ANTICLO ("Αντικλος)
Secondo un passo del IV libro dell'Odissea, A. fu uno degli eroi chiusi nel cavallo di Troia. Quando Elena si aggira tre volte intorno al sospetto cavallo di legno, imitando la voce delle mogli di ciascuno degli eroi Ulisse riesce facilmente a contener gli altri, ma non Anticlo, che apre bocca a rispondere; se non che Ulisse gli preme la bocca con le mani, salvando così i Greci.
Il nome, non perspicuo, sembra accennare a una figura leggendaria antica; è probabile che l'Odissea attinga qui a poemi alquanto più antichi, Piccola Iliade o Etiopide (v. ciclici). Anzi non è certo che non si tratti di una interpolazione da quei poemi.
Il tardo Trifiodoro (v.) inventa, esagerando, che Ulisse strozzò addirittura A. e che i compagni doverono rendergli silenziosi onori funebri nel ventre del ligneo mostro.
L'episodio di Anticlo è stato colorito e sviluppato dal Pascoli in uno dei Poemi Conviviali.
Fonte unica per noi, l'Odissea, IV, 285-290: da essa derivano gli accenni in Quinto Smirneo, XII, 314 e Trifiodoro, 178, 476 segg. (Trifiodoro ha solo in più il nome del padre, Ortigo). Aristarco espungeva i versi, perché di A. non si parla nell'Iliade, che non sarebbe ragione sufficiente; ma uno scolio attesta ch'essi mancavano in moltissimi mss.
Bibl.: L. Preller e C. Robert, Griech. Heldens., Berlino 1921-23, p. 1238 dà più che per i repertorî.