TURMEDA, Anselmo
Scrittore catalano, nato a Maiorca nel 1352, morto a Tunisi, fra il 1424 e il 1432. Seguì gli studî a Lérida (1366), entrando nell'ordine francescano (1368) e perfezionandosi all'università di Bologna in teologia e in diritto canonico 1376); da Bologna, dopo di aver girato per le città dell'Italia settentrionale, fece ritorno a Maiorca (1386), da dove, attraverso la Sicilia (1387), si recò a Tunisi, dove abiurò la fede cattolica per quella musulmana. A Tunisi sposò la figlia del sultano (1388) ed ottenne per la sua vivace e intraprendente attività molti incarichi: direttore delle dogane, interprete (1390), tesoriere (1394), confidente del sultano, intendente del re Abu Faris (1395), spesso in relazione con principi cristiani e con lo stesso re d'Aragona Alfonso V (1421), che nel 1423 gli concedeva un salvacondotto per il suo regno.
Spirito inquieto e avventuroso, il T. non seppe mai trovare un equilibrio fra le ragioni della fede e le esigenze della sua vita irregolare e ambiziosa. Ma a Tunisi egli poté conseguire quella notorietà a cui aspirava: assunto il nome di Abdalá (‛Abd Allah) il Truchimán (cioè, l'"interprete"), si fece l'apologeta della religione musulmana di fronte a quella cattolica con un'opera assai singolare, scritta in arabo e che i traduttori in lingua spagnola hanno reso col titolo: Respuestas victoriosas a los argumentos de los adoradores de la Cruz, nella quale è compresa una specie di autobiografia assai interessante e dalla quale si traggono le notizie sulla singolare esistenza del T. Egli inoltre ha scritto parecchi opuscoli, d'indole moralistica e dottrinaria, sempre con valore divulgativo e con un interesse narrativo che compensa il difetto di vigore mentale e dialettico. Un'opera (La disputa dell'asino contro fra A. T.) ci è giunta in una traduzione francese, una favola secondo il tipo della letteratura animalesca, con evidenti derivazioni da esemplari arabi e con plagi palesi dalla letteratura volgare del mondo romanzo. In un'altra opera: Libre de bons amonestamens, il T. ha saccheggiato opere italiane (specie lo Schiavo di Bari), nelle Projecíes de fra A. T. (1405-1407), ha divulgato le conoscenze astrologiche del Medioevo: sempre con improntitudine nel copiare da tutte le parti, il T. poté tuttavia apparire originale ai musulmani, presso cui fece conoscere il contenuto di alcune opere spagnole, italiane e latine, e poté introdursi in alcuni settori. della cultura europea, traducendo e divulgando alcune opere arabe.
Bibl.: M. Menéndez y Pelayo, Historia de los eterodoxos españoles, Madrid 1888; id., Orígines de la novela, I (1905).