ANTARTIDE
. Storia dell'esplorazione (III, p. 436). - Sir Hubert Wilkins riprese le esplorazioni antartiche nell'estate australe del 1929. Tornato infatti, con la nave William Scoresby, nel dicembre 1929 all'isola Deception, inoltratosi nello stretto fra la Terra di Graham e l'Arcipelago di Palmer poté rettificare le scoperte fatte l'anno precedente, indi in un volo compiuto il 31 dicembre 1929 riconobbe l'insularità della Terra di Charcot. Intravviste ad E. altre isole lontane e convinto che anche in questo tratto il vero continente si trovi assai più a S., forse verso il 71° di lat., per designare tutto il complesso d'isole che, compresa la Terra di Graham, si stendono dalle Shetland Australi verso SO. fino alla Terra di Charcot, egli propose il nome collettivo, già accettato, di Arcipelago Antartico. Procedendo quindi con la nave verso SO., oltrepassata l'Isola di Pietro I, il Wilkins arrivò a superare il 70° lat. S. verso il 101° long. O., donde con un volo si spinse sopra il pack fino a 73° lat. senza poter avvistare la terraferma come sperava, per cui, compiuto il volo, la nave tornò all'isola Deception seguendo una rotta più a S.
Trascorso l'inverno australe del 1929 nell'accampamento di Little America, la spedizione Byrd con alcuni voli di prova iniziò la nuova stagione antartica nel novembre 1929. Durante uno di questi voli il geologo Harry Gould riuscì a stabilire una base di rifornimento ai piedi dei Monti Regina Maud, il maggiore ostacolo da superare per raggiungere il Polo.
Questa poderosa catena si presenta infatti quanto mai aspra e ripida verso la Grande Barriera, e coperta da imponenti ghiacciai che lasciano a nudo la roccia solo in pochi e limitati spazî. Il dislivello è di circa 3000 m. e dei molti ghiacciai i più importanti sono l'Amundsen, il Thorne, il Leverett e l'Axel Heiberg. L'Amundsen, lungo 160 km., fra tutti i ghiacciai conosciuti è inferiore solo al ghiacciaio di Beardmore (200 km.) che scende pure dall'altipiano antartico, ma duecento miglia circa più a NO., lungo l'itinerario seguito dallo Scott. La cima più notevole invece è il M. Fridtjof Nansen (4010 m.), così battezzata già da Amundsen. Il Polo fu raggiunto dal Byrd il 29 novembre 1929 con un magnifico volo di sole 18 ore, sorvolando nell'andata il ghiacciaio Liv e il 170° long. O. e nel ritorno il ghiacciaio Axel Heiberg. Durante questo volo, il Byrd poté constatare che fra l'84° e l'85° di lat. S. non esiste alcuna terra e che l'orlo del continente corre probabilmente dalla Terra Vittoria verso S. e SE., accompagnato da una catena montuosa, già osservata per un buon tratto dal Gould e nota col nome di Monti Charles Bob. Assai fruttuoso fu anche il volo che il Byrd compì il 5 dicembre 1929, diretto verso NE., oltre la Terra di Edoardo VII, nel cui settore già nella stagione precedente era stata scoperta la Terra di Maria Byrd, la Catena Rockefeller e i Monti Alessandra. Questo volo infatti portò alla scoperta d'una vasta terra estesa verso oriente molto di là dal 150° long. O., attraversata da N. a S. dalla lunga catena dei Monti Edsel Ford.
Nel campo scientifico, oltre alle osservazioni del geologo Gould, fatte ai piedi della Catena Regina Maud, in base alle quali si poté stabilire non esistere alcuna relazione fra la struttura dell'Antartide occidentale e dell'orientale, furono studiate accuratamente per 12 mesi le variazioni magnetiche e compiute importanti osservazioni sulle aurore australi. La spedizione fu rilevata il 18 febbraio 1930 e ricondotta alla Nuova Zelanda dalla nave City of New York.
