ANTARTIDE
(III, p. 435; App. I, p. 120; II, 1, p. 186; III, 1, p. 100; IV, I, p. 129)
Un rinnovato interesse per l'A., sollecitato dalle problematiche ambientali, ha portato, negli anni Settanta e Ottanta, a rapidi progressi nelle conoscenze di questo vasto e remoto continente, resi possibili dalle nuove tecniche di rilevamento a distanza e da un'accresciuta presenza umana. Numerose nuove stazioni permanenti di ricerca, infatti, vi sono state insediate, tra cui quella di Baia Terra Nova, nella Terra Vittoria, stabilitavi dall'Italia nel 1986.
Nel 1988 le basi aperte tutto l'anno erano 40, quelle estive 23, mentre altre sono attive saltuariamente. La popolazione antartica supera le 4000 presenze durante i mesi estivi ed è formata da ricercatori, tecnici, personale logistico, e da turisti. D'inverno la popolazione presente nelle basi antartiche è di circa un migliaio di persone.
Per quanto riguarda gli aspetti geografico-politici, il Trattato Antartico, in vigore dal 1961, si è dimostrato sempre più uno strumento valido per la gestione dei problemi di questo territorio. Oltre alle dodici nazioni inizialmente firmatarie (Argentina, Australia, Belgio, Chile, Francia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica Sudafricana, URSS, Gran Bretagna, Stati Uniti), altri dieci paesi hanno aderito al trattato e hanno acquisito lo status di membri consultivi (Brasile, Repubblica Popolare di Cina, Rep. Fed. di Germania, Repubblica Dem. Tedesca, Unione Indiana, Italia, Polonia, Uruguay, Spagna, Svezia). Altre sedici nazioni aderiscono al Trattato Antartico, per un totale (fino al 1988) di 38, in rappresentanza di circa i 2/3 della popolazione mondiale. A 30 anni dalla ratifica (1991), il trattato potrà subire eventuali modifiche, a richiesta di uno dei membri consultivi, con l'approvazione della maggioranza dei membri consultivi stessi.
Com'è noto, l'A. differisce dagli altri continenti per essere costituito da una calotta di ghiaccio pressoché continua, dello spessore medio di oltre 2 km e del volume di circa 30 milioni di km3. La calotta di ghiaccio poggia sopra un substrato roccioso dalla morfologia molto articolata, in larga parte al di sotto del livello del mare. Le Montagne Transantartiche dividono la calotta, apparentemente unitaria, in due porzioni disuguali, la calotta dell'A. orientale (10,35 milioni di km2) e la calotta dell'A. occidentale (1,97 milioni di km2). A quest'ultima si affiancano due piattaforme di ghiaccio galleggianti, che si estendono a occupare gran parte delle insenature del Mare di Ross (0,54 milioni di km2) e del Mare di Weddell (0,53 milioni di km2). La Penisola Antartica (0,52 milioni di km2) costituisce una terza porzione del continente ed è caratterizzata da una morfologia montuosa, largamente ricoperta da ghiacciai di vario tipo.
Grandi progressi si sono avuti nelle conoscenze della configurazione topografica dell'A., particolarmente per quanto riguarda le regioni interne della calotta glaciale, difficilmente accessibili. L'impiego di tecniche quali l'altimetria radar da aereo, da palloni sonda e da satelliti e il rilevamento Doppler da satellite, unite alle livellazioni geodetiche e all'altimetria barometrica dal suolo hanno consentito la compilazione di carte altimetriche di fondamentale importanza per lo studio del comportamento dinamico delle masse glaciali. Se nel complesso il profilo altimetrico della calotta antartica, particolarmente nella sua porzione orientale, si approssima ai modelli teorici proposti sulla base delle proprietà reologiche del ghiaccio, nel dettaglio se ne discosta per l'influenza esercitata dalla topografia dei rilievi sepolti (o localmente emergenti), sui quali la massa glaciale poggia. Così la configurazione complessiva è quella di una cupola schiacciata, quasi piana o molto debolmente incurvata, salvo nella porzione periferica, ove in breve tratto e con più ripide pendenze s'inflette, abbassandosi sino al livello del mare. La porzione orientale della calotta per oltre 2/3 si mantiene al di sopra di 2000 m e presenta una sorta di ampia dorsale allungata dalla Terra della Regina Maud alla Terra di Wilkes, che culmina in alcune cupole o dòmi, dei quali il più elevato (Argo) supera i 4000 m. Quote nettamente più basse caratterizzano la porzione occidentale della calotta, generalmente inferiori a 2000 m, salvo in alcune culminazioni, che tuttavia non raggiungono i 3000 m. Le massime quote vengono raggiunte dai rilievi montuosi che sporgono al di sopra dei ghiacci della calotta, come il Monte Vinson (5140 m) nei Monti Ellsworth e il Monte Kirkpatrick (4528 m) nelle Montagne Transantartiche. Dalla topografia della calotta si sono desunte le linee di flusso e le linee di separazione dei diversi bacini glaciali, elementi indispensabili per una valutazione del comportamento delle masse glaciali.
