antecessore
. La parola figura dieci volte nelle opere dantesche. L'unico esempio della Commedia è in If XXVII 105 Lo ciel poss'io serrare e diserrare, / come tu sai; però son due le chiavi che 'l mio antecessor non ebbe care; il papa Bonifacio VIII allude qui a Celestino V, suo immediato " predecessore ", e alla rinuncia al pontificato da questo compiuta.
Nelle altre occorrenze (tutte appartenenti al Convivio), la voce vale " antenato ", " avo ". Particolare frequenza ha in tal senso nel cap. XIV del IV trattato, dove compare sette volte ai §§ 5, 6, 10 (due volte), 13 e 14 (due volte), a proposito della questione se la nobiltà comincia in quel tempo che si dimenticherà lo basso stato de li antecessori (§ 5). Uguale significato ha in Cv IV VII 9 e 10.