Gherardesca, Anselmuccio della
Figlio del conte Guelfo della Gherardesca (figlio del conte Ugolino), e di Elena, figlia naturale di re Enzo. Imprigionato con l'avo e gli altri parenti nella torre dei Gualandi (luglio del 1288), vi morì di fame nel marzo dell'anno successivo (cfr. If XXXII 124 - XXXIII 90). A differenza degli zii Gaddo e Uguccione, rappresentati da D. come fanciulli mentre erano già adulti al momento dell'episodio, A. era giovanissimo, il più giovane dei prigionieri (fratello minore di Nino detto ‛ il Brigata '). Secondo i Fragmenta Historiae Pisanae (Rer. Ital. Script. XXIV 655) sarebbe stato figliuolo di un altro figlio del conte Ugolino, Lotto. La presenza poetica del personaggio, nell'episodio dantesco, si isola nella disperata domanda che il fanciullo rivolge a Ugolino (e Anselmuccio mio / disse: " Tu guardi sì, padre! che hai? ", If XXXIII 50-51), dove allo " sguardo senza parola " di Ugolino, A. risponde con la " innocenza di quello che hai? accompagnato con lacrime " (De Sanctis).