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ANTARTIDE

di Silvio Zavatti - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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ANTARTIDE (III, p. 435; App. I, p. 120; II, 1, p. 186; III, 1, p. 100)

Silvio Zavatti

Dallo svolgimento dell'Anno Geofisico Internazionale (1957-58) la conoscenza scientifica dell'A. è andata aumentando a dismisura. L'oceanografia è quella che più ha beneficiato degli studi e delle ricerche condotte negli ultimi tempi. L'A. ha, rispetto all'Artide, degli aspetti peculiari essendo, com'è noto, una vastissima massa di terraferma, di notevole altitudine, circondata dalle acque, il cui carattere distintivo è la quasi completa glaciazione. Il suolo è coperto in permanenza da una massa di ghiaccio che si spinge fino al mare, lungo quasi tutta la costa, e a volte si avverte ben oltre il Circolo antartico. Non è forse esatto parlare di Oceano Antartico perché si tratta delle acque di tre oceani (Indiano, Pacifico e Atlantico) che s'incontrano per formare la sola grande area oceanica la cui estensione est-ovest non sia interrotta da continenti. Questo fatto permette che una libera corrente d'aria proveniente dall'est fluisca intorno alla massa continentale antartica. Molti scienziati, però, danno il nome di Oceano Antartico alle acque che si estendono a S dell'Africa, Australia, Nuova Zelanda e America Meridionale. Un'altra differenza fondamentale fra le due regioni polari è data dalla presenza nell'A. dei venti catabatici, le fortissime correnti d'aria ad alta densità che discendono dalle regioni più alte della massa continentale fino al mare dove scatenano paurose tempeste. Gli stati Uniti e l'Unione Sovietica hanno dato grande incremento alle ricerche oceanografiche nell'Antartide.

Gli studi dei primi cominciarono durante la campagna da essi denominata Operation Highjump (1946-47) e continuarono nel 1947-48 specialmente ad opera del rompighiaccio Atka che esplorò il Mare di Ross, lo stretto di Bransfield e il Mare di Weddell, prese numerosi campioni del fondo, dati sulle condizioni dei ghiacci e centinaia di batitermogrammi che permisero di tracciare un primo profilo delle temperature esistenti sotto la superficie. Nel 1955-56 ebbero inizio le campagne annuali antartiche Deep Freeze durante le quali i rompighiaccio Edisto e Burton Island, la nave polare neozelandese e quella oceanografica statunitense Eltanin raccolsero una messe imponente di dati che possono così sintetizzarsi: decine di migliaia di batitermogrammi e di scandagli, migliaia di osservazioni di correnti, fotografie del fondo, misure fisiche, chimiche, biologiche e geologiche. Sono stati esplorati settori ignoti del Mare di Weddell e di quello di Ross, delle acque lungo la Penisola Antartica (nuova denominazione ufficiale della Terra di Graham dal 21 febbraio 1964: la parte meridionale della penisola si chiama Terra di Palmer e alla parte settentrionale è rimasto il nome di Terra di Graham), le isole Windmills e la Costa Principessa Astrid, i mari di Amundsen e di Bellingshausen, le acque della Terra Victoria. Come si constata, le ricerche statunitensi si sono svolte lungo una fascia circumpolare, ma gli sforzi maggiori sono stati concentrati nella parte meridionale dell'Oceano Pacifico che era inizialmente la meno nota. Le altre aree oceaniche sono state intensamente esplorate dai sovietici che a bordo delle loro navi idrografiche (la più famosa è la Ob, veterana delle spedizioni antartiche) hanno raccolto dati che rivestono enorme interesse. Le osservazioni, integrate con quelle compiute da francesi, belgi, australiani, neozelandesi, giapponesi, norvegesi, cileni, argentini, hanno permesso la pubblicazione di un monumentale Atlante Antartico in due volumi che è un modello di rigore scientifico e nel quale le carte batimetriche tengono conto delle più recenti scoperte.