Secondo recenti stime basate sulle immagini da satellite, meno dell'1% della superficie dell'A. è costituito da aree libere da ghiaccio. Si tratta di alcune porzioni costiere (dette oasi) o di territori montuosi, ove sui versanti più ripidi la neve non può accumularsi; altrove la superficie rocciosa è ovunque sepolta sotto il ghiaccio. La topografia di questa superficie sepolta è stata rivelata da indagini geofisiche, impiegando le tecniche della sismica, della gravimetria e, soprattutto, dei sondaggi radar dall'aereo. Si è accertato che la topografia sottoglaciale è particolarmente accidentata e in larga misura posta al di sotto del livello del mare. Così la calotta dell'A. occidentale, salvo nei settori dei Monti Ellsworth, dei Monti Executive Committee e in poche altre regioni, poggia su fondali sottomarini, che localmente scendono fino a una profondità di 2500 m. La topografia sepolta sotto la calotta dell'A. orientale è invece caratterizzata da ampie estensioni blandamente ondulate, poste a quote comprese tra 0 e 1000 m. Localmente s'innalzano rilievi anche molto elevati, come i Monti Gamburtsev, totalmente sommersi dal ghiaccio, che superano i 3000 m. Altri rilievi montuosi si elevano nella Terra della Regina Maud, mentre la catena delle Montagne Transantartiche risulta interrotta da profonde valli trasversali, occupate da ghiacciai, ma il cui fondo roccioso scende anche 1000 m sotto il livello del mare. Vaste porzioni della topografia sottoglaciale dell'A. orientale, particolarmente nel settore rivolto verso il Pacifico, costituiscono bacini sottomarini, con profondità generalmente comprese tra 0 e 1000 m, ma localmente superiori a 2000 m (bacini subglaciali di Wilkes, Aurora, Astrolabe).
Le indagini geofisiche hanno consentito notevolissimi progressi anche nel settore della glaciologia. Anzitutto nella valutazione dello spessore e del volume del ghiaccio: lo spessore massimo finora accertato è di 4776 m nella Terra Adelia, in corrispondenza del bacino sottomarino Astrolabe, mentre lo spessore medio per l'intera A. è di 2160 m. I valori medi dello spessore del ghiaccio variano da 2565 m nell'A. orientale, a 1700 m nell'A. occidentale, a 510 m nella Penisola Antartica, ad alcune centinaia di metri nelle piattaforme di ghiaccio galleggianti.
Nelle regioni interne della calotta la velocità di scorrimento del ghiaccio è in genere molto modesta, di pochi metri l'anno. La velocità aumenta verso i margini, fino ad alcune centinaia di metri l'an no, particolarmente ove s'individuano colate di ghiaccio, quali i cosiddetti ghiacciai di sbocco, che terminano in mare, spesso con lingue di ghiaccio galleggianti. Il maggiore apparato di questo tipo è il Ghiacciaio Lambert, lungo circa 700 km e largo 50. Le velocità più elevate vengono raggiunte dalle piattaforme di ghiaccio galleggianti, ove si toccano valori di 0,8÷2,8 km l'anno. Ancora incerto è il bilancio di massa della calotta antartica. Questo sembra essere positivo nelle aree interne, mentre nelle aree periferiche sembra essere in deficit. Particolarmente difficili sono infatti le stime dell'accumulo nevoso e quelle dell'ablazione, in A. rappresentata essenzialmente dal distacco di iceberg e dalla fusione alla base delle piattaforme galleggianti.