Anche sir Douglas Mawson, comandante d'una spedizione australiana, alla fine di dicembre del 1929 oltrepassò il Circolo Polare, con la vecchia Discovery di Scott, presso il 74° long. E. e scoprì con voli le isole Douglas, avvistando le coste continentali che egli chiamò Terra di Mac Robertson, donde, proseguendo verso O. sempre lungo la costa fino alla Terra di Kemp e all'isola Proclamation, il 14 gennaio 1930 s'incontrò al largo della montuosa Terra di Enderby con la Norvegia, comandata da H. Riiser Larsen.
Nell'estate antartica successiva (1930-1931) il Mawson, sempre con la Discovery, tornò nelle regioni australi. Partito da Hobart, dopo toccate le isole Macquarie, Bishop, Clark e Balleny, esplorò la zona a N. della Terra Adelia e il Mare di D'Urville. In seguito a una serie di osservazioni magnetiche fatte presso Capo Denison, nella Terra di Re Giorgio, s'è potuto constatare che il polo magnetico dal 1911 ha subito uno spostamento di circa 100 miglia verso NO. Durante un volo da Capo Robert, il 7 gennaio 1931 fu scoperta a occidente di Capo Mickerton, fra il 60° e 67° lat. S. e il 128° e 121° long. E. una nuova terra, chiamata Terra di Banzare; quindi, procedendo con la nave verso O., il Mawson riuscì prima a scoprire alcune isole, poi, eseguito il rilievo della Terra di McRobertson già veduta l'anno prima, a scoprire a 61°½ E. un'altra nuova terra costituita di terreni cristallini e di gneiss. Nell'aprile 1932 la nave, partendo da Città del Capo, fece ancora un viaggio ai mari antartici, durante il quale costeggiò per un centinaio di chilometri la Terra di Enderby, per poi da Fremantle, nell'Australia, tornare per due volte verso il S. e dirigersi quindi verso le Falkland compiendo lungo la rotta numerose importanti ricerche idrologiche e planctoniche. Le ricerche furono continuate nell'estate australe 1932-33, prima intorno alle Falkland, poi nei mari a S. dell'isola Bouvet: furono studiate le condizioni dell'Atlantico meridionale, specialmente in rapporto alla caccia alla balena, e contemporaneamente vennero fatte importanti osservazioni sui venti, sulle variazioni climatiche e sulle profondità dell'oceano, in base alle quali si poté constatare che l'Antartide è collegata all'America Meridionale attraverso una serie di soglie sottomarine non molto profonde. Contemporanee alle esplorazioni del Mawson sono quelle parimenti notevoli del norvegese H. Riiser Larsen. Questo valoroso esploratore già nel febbraio 1929 aveva toccato con la nave Norvegia l'isola di Pietro I, poi, trascorso l'inverno nella Georgia Australe, aveva nel novembre 1929 rilevato completamente la vulcanica isola Bouvet e, prima d'incontrarsi col Mawson al largo della Terra di Enderby, preso possesso per la Norvegia d'un punto del continente antartico che egli aveva raggiunto con l'aeroplano dalla nave fermatasi a 65° 15′ S. e a 49° 30′ E., situato fra la Terra di Coats e la Terra di Enderby, già scoperta nel 1831 dal Biscoe, ma da allora mai più toccata. Procedendo sempre verso O., dopo l'incontro col Mawson, il Riiser Larsen in un nuovo volo riuscì a scoprire il 15 gennaio 1930 un nuovo tratto di costa che fu detto Terra Regina Maud; quindi, ripresa la navigazione, durante la quale furono fatti numerosi scandagli, il 18 febbraio fu scoperta, a circa 13° long. O., un'altra zona costiera dell'Antartide, cui fu dato il nome di Terra Principessa Martha e che risultò unita verso O. alla Terra di Coats. Dopo questa nuova scoperta fu iniziato il viaggio di ritorno, prima navigando verso E., poi verso N., lungo il 10° long. E., e verso NE., per arrivare il 10 marzo a Città del Capo. Nell'estate successiva il Riiser Larsen riuscì ancora a compiere con la Norvegia l'intera circumnavigazione dell'Antartide, iniziando il viaggio da Città del Capo il 7 ottobre 1930; e con un volo fortunato poté scoprire tra 24° 15′ e 33° 30′ long. E. e 70° 30′ e 68° 40′ S. la nuova Terra Principessa Ragnhild che continua quella della Regina Maud, da lui scoperta nel gennaio e della quale prese possesso in nome della Norvegia, gettandovi una bandiera e una dichiarazione scritta.