L'A. contribuisce alla circolazione degli oceani fornendo acqua abissale fredda e densa che penetra nell'emisfero settentrionale perché le acque antartiche sono in comunicazione aperta coi tre maggiori sistemi oceanici delle regioni temperate e tropicali. A N della massa continentale antartica vi sono due zone frontali in cui le temperature in superficie sono dell'ordine di 2-3 gradi. Una è rappresentata dalla "convergenza antartica" che si stende fra 50° e 60° di latitudine S e circonda completamente il continente. A circa 40° S si trova la seconda zona, dai limiti ancora incerti, chiamata "convergenza subtropicale". Per gli oceanografi queste due zone frontali delimitano l'A. e la Subantartide e sostituiscono, così, con dei limiti rigidamente scientifici, le convenzioni empiriche che confinavano l'A. entro i limiti della terraferma e affidavano i confini della Subantartide alle preferenze dei singoli studiosi.

Le masse delle acque antartiche sono identificabili dal rapporto temperatura-salinità e con questo metodo sono state identificate, a S della convergenza, tre principali masse d'acque. Nell'ordine esse sono: le acque superiori che circondano il continente e sono formate da uno strato spesso da 100 a 250 m; hanno temperature e salinità basse (d'inverno diventano omogenee e freddissime) e sono la sorgente delle acque abissali antartiche. Il riscaldamento estivo produce le acque superficiali che hanno temperature più alte e salinità più bassa a causa dello scioglimento dei ghiacci di origine terrestre. Le residue e più fredde acque basse, dalle caratteristiche quasi uguali a quelle delle acque superficiali, sono le acque invernali. Al di sotto delle acque superiori c'è una spessa massa di acqua profonda che è caratterizzata da una temperatura omogenea fino a 300-350 m e che è stata battezzata "acqua circumpolare antartica". Lungo il fondo c'è l'acqua abissale con bassa temperatura e con valori di densità più alti di quanto si sia riscontrato in qualsiasi altro mare. Questa massa abissale è formata dal miscuglio, sopra lo zoccolo continentale (e specialmente nel Mare di Weddell) dell'acqua invernale con l'adiacente acqua circumpolare. La massa delle acque abissali si spinge verso nord e penetra nei maggiori bacini oceanici: la sua presenza si fa sentire anche a nord dell'Equatore. In definitiva, il trasporto generale dell'acqua antartica segue una direzione orientale e le perdite sono compensate da un movimento verso sud delle acque profonde. Si nota una divergenza discontinua fra il sistema dei venti orientali nei pressi della costa e la corrente generale occidentale nelle zone a S della convergenza antartica. Acque circumpolari che si diffondono verso oriente provengono dalla scarpata continentale ed entrano nel Mare di Ross. Qui, mescolate ad altre, vanno a collocarsi sotto la superficie nella parte sud-occidentale e determinano la prima degradazione del pack in quel mare. Risulta evidente, quindi, che le acque antartiche hanno influenza notevole sulla climatologia e sulla biologia dell'emisfero australe, anche se ancora i fenomeni cui danno luogo restano da studiare e da interpretare. I sovietici hanno scoperto l'esistenza di un'enorme corrente che circonda l'Antartide. Questo fiume oceanico è molto più possente della corrente del Golfo. Largo circa 2000 km, va da ovest a est attraverso il Pacifico, l'Atlantico e l'Indiano. La sua portata supera 200 miliardi di mc/sec.

La morfologia interna dell'A. è ormai definitiva e nuove catene montuose sono state segnate sulle carte. La catena Andina continua nell'A. dividendosi in una parte orientale, costituita forse da un'unica massa, e in una occidentale formata da un arcipelago le cui isole sono saldate insieme dalla cappa di ghiaccio su cui si alzano montagne che raggiungono altezze di 6000 metri. A questo risultato si è giunti usando il metodo dei sondaggi sismici, lo stesso che ha permesso di scoprire che il Polo Sud non è sul mare, ma su uno strato di rocce che s'innalza a 270 m sul livello marino. Sullo strato roccioso poggiano 2500 m di ghiaccio molto denso.

