anticentralista
(anti-centralista), agg. Tendente a non devolvere il potere politico e amministrativo alle istituzioni centrali dello Stato.
• La prima Repubblica non è stata «affondata» dai magistrati. Dietro ai magistrati, a [Silvio] Berlusconi e al movimento referendario guidato da [Mario] Segni c’era il territorio. Bandiera della rivolta anticentralista del Nord, guidata dalla Lega. Delle rivendicazioni dei sindaci e dei presidenti provinciali e regionali, eletti direttamente dai cittadini. Non a caso, verso la metà degli anni Novanta, si parlò di un «partito dei sindaci». Perlopiù di centrosinistra, ma non solo. Perlopiù del Nord e del Nordest. Ma non solo. Mirava a riformare lo Stato centrale e i partiti nazionali. (Ilvo Diamanti, Repubblica, 7 giugno 2009, p. 1, Prima pagina) • Nei primi anni delle presidenze Bush, a Washington ci si è baloccati a lungo con l’idea di sfruttare le diversità etniche e religiose presenti in Iran, sostenendo movimenti autonomisti o anti-centralisti fra cui gli azeri del nordovest, gli arabi sunniti del sud e i baluci (pure sunniti) del Sistan-Baluchistan. (Riccardo Redaelli, Avvenire, 18 gennaio 2011, p. 1, Prima pagina) • In Lombardia la tradizione politico-culturale del centro-destra si esprimeva in chiave anticentralista, se non secessionista, e in una concezione liberale dei rapporti fra individuo e Stato, oltreché in una visione economica di tipo liberista congruente con le aspettative della piccola e media imprenditoria privata e con i principi del libero mercato. (Francesco Perfetti, Tempo, 13 ottobre 2012, p. 9, Primo Piano).
- Derivato dall’agg. centralista con l’aggiunta del prefisso anti-.
- Già attestato nell’Unità del 14 settembre 1966, p. 3, Attualità (Giuseppe Boffa).