Ancora sull'inizio invece fallì la spedizione che il Riiser Larsen voleva compiere nel 1933 per esplorare le coste antartiche del Mare di Weddell. Dalla Terra Ragnhild infatti l'esploratore si proponeva di raggiungere in slitta la Terra di Hearst girando a S. del Mare di Weddell. Il percorso, che si doveva compiere con tre slitte rimorchiate da 53 cani, era calcolato di 3500 miglia. Però la spedizione era appena sbarcata il 7 marzo alla Terra Ragnhild, che una violenta tempesta separò, spezzando i ghiacci della barriera, gli uomini dal materiale e dai cani, e il Riiser e i suoi compagni poterono essere raccolti dalle baleniere Thorshammer e Thorlyn subito accorse ai richiami.
Nel 1934 tre spedizioni si recarono nei mari antartici, tutte fornite di larghi mezzi e con programmi assai vasti: quelle americane del Byrd e di L. Ellsworth, e quella inglese della Discovery II (cap. Nelson) e della Penola.
La spedizione dell'ammiraglio R. Byrd partì il 24 novembre del 1933 da Norfolk (Stati Uniti) in parte a bordo del piroscafo Jacob Ruppert e in parte sulla baleniera mista Bear of Oakland, diretta alla stazione di Little America, con un vastissimo programma di esplorazioni terrestri e aeree che per due anni avrebbero occupato 70 uomini, quasi tutti studiosi e scienziati di fama. Dalla stazione il Byrd intendeva compiere una serie di voli tutto intonno, in modo metodico e progressivo, allo scopo di conoscere fin dove si estende la Terra Maria Byrd e ciò che esiste di là dalla catena dei Monti Edsel Ford.
Più ancora che nei voli fortunati già compiuti nell'estate precedente, il Byrd ha dato prova di coraggio e di costanza eroica nell'avere voluto e saputo trascorrere solo ben quattro mesi e mezzo dell'inverno antartico 1934 nella baracca costruita a S. della stazione di Little America, dal 25 marzo, cioè, alla metà d'agosto, quando venne raggiunto da Th. Poulter, in compagnia del quale rimase poi ancora per altri due mesi, prima di fare ritorno alla base principale. Durante questo periodo, malgrado la debolezza, l'insonnia e i gravi disturbi provocati dalle esalazioni della stufa ad acetilene e dell'alimentatore a gas della sua radio e malgrado il freddo intenso - fin 30° sotto zero nell'interno stesso della baracca, mentre all'esterno furono notati fino a 80° sotto zero - l'ammiraglio, oltre che studiare il vasto programma delle operazioni da intraprendere nella primavera successiva, poté raccogliere numerosi e regolari dati meteorologici e fare varie interessanti osservazioni sulle aurore polari che completano quelle prese contemporaneamente a Little America. Nel novembre il Byrd iniziava i viaggi con slitte e i voli d'esplorazione.
