Antartide
Antàrtide s. f. – Nel corso del primo decennio del sec. 21° l’A. è stata teatro di un’ulteriore espansione e intensificazione delle attività di esplorazione e di ricerca scientifica, nonché di una più estesa presenza umana non connessa con la ricerca. Quest’ultimo fenomeno – che si manifesta con l’arrivo in A. di navi da crociera (e di aerei) che sbarcano turisti – era impensabile fino a pochi decenni fa e non era regolamentato. Nessuno, del resto, è legittimato a esercitare forme di sovranità sul territorio antartico, al punto che non è richiesto un visto o una documentazione specifica per sbarcare in A.; dal 1994, tuttavia, per gli sbarchi è richiesta una notifica preventiva. I primi esperimenti turistici risalgono agli anni Cinquanta del 20° sec., ma gli arrivi hanno assunto peso dalla seconda metà degli anni Ottanta, manifestando intensità crescente; nell’inverno boreale 1969-1970 sarebbero sbarcati in A. (escludendo i sorvoli aerei) circa 2000 turisti, nel 1993-1994 si sarebbe arrivati a circa 10.000, nel 2009-2010 a quasi 38.000. Si tratta di cifre modeste, ma che hanno prodotto effetti negativi (rifiuti, inquinamento, diffusione di specie vegetali estranee) e che vanno confrontate con la vulnerabilità dell’ambiente antartico e con la ‘popolazione’ rappresentata dagli ospiti delle stazioni scientifiche: generalmente meno di un migliaio durante l’inverno australe, per raggiungere circa 5000 presenze durante l’estate. A titolo di esempio, si consideri che le prime 25 spedizioni antartiche italiane (dal 1985 al 2010) hanno comportato circa 4800 presenze in totale. Scienziati e tecnici, peraltro, di rado sono presenti per più di qualche mese consecutivamente, e comunque solo 40 delle 83 basi scientifiche (2012) sono utilizzabili per tutto l’anno. Fanno eccezione alcune basi cilene e argentine, la cui popolazione è più stabile – anche per poterne fare argomento di rivendicazioni territoriali: la nascita, per es., di bambini in A. (uno argentino nel 1978, poi altri cileni) è stata ampiamente valorizzata e, certamente, pianificata allo scopo. Sotto il profilo scientifico, l’Anno polare internazionale (2007-2008), mezzo secolo dopo la precedente iniziativa (l’Anno geofisico internazionale, 1957-1958), ha prodotto un’intensificazione delle ricerche e della cooperazione scientifica internazionale. Tra i settori di indagine più interessanti sono quelli climatologico e meteorologico, geodetico, sismico, geologico, oceanografico, ecologico, biologico, medico. Va sottolineato l’interesse delle ricerche climatologiche, in particolare sul riscaldamento globale, oggetto di parossistica attenzione mediatica, ma anche di interpretazioni contrastanti, per la difficoltà di collocare i dati registrati rispetto alla variabilità climatica normale. L’archivio climatico rappresentato dall’A. è una risorsa preziosa, così come il comportamento stagionale dei ghiacci, che tuttavia è soggetto a oscillazioni dell’ordine di centinaia di migliaia di km² di ghiacci marini in più (come nell'inverno 2012) o in meno da un anno all’altro.