ANSELMO da Como.
Architetto e scultore, attivo in Sardegna nel 1291 con un'opera firmata. Nel prospetto principale della chiesa di S. Pietro di Zuri, borgo della provincia di Oristano, un'epigrafe recita infatti: "+ Anno D(omi)ni MCCXCI / Fabricata e(st) h(aec) eccl(es)ia et co(n)sec / rata in hono(r)e beati Petri / ap(osto)li de Roma sub t(em)p(o)r(e) iu / dicis Mar(iani) iudi(cis) Arboree et / fr(atr)e Ioh(anne)s e(pisco)p(u)s s(an)c(ta)e Iust(a)e eo / de(m) t(em)p(o)r(e) erat op(er)aria abadissa / dom(in)a Sardigna d(e) Laco(n) / mag(iste)r A(n)selem(us) d(e) Cumis fab(r)icavit". L'erezione della chiesa nel periodo del regno di Mariano II d'Arborea, fervido d'imprese architettoniche (Oristano si cinge di mura turrite, a Dolianova ha termine la fabbrica del duomo), e l'appartenenza a famiglia giudicale della badessa operaria assicurano committenti interessati ad artisti non privi di fama. Si ignorano tuttavia opere di A. precedenti o posteriori a questa di Zuri. Il trasporto dell'edificio (1925) dalla valle ora sommersa dal lago Omodeo in altura ha permesso di esaminare minuziosamente la costruzione e di constatarvi l'assenza di fondamenta, circostanza che facilmente può spiegare il crollo dell'abside originaria, provocato dal solo peso del catino soprastante. L'abside attuale, di forme gotico-catalane, è del 1336 e reimpiega nella nicchia interna un pilastrino polistilo ofitico, che indurrebbe a riferire ad A. anche l'edicola e la facciata gotica di S. Pietro a Bosa, dove pure si vedono identici archetti a semicerchio intrecciati. A parte la zona alta della facciata, rifatta quando le si affiancò il campanile a vela (1504), la chiesa conserva le caratteristiche originarie che la qualificano sostanzialmente come gotica nelle ampie finestre trilobate e nei rapporti modulari (4:1) dell'aula a navata unica (4:1), nonostante gli archi a pieno centro dei portali e quelli su esili lesene delle fiancate siano risolti invece in un chiaroscuro plastico. Cifre lombarde, spiegabili con la provenienza indicata dal nome, e dichiarati interessi di scultore (nella constatata inosservanza di elementari precauzioni statiche e soprattutto nella realizzazione scultorea dell'architrave del portale) distinguono i modi di A. e ne rendono l'opera singolare nell'architettura medievale sarda, prevalentemente orientata, prima della conquista aragonese, verso l'arte toscana.
Bibl.: G. Degli Azzi, s.v. Anselmo de Cumis, in Thieme-Becker, I, 1907, p. 542; C. Aru, S. Pietro di Zuri, Reggio Emilia 1926; R. Delogu, L'architettura del Medioevo in Sardegna, Roma 1953, pp. 201-207; C. Maltese, Arte in Sardegna dal V al XVIII, Roma 1962, p. 239; R. Serra, La Sardegna (Italia Romanica, 10), Milano 1989.