Grande interesse scientifico hanno suscitato le perforazioni recentemente eseguite nella calotta antartica, fino a profondità di oltre 2 km. Lo studio dei campioni di ghiaccio prelevati in successione consente infatti di ricavare importanti informazioni paleoclimatiche. Lo spessore di ghiaccio perforato (2083 m) presso la stazione russa Vostok contiene una documentazione continua degli accumuli nevosi negli ultimi 160.000 anni. Mediante indagini geochimiche sul ghiaccio e le inclusioni solide e gassose in esso contenute, sono state ricostruite, per questo intervallo di tempo, le variazioni di temperatura, precipitazioni, composizione chimica, circolazione atmosferica, nonché dell'altitudine della superficie glaciale.
Dal punto di vista climatico l'A. è considerata un deserto polare, caratterizzato da temperature estremamente rigide e precipitazioni scarsissime. La temperatura media annua varia da circa −60 °C nella porzione più interna ed elevata dell'A. orientale, a −20÷ −10 °C nelle regioni costiere. La temperatura minima assoluta sulla Terra è stata registrata il 21 luglio 1983 presso la stazione russa di Vostok: −89,2 °C. Le precipitazioni, sotto forma di neve e di aghetti di ghiaccio, variano da 200÷600 mm nelle aree costiere, a meno di 50 mm annui nelle regioni interne. I venti catabatici, che dall'altopiano s'incanalano nelle valli verso il mare, possono raggiungere velocità elevatissime, di oltre 300 km/h.
Negli anni Ottanta l'A. ha richiamato l'attenzione mondiale per il fenomeno del depauperamento dello strato dell'ozono. Rivelato per la prima volta dai ricercatori inglesi nel 1985, il fenomeno si manifesta nella stratosfera sopra l'A. durante la stagione primaverile australe (settembre-ottobre). In questa stagione, dal 1979 al 1987 il tenore dell'ozono si è ridotto di circa il 50%; nel 1988 il fenomeno si è un poco attenuato. Poiché una riduzione dell'ozono stratosferico comporterebbe seri rischi per il diminuire del suo effetto filtrante nei riguardi della radiazione ultravioletta, le ricerche internazionali in questo settore sono state particolarmente intensificate. Si ritiene che responsabili del depauperamento dell'ozono possano essere i clorofluorocarburi, composti chimici noti commercialmente con il nome di Freon, utilizzati in diversi settori industriali. Pertanto provvedimenti sono stati presi dalle organizzazioni internazionali per limi tarne l'uso.
Altri motivi di preoccupazione riguardano gli equilibri dei ghiacci antartici, che si teme possano essere compromessi da un riscaldamento climatico, quale potrebbe essere prodotto, per effetto serra, dall'aumento dell'anidride carbonica e di altri gas emessi dall'uomo nell'atmosfera. In particolare desta apprensione la crescita del livello del mare (attualmente di circa 1,5 mm all'anno) che, qualora si accentuasse, potrebbe causare gravissimi problemi, a partire dalla sommersione delle città costiere.
La presenza italiana in A., episodica in passato, è stata di recente incentivata mediante un'apposita legge approvata dal Parlamento nel 1985, con la quale è stato autorizzato e finanziato un programma nazionale di ricerche in A. per il periodo 1985-1991. Tra il novembre 1985 e il marzo 1990 sono state realizzate cinque spedizioni nel territorio di Baia Terra Nova, nella Terra Vittoria settentrionale, ove è stata edificata una base permanente (denominata Stazione di Baia Terra Nova), nel punto di coordinate 74° 41′ 42″ S e 164° 07′ 23″ E. La base sorge in un tratto di costa libero da ghiacci, a una quota di circa 20 m, e consiste in alloggi, laboratori e magazzini, capaci di ospitare una sessantina di tecnici e ricercatori. Per le ricerche di geofisica in mare è stata inoltre acquisita una nave appositamente attrezzata. Le ricerche via via attivate nelle prime cinque spedizioni hanno riguardato svariati settori scientifici, quali la geologia, la glaciologia, la geofisica, la fisica dell'atmosfera, la climatologia, l'astrofisica, l'oceanografia, la geologia marina, la biologia, nonché problematiche ambientali e tecnologiche. Vedi tav. f. t.
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