampata a Ginevra nel 1698 ed a Colonia nel 1751.
Si tratta di cento quesiti, che trattano prevalentemente decisioni in materia commerciale delle rote di Roma, Firenze e Livorno, ampiamente riferite e commentate secondo il metodo dialettico della giurisprudenza del sec. XVII. L'A., sulle orme del De Luca, come si è detto, diede alla sua opera un carattere ed un indirizzo pratico, applicando i principi del diritto e della giurisprudenza canonistica. L'importanza dei Discursus consiste nell'intento di chiarire e confermare le basi allora fluttuanti del diritto commerciale: le decisioni dell'A., per quanto non proposte come regole assolute, ne presentano, se non tutti, certo i principali fondamenti. Nel discorso generale, che chiude i Discursus, l'A. tratta delle cause, dei privilegi e del valore probatorio dei libri e delle scritture dei mercanti, tracciando come un vastissimo piano di un codice non ancora formato.
Stimato dal pontefice Innocenzo XII, dopo aver ottenuto un canonicato nella basilica di S. Maria Maggiore, il 6 luglio 1696 fu nominato uditore della Sacra Rota, di cui divenne decano l'8 genn. 1717. Ricoprì molte altre importanti cariche di Curia: fu referendario, consultore della Congregazione dei riti, ecc. Alla sua attività come uditore della Sacra Rota si deve la pubblicazione di un primo volume di cento Decisiones Sacrae Rotae Romanae (Lucae 1704; Romae 1711), delle decisioni degli anni 1696-1699, pubblicazione che la morte dell'A. interruppe, ma che più tardi Stefano de Angelis, avvocato della Curia romana, continuò (Romae 1739-43, voll. 7), raccogliendo altre settecentoventotto decisioni.
L'A. morì a Roma, il 7 dicembre 1719. Postumi furono pubblicati i suoi Pensieri raccolti nelle meditazioni delle 10 giornate degli Esercizi spirituali di S. Ignazio di Loyola,Firenze 1811.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 810-812; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, I, Venezia 1834, pp. 479-482; F. Inghirami, Storia della Toscana, XII, Fiesole 1843, pp. 117-118; P. Del Giudice, Storia del diritto italiano, II, Milano 1923, pp. 111, 116; E. Cerchiari, Capellani Papae et Apostolicae sedis, II, Roma 1920, p. 208; Novis. Digesto Ital., I, Torino 1957, pp. 645-646; Encicl. Ital., III, p. 423.