Non meno importante era il programma di esplorazioni della seconda grande spedizione americana; organizzata dal ricchissimo aviatore Lincoln Ellsworth e dall'esploratore inglese sir Hubert Wilkins, quasi contemporanea alla prima, partita da Dunedin con la baleniera Wyatt Earp il 15 settembre 1934 e giunta il 14 ottobre all'isola Deception dove stabilì una prima base, portata poi all'isola Snow Hill, dove fu ritrovata la capanna della spedizione di O. Nordenskjöld del 1903. L'Ellsworth si proponeva di compiere la trasvolata dell'Antartide fino alla Baia delle Balene nel Mare di Ross, superando una distanza di oltre 2400 km. sopra una regione pressoché sconosciuta. Il velivolo usato era un monoplano Northrop Delta, lungo m. 8,94, ad ala bassa, con apertura d'ali di m. 14,63, munito di motore Pratt Whitney Wasp di 600 cavalli, capace di sviluppare una velocità massima di 370 km. l'ora, e con carrello a ruote e sci. Avverse condizioni atmosferiche costrinsero l'Ellsworth e il suo compagno B. Balchen a ritornare alla base dove, nella capanna e per tutta l'isola, ritrovarono una ricca collezione di fossili. Dopo una pericolosa navigazione tra i ghiacci, la Wyatt Earp raggiunse Montevideo il 3 febbraio 1935.
Organizzata dal Ministero delle colonie è stata la spedizione inglese della Discovery II, comandata da A. L. Nelson e composta di 52 persone, partita nel novembre 1933 e ritornata nel giugno 1935, dopo 20 mesi di assenza. La spedizione riccamente fornita anche di strumenti scientifici, sotto la direzione di N. A. Mackintosh, ha compiuto le progettate ricerche sulla fauna terrestre e marina delle regioni antartiche con particolare riguardo alla pesca delle balene, ha eseguito numerosi nuovi scandagli per rilevare il fondo dei mari antartici e le loro connessioni con la platea continentale africana e con quelle delle isole Sandwich meridionali. Ha inoltre compiuto numerose determinazioni delle correnti superficiali e profonde, che hanno rivelato un legame molto stretto con le correnti profondate dell'Atlantico, quali risultavano dalle ricerche della Meteor.
Le esplorazioni dei mari e del continente antartico sono continuate in questi ultimi due anni col ritmo dei precedenti, sopra tutto ad opera degli Inglesi e più precisamente della spedizione della Penola che dall'ottobre 1935 all'agosto 1937 ha lavorato nell'Atlantide sotto la direzione di J. Rymill, non nuovo alle imprese delle regioni polari. Il Rymill, accompagnato dai biologi Bertram e Bingham, dal geologo Fleming e dal meteorologo Riley scelse la base di sverno presso la Baia Margherita (68° 70′ S.), sulla costa sud-occidentale della Terra di Graham. Egli assodò che in tale regione non v'è traccia dei Canali di Crane, Casey e Stefansson, che Wilkins nel 1928 aveva creduto di poter intravvedere dall'aereo. Ne risulta quindi che la Terra di Graham appare, come già in precedenza si riteneva, collegata direttamente al continente. Verso SO. la spedizione poté raggiungere l'isola di Alessandro I, scoperta nel 1821 da F. F. Bellingshausen e di cui più tardi Charcot aveva accertato l'esistenza, dandone però notizie più sicure, dalle quali essa risulta circa cinque volte più grande di quanto non si pensasse e separata dal continente da una fossa larga 15 miglia e lunga circa 200. Da ciò si può affermare che tale regione (Terra di Graham), oltre a non formare un arcipelago, costituisce il collegamento tra le Ande e il nucleo principale dell'Antartide.
Negli ultimi mesi del 1935 e nel gennaio 1936 l'esploratore Lincoln Ellsworth, accompagnato dal pilota canadese H. Hollick-Kenyon, ha compiuto una interessante trasvolata aerea dei due settori occidentali del continente. Dopo il fallimento del primo suo tentativo e dopo avere studiato a fondo le condizioni meteorologiche della regione s'era reso conto che per un'impresa del genere occorreva seguire una rotta dalla zona del Mar di Weddell verso quella del Mar di Ross. Appoggiato da una nave da pesca, la Wyatt Earp munita di motori Diesel e capace di 7-8 nodi orarî ha raggiunto nel settembre del 1934 la Nuova Zelanda e dopo un primo tentativo, non riuscito, del gennaio 1935 ne ha effettuato un secondo all'inizio del novembre dall'isola Dundee. Fallito anche questo l'Ellsworth riuscì a prender il volo con il Polar Star il 23 novembre, in direzione del Mar di Ross.