Nell'A. si trovano delle zone con laghetti di acque relativamente calde, dove la neve fa una breve comparsa per sciogliersi subito: queste zone furono chiamate oasi polari o, più recentemente, valli aride. Si pensava che queste zone fossero di origine vulcanica, ma la conclusione a cui sono giunte le più recenti indagini è che l'oasi è determinata dal particolare rilievo della regione, difesa da una catena di colline che i ghiacci continentali sono obbligati ad aggirare e che fermano i freddissimi venti provenienti dal sud. Le nevi, poi, si sciolgono abbastanza facilmente durante l'estate, grazie anche alla particolare struttura geologica delle colline. I sovietici, i neozelandesi e i giapponesi hanno dato notevoli apporti alla soluzione di questo problema. Nel campo della glaciologia si è appurato che il volume di tutti i nevai e ghiacciai esistenti sulla terra - e segnatamente nell'A. - è superiore del 40% a quanto si era ritenuto fino ad oggi. L'errore di credere che nell'A. l'estensione delle terre coincidesse con quella dei ghiacci determinò l'inesatta teoria astrofisica della sincronizzazione delle età del ghiaccio. I sondaggi sismici, magnetici e di gravità compiuti nel corso dell'AGI hanno dimostrato non vera questa teoria. È stato scoperto che la parte terminale del Tavolato di ghiaccio Filchner è limitata da due catene montuose, le montagne Sentinella e i monti Pensacola. I piedi di queste due catene, però, non s'incontrano e sotto i ghiacci potrebbe trovarsi un canale o un braccio di mare che unisce il Mare di Weddell a quello di Ross. I sondaggi sismici hanno provato, intanto, che la maggior parte delle terre antartiche è sotto il livello del mare.

Il ghiaccio continentale ha sempre impedito di fare un calcolo esatto della superficie dell'Antartide. Tale calcolo non è possibile nemmeno ora, ma le esplorazioni recenti permettono di ridurre ulteriormente gli errori. Secondo I. A. Suyetova le aree del continente sono le seguenti: inclusa l'isola Alessandro, ma esclusi i tavolati di ghiaccio, le creste di ghiaccio e le isole della piattaforma continentale, km2 12.393.000 (± 5.500); incluse le isole con altezze superiori ai 500 m, km2 12.480.000; incluse tutte le isole della piattaforma continentale, km2 13.997.000. La superficie e l'altezza media della roccia superficiale è la seguente: parti del continente sopra il livello del mare, incluse le isole, km2 8.276.000, alt. +860; parti del continente sotto il livello del mare, km24.204.000, alt. −480. Nelle arenarie del Permiano e nelle formazioni adiacenti si sono scoperti degli strati di ligniti, ricchi di fossili e di tronchi d'albero con un diametro variante fra i 30 e i 60 centimetri, cosa che sta a dimostrare come l'A. godesse, in epoche geologiche, di un clima caldo umido. Si svilupparono, quindi, vastissime foreste da cui derivarono i giacimenti carboniferi grazie a processi vari di deposito e di trasformazione ad opera di batteri in condizioni anaerobiche. Vedi tav. f. t.

Bibl.: Geographic Names of Antarctica, Washington 1956 e successivi aggiornamenti; A. Cailleux, Géologie de l'Antarctique, Parigi 1963; S. Zavatti, I Poli, Milano 1963; Biology of the Antarctic Seas, a cura di M. O. Lee, 1964; Antarctic Geology, a cura di A. J. Adie, Amsterdam 1964; T. Hatherton e altri, Antarctica, Londra 1965; Biogeography and Ecology in Antarctica, a cura di J. Van Meighem, P. Van Oye, J. Schelt, L'Aia 1965; Accademia delle Scienze, Atlas Antarktiki, Mosca 1966, pp. XXIII e 225 carte; Antarctic Bibliography, Washington (6 voll. fino al 1974); American Geographical Society, Antarctic Map (fino al 1975 sono stati pubblicati 19 fascicoli, cioè l'intera opera, ognuno dei quali è composto di numerose carte particolari); I. A. Suyetova, The dimensions of Antarctica, in Polar Record, Cambridge, vol. 13, n. 84, 1966; Problems of the Arctic and Antarctic, a cura di N. A. Ostenso, Montreal 1966; L. B. Quartermain, South to the Pole, Londra 1967; H. G. R. King, The Antarctic, ivi 1969; M. Murayama, Report of the Japanese traverse Syowa-South Pole, Tokyo 1971; S. Zavatti, L'esplorazione dell'Antartide, Milano 1974; Geochemical and Geophysical studies of Dry Valleys, Victoria Land in Antarctica, a cura di T. Torii, Tokyo 1975; S. Zavatti, Gli studi sulle regioni polari nel quinquennio 1971-1975, in Boll. Soc. Geogr. It., n. 1-3, 1976.

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