ANSPERTO
Di nobile famiglia del contado milanese, figlio di Albuzio di Biassono (Brianza), documentato dall'857, A. fu arcivescovo di Milano dal 26 giugno 868 alla morte, avvenuta il 7 dicembre 881. Già in posizione eminente durante l'episcopato del predecessore Tadone, A. ebbe ruolo di primo piano nei rapporti tra Impero e Papato, come mediatore in vicende quali le successioni di Ludovico II, morto a Brescia nell'875, del quale A. pretese la sepoltura in S. Ambrogio a Milano, e di Carlo il Calvo nell'877. All'iniziativa di A. si assegna una Vita di S. Ambrogio del sec. 9° (San Gallo, Stiftsbibl., 569; pubblicata da Paredi nel 1964). Varie fonti (Bertolini, 1961) e l'epigrafe tombale conservata in S. Ambrogio a Milano gli attribuiscono l'intervento nella ricostruzione delle mura milanesi, operazione significativa, ma di cui non si hanno tracce archeologiche; il rifacimento del palazzo di Stilicone, egualmente non sopravvissuto; il restauro di molte chiese; la costruzione di atrii ("vicinas [...] ante fores", così nell'epigrafe) con riferimento ritenuto dai più alla stessa basilica di S. Ambrogio, ma non senza obiezioni (Forcella, 1890), mentre è certo che nulla nel pervenuto atrio a porticati romanico si trova che possa corrispondere a una costruzione del sec. 9° (Arslan, 1954). Invece il restauro (Chierici, 1942) ha rivelato un edificio accettato come parte della costruzione che sempre la stessa epigrafe ricorda come il complesso di S. Satiro fondato da A., con xenodochio custodito da otto monaci: un sacello a pianta quadrilobata che si articola da un quadrato centrale segnato da quattro colonne. Dedicato ai santi Satiro, Silvestro e Ambrogio esso fu coinvolto alla fine del sec. 15° nel rifacimento bramantesco dell'attigua chiesa di S. Maria, che occultò in un tracciato esterno circolare il precedente a segmenti circolari, intervallati da lesene (con probabili arcate), ritrovato nei saggi di restauro e restituito graficamente. L'impianto e talune particolarità dell'alzato presentano riscontri orientali (Dimitrokallis, 1968). I capitelli eseguiti appositamente sono punto di riferimento ben datato di una tipologia dell'avanzata età carolingia, che si ispira con energica modellazione strutturale a prototipi corinzi. Le tracce più antiche di pittura (figure frammentarie e motivo di croce con fronde), purtroppo molto guaste e quasi illeggibili, sono state a suo tempo giudicate della fine del sec. 10° piuttosto che della prima fase della costruzione (Arslan, 1954). La loro relazione con le pitture della navata di S. Salvatore a Brescia, di recente sostenuta (Jakobsen, 1985), non appare consistente sul piano dello stile, né di conseguenza per le implicazioni cronologiche. Certamente a commissione di A. risale l'epigrafe tombale, in eleganti capitali, di Ludovico II, che si conserva tuttora in S. Ambrogio (ultimamente considerata copia dell'originale da Ferrari, 1986).
Bibl.: V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di Milano dal secolo VIII ai giorni nostri, III, Milano 1890, pp. 204-208; G. Chierici, La chiesa di S. Satiro a Milano, Milano 1942; P. Verzone, L'architettura religiosa dell'Alto Medio Evo nell'Italia settentrionale, Milano 1942, pp. 128-129; E. Arslan, La scultura romanica, in Storia di Milano, III, Milano 1954, pp. 584-594; M. G. Bertolini, s.v. Ansperto, in DBI, III, 1961, pp. 422-425; Vita e meriti di S. Ambrogio. Testo inedito del secolo nono illustrato con le miniature di Arnolfo, a cura di A. Paredi (Fontes ambrosiani, 37), Milano 1964, pp. 12-18; G. Dimitrokallis, Osservazioni sull'architettura di S. Satiro a Milano e sull'origine delle chiese tetraconche altomedievali, Archivio Storico Lombardo, s. IX, 7, 1968, pp. 127-140; W. Jakobsen, S. Salvatore in Brescia, in Studien zur mittelalterlichen Kunst 800-1250, Festschrift F. Mütherich, München 1985, pp. 75-80; M. Ferrari, Manoscritti e cultura, in Milano e i Milanesi prima del Mille (VIII-X secolo), "Atti del X Congresso Internazionale di Studi sull'Alto Medioevo, Milano 1983", Spoleto 1986, pp. 241-275: 258-259; A. M. Ambrosioni, Gli arcivescovi nella vita di Milano, ivi, pp. 85-118: 110-113; W. Jakobsen, Die Lombardei und die karolingische Architektur, ivi, pp. 429-440: 436-437.A. Peroni