Dopo un volo di circa 14 ore ha ricoperto circa metà del percorso, poggiando alquanto a occidente della vera rotta e avendo modo di osservare dapprima un profondo canale, identificabile con quello di Stefansson, senza però poter definirne la vera natura, inoltre nella terra intravvista ha osservato dei monti chiamati Eternity Range (Cime Faith, Hope, Charity) e una seconda catena, la Sentinel Rance; di questa terra ha preso possesso in nome degli Stati Uniti, denominandola Terra di J. W. Ellsworth.
Eseguito un primo atterraggio e fissata la posizione, l'aviatore ha potuto riprendere il volo nei giorni seguenti, ostacolato dalla neve, ma favorito dal buon tempo e venti da N. verso la Baia delle Balene, raggiungendo il 5 dicembre l'isola Roosevelt. Qui gli esploratori dovettero rinunciare all'aeroplano per mancanza di benzina e il 9 partirono a piedi per Little America, dove arrivarono il 15; un mese dopo, furono raggiunti dal Discovery II, inviato dal governo australiano il 23 novembre, quando la loro stazione radio trasmittente aveva cessato di funzionare.
Carattere notevole delle ultime esplorazioni è quello di aver diretto l'attenzione allo studio delle caratteristiche fisico-chimiche e biologiche dei mari prossimi al continente antartico. Tra le più interessanti le due spedizioni del Discovery Committee, che ha inviato la Discovery II e la William Scoresby; a bordo di quest'ultima ha preso imbarco il cap. J. Endresen, tecnico peschereccio, con personale e attrezzatura speciale per studî e ricerche di carattere oceanografico.
Il fattore economico determiriante è dato dall'importanza sempre maggiore che la pesca della balena e le industrie connesse vengono ad assumere in queste regioni. Occorre infatti tener presente che i tre quarti della produzione mondiale proviene dall'emisfero australe e più della metà di questa quantità dai mari attigui al continente. I quattro quinti del totale pescato appartengono a due specie, balenottera degli antichi (fin whale, Balaenoptera physalus) e balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) e per queste due specie, sulla scorta delle ricerche fatte, si è potuto stabilire che il periodo di gestazione è di circa un anno e che, come massimo, le nascite si possono avere ad anni alterni. Le osservazioni dei balenieri e le statistiche fatte, permettono inoltre di stabilire con certezza segni di diminuzione della quantità di animali; arguibile dall'aumento eccessivamente forte di animali catturati. Di fronte a 11.000 balene e balenottere pescate nel 1919, se ne hanno circa 30.000 nel 1929, e ciò a causa da un lato dell'attrezzatura industriale che si è andata perfezionando con l'uso di navi speciali (navi officina per la lavorazione in posto) e la fondazione di basi industriali fisse e dall'altro per le conoscenze sempre più sicure sulle abitudini di questi animali, in stretta relazione con le caratteristiche climatiche delle regioni e con le migrazioni, che risultano dalle statistiche delle isole Falkland e delle stazioni dei mari australi.
Le ricerche fatte in epoca più recente sulle condizioni dei mari australi e sulle loro caratteristiche tanto in superficie che in profondità, queste ultime messe in rilievo anzitutto dagli studî del Meteor e successivamente da quelli del Discovery Committee, permettono di rendersi conto del meccanismo delle correnti marine di queste regioni sia in superficie sia in profondità e di chiarire anche le migrazioni, in relazione al trasporto di plancton, delle balene e balenottere.
