GUERRIERI GONZAGA, Anselmo
Patriota, nato a Mantova il 19 maggio 1819, morto nella sua villa di Palidano, presso Mantova, il 24 settembre 1879. Compiti in patria gli studî classici, frequentò i corsi di legge all'università di Padova, laureandosi nel 1840. Ammesso nell'ufficio fiscale lombardo in Milano, assisté alle manifestazioni politiche che precedettero lo scoppio delle Cinque Giornate, alle quali partecipò; e fu di quel Comitato presieduto da Gabrio Casati, che subito dopo si trasformò nel Governo provvisorio della Lombardia, nel quale, insieme con Cesare Correnti, egli rappresentava l'ala più avanzata, e quindi fu contrario al decreto di fusione della Lombardia col Piemonte (maggio 1848). Inviato dal Governo provvisorio a Parigi per richiedere l'intervento francese, fu, come gli altri incaricati italiani andati colà con lo stesso fine, tenuto abilmente a bada. Tornò in Italia dopo i rovesci delle armi piemontesi ed escluso dall'amnistia austriaca promulgata subito dopo l'occupazione di Milano, andò a Firenze, poi a Genova, da dove ebbe ordine di sfratto (novembre 1849), infine a Ginevra (1850), dove visse in intimità col Mazzini. Trasferitosi a Parigi, s'accostò al Manin e a quel gruppo d'esuli che guardavano al Piemonte come a segnacolo dell'indipendenza italiana; e tornato definitivamente in Italia (1859), riallacciò le sue relazioni con Cesare Correnti che aveva fatta la stessa evoluzione politica, e fu da lui presentato al conte di Cavour. Terminata la guerra contro l'Austria, il G. G. ebbe dal Farini, dittatore dell'Emilia, affidato il governo politico e amministrativo della provincia di Piacenza; subito dopo fu eletto deputato per il collegio di Asola nella settima legislatura, e in parlamento sedette nelle successive, fino alla dodicesima, schierandosi col partito moderato, e quindi dichiarandosi favorevole alla Convenzione di settembre, alle misure contro le adunanze popolari, alla politica governativa dopo Mentana, infine alla tassa sul macinato. Fu segretario generale agli Esteri dal 30 dicembre 1866 al 17 aprile 1867 con Visconti Venosta ministro, ed ebbe missioni politiche in Germania per rendere più stretti i vincoli con essa mediante i trattati con lo Zollverein, in Spagna, per spiegare le ragioni politiche che dovevano dissuadere dal chiamare a quel trono un principe di Casa Savoia. Riuscito soccombente nelle elezioni del 1867, si ritirò a vita privata, dedicandosi a studî letterarî. Pubblicò nel 1873 la traduzione della prima parte del Faust di Goethe, alla quale aveva atteso fin dall'anno del suo esilio a Ginevra (1850) e v'aggiunse quella dell'Ermanno e Dorotea in ottava rima; e in italiano volse pure le Odi d'Orazio, l'Ifigenia di Schiller, il saggio sul Cavour di H. Treitschke, ecc.
Bibl.: L. Sartorelli, A. G. G. Mantova 1883.