Blair, Anthony Charles Lynton (detto Tony)
Blair, Anthony Charles Lynton (detto Tony). – Uomo politico britannico (n. Edimburgo 1953). Leader del Partito laburista ha impresso al suo partito un rinnovamento della linea politica in senso liberale e antistatalista ed è stato per dieci anni (dal 1997 al 2007) alla guida del governo. Soprattutto negli anni del suo secondo mandato (2001-2005) ha promosso una politica economica neoliberista avviando un programma di privatizzazioni della sanità e dei trasporti, in armonia con gli indirizzi dell’Unione europea ma duramente contestato dai sindacati. Dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e a Washington, B. si è allineato sulle posizioni di George W. Bush, con il quale ha dato vita alla coalizione angloamericana che nell’ottobre dello stesso anno ha attaccato l’Afghānistān. Altrettanto deciso è stato il supporto di B. al presidente degli Stati Uniti in merito al piano di invasione dell’Irāq per rovesciare Ṣaddām Ḥusayn, accusato di possedere armi di distruzione di massa, nonostante le perplessità o la decisa opposizione manifestata da molti paesi (in modo particolare dalla Francia) nei confronti dell’opzione militare. Con la fine del conflitto, accertata l’infondatezza delle accuse che avevano motivato l’aggressione, il premier britannico è stato fatto oggetto di dure critiche, anche all’interno del suo partito. Alle elezioni politiche del maggio 2005 il Partito laburista è risultato ancora una volta vittorioso e B. ha inaugurato il suo terzo mandato di primo ministro, ma in un clima segnato da un sensibile calo di consensi. Dopo gli attentati terroristici a Londra (luglio 2005), il premier ha annunciato una legge antiterrorismo che avrebbe prolungato da 14 a 90 giorni la detenzione preventiva per i sospetti terroristi o fiancheggiatori del terrorismo islamico. Presentata alla Camera dei comuni, la legge è stata bocciata il 9 novembre dello stesso anno; questa sconfitta ha evidenziato una perdita di credibilità del premier britannico, già compromessa dalla vicenda irachena, e lo ha indotto (giugno 2007) alle dimissioni dalla guida del partito e del governo. Lasciati gli incarichi politici, B. è stato nominato mediatore per il Medio Oriente su mandato di ONU, UE, Russia e Stati Uniti.