Occupazioni territoriali e divisione politica attuale. - Per poter regolare e disciplinare la caccia marittima si debbono tener presenti le prese di possesso o meglio dichiarazioni di possesso sulle terre dell'Antartide, richiamandosi generalmente a diritti derivanti dal primo scopritore.
In ordine di tempo si è avuta prima la Gran Bretagna che dal 1909 ha vantato diritti su un territorio di circa 3 milioni di kmq., comprendente la Georgia Australe, le Orcadi Australi, le Shetland Australi, la Terra di Graham; nel 1923 essa ha affermato i suoi diritti anche sul settore pacifico, comprendente la Terra Vittoria, il Mar di Ross, attribuito come dipendenza alla Nuova Zelanda e nel 1930 si è annesso anche il settore comprendente la Terra di Wilkes, esplorata dall'australiano Mawson.
In questo settore vi è tuttavia un incluso, quello della Terra Adelia, di limiti imprecisati, sulla quale insieme con l'isola Crozet ha accampato i suoi diritti di priorità la Francia.
La Norvegia inoltre, pur conservando i punti di appoggio per i suoi balenieri in territorio britannico, ha nel 1927 affermato i suoi diritti sull'isola Bouvet nell'Atlantico meridionale e nel 1931 sull'isola di Pietro I, posta fuori del settore inglese e infine sulle terre a oriente del settore inglese delle Falkland, attigue alla Terra di Enderby, ribattezzandole con nomi norvegesi.
Infine gli Stati Uniti d'America, in seguito alle spedizioni dell'amm. Byrd, e alla trasvolata di Ellsworth, accampano diritti sulle regioni attigue alla Terra di Graham (Terra di Maria Byrd e Terra di J. W. Ellsworth), benché la delimitazione di questo settore potrà dar luogo a contestazioni sia con la Gran Bretagna sia con la Norvegia.
In conclusione si ha una partizione politica in settori: tre britannici, due dei quali spazialmente contigui; uno norvegese e uno nordamericano e infine un incluso francese di limiti incerti.
Dato l'interesse economico di tali regioni si ha quindi una partizione politica, che dovrà esser regolata da un'intesa tra le varie potenze interessate, prima ancora che il continente sia completamente riconosciuto.
Bibl.: H. Wilkins, The Wilkins-Hearst Antarctic Expedition 1928-29, in The Geographical Review, 1929, pp. 353-376; G. Isachsen, Modern Norvegian Whaling in the Antarctic, ibid., 1929, pp. 387-403; D. Mawson, The Antarctic cruise of the "Discovery" 1929-30, ibid., 1930, pp. 535-554; H. Wilkins, Further Antarctic Explorations, ibid., 1930, pp. 357-88; H. Riiser Larsen, The "Norvegia" Antarctic Expedition of 1929-1930, ibid., 1930, 555-573; M. Laurence, Some Geographical Results of the Byrd Antarctic Expedition, ibid., 1931, pp. 177-200; H. J. Gordon, The Conquest of the South Pole. Antarctic Exploration 1906-1931, Londra 1932; G. Isachsen, Norvegian Exploration in the Antarctic 1930-1931, in The Geographical Review, 1932, pp. 83-96; As. C. McKinley, Mapping the Antarctic from the air, in The National Geographic Magazine, ottobre 1932; J. M. Scott, Adm. Byrd's Antarctic expedition, in Geographical Journal, LXXXIV (1934), p. 151 segg.; id., ibid., p. 247 segg.; W. E. G., The British Graham Land Expedition, ibid., LXXXIII (1934), p. 381 segg.; R. Almagià, Le Terre Polari, in Geografia Universale illustrata, II, Torino 1935; Boll. R. Soc. geogr. ital., anni 1932-37; Nature, anni 1931-37; L. Ellsworth, The First Crossing of Antarctica, in The Geographical Journal, LXXXIX, n. 3, marzo 1937; The Geographical Journal, anni 1934-1937.