Uomo politico croato (Bradina, Erzegovina, 1889 - Madrid 1959), continuatore del nazionalismo radicale di S. Radić, A. Starčević e J. Frank; avversò l'unione alla Serbia, e (1929), dopo l'eccidio di Radić e dei suoi alla Skupština e la proclamazione della dittatura di re Alessandro I, diede vita al movimento ustascia, emigrando all'estero. Organizzò rivolte nella Lika e (1934) l'assassinio a Marsiglia di re Alessandro. Condannato a morte in contumacia, rimase in carcere in Italia sino al 1936; quindi, liberato, gli fu negata ogni attività. Durante la seconda guerra mondiale, dopo il crollo iugoslavo (1941), divenne poglavnik (o "duce") dello stato croato indipendente (comprendente anche la Bosnia-Erzegovina) creato dalle potenze dell'Asse e condusse violente persecuzioni, in particolare contro Serbi ed Ebrei, nel tentativo di rendere tale stato etnicamente puro. Dopo la sconfitta della Germania nel maggio 1945 fuggì in Austria, e si rifugiò poi in Argentina; nel 1957 infine si trasferì in Spagna.