ANTICONGELANTI
Sostanze che si aggiungono a un liquido per abbassarne il punto di congelamento. Gli a. trovano larga applicazione nelle salamoie per bagni frigoriferi, nei liquidi usati nei circuiti di raffreddamento dei motori a scoppio, nella preparazione di soluzioni a basso punto di congelamento per comandi o trasmissioni idrauliche in climi freddi, e in altri impieghi di minore importanza. Nella tabella sono riportate le temperature di congelamento di soluzioni acquose di diverse sostanze usate come anticongelanti in funzione della concentrazione.
Nelle salamoie per bagni frigoriferi l'a. più usato è il cloruro di calcio, per quanto si usino talvolta anche il cloruro di sodio o di magnesio. Questi prodotti, di fronte agli anticongelanti organici, hanno il vantaggio di un basso costo, ma hanno l'inconveniente di dare soluzioni dotate di notevole azione corrosiva nei riguardi dei metalli. Per diminuire l'azione corrosiva sul ferro si rendono le soluzioni debolmente alcaline con un po' di soda caustica e si aggiunge alla soluzione cromato o bicromato di sodio in proporzione di circa 0,1-0,2% in peso. Per piccoli bagni frigoriferi si impiegano spesso l'alcole metilico o etilico che permettono di raggiungere temperature anche molto basse, ma hanno l'inconveniente di determinare nelle soluzioni, a temperatura ambiente, vapori infiammabili. Da questo ultimo punto di vista la glicerina e il glicol etilenico sono migliori, ma più costosi.
Nei radiatori dei motori a scoppio destinati ad operare in regioni fredde è necessario sostituire all'acqua adatte soluzioni a. per evitare che durante le soste l'acqua contenuta nel radiatore possa congelare e determinare la rottura del radiatore e talvolta anche quella del blocco motore. Nel caso dei radiatori, poiché durante il funzionamento normale del motore si raggiungono facilmente temperature di circa 90° è necessario che l'anticongelante non sia volatile, non dia vapori infiammabili e non sia alterabile per azione della temperatura. Inoltre le soluzioni non debbono dare luogo alla formazione di depositi insolubili e non debbono avere azione corrosiva sui metalli con i quali vengono a contatto. In pratica si usano oggi soltanto soluzioni di glicerina e più ancora di glicol etilenico in acqua distillata, in concentrazioni tanto maggiori quanto più bassa è la temperatura a cui si suppone possa essere esposto il motore fermo. Queste soluzioni, tuttavia, hanno l'inconveniente di avere una certa azione corrosiva, specialmente se, come normalmente avviene, si è in presenza di metalli diversi che possano dare luogo a coppie galvaniche. A ciò si pone rimedio aggiungendo alle soluzioni piccole quantità di inibitori di corrosione (nitrito e benzoato di sodio o di potassio usati congiuntamente in quantità dell'ordine di qualche unità per mille).
Nei comandi e trasmissioni idrauliche, per es. per scambî ferroviarî, strumenti automatici, ecc., si usano in genere a. a base di alcole, glicerma o glicol etilenico.
Nel campo cosmetico e farmaceutico si usa largamente il glicol propilenico per impedire il congelamento di creme od emulsioni durante il trasporto e la conservazione.
Sempre con il nome di "anticongelanti" o "antighiaccio" si indicano anche alcune sostanze che si aggiungono ai carburanti per motori a scoppio per evitare un inconveniente che si può manifestare in giornate umide e fredde. In tali condizioni climatiche accade talvolta che la benzina, evaporando rapidamente quando viene a contatto con l'aria per formare la miscela carburante, provochi un raffreddamento tale da far solidificare il vapor d'acqua contenuto nell'aria. Vicino all'ugello di uscita del carburante si possono così formare depositi di ghiaccio che producono un irregolare funzionamento o addirittura l'arresto del motore. Per evitare questo inconveniente si aggiungono alla benzina piccole quantità, dell'ordine di qualche unità per cento, di sostanze che, evaporando un po' più difficilmente della benzina stessa, possano disciogliersi nel vapor d'acqua condensato abbassandone la temperatura di congelamento. L'a. più usato a questo scopo è l'alcole isopropilico, ma si impiegano anche altri prodotti quali, per esempio, l'alcole tetraidrofurfurilico, il dietilenglicolmonometiletere e l'acetone. Recentemente è stato proposto l'impiego di dimetilformammide che sarebbe efficace anche in concentrazioni dell'ordine dell'i per mille.
Bibl.: J.H. Perry, Chemical engineers' handbook, Londra 1950; R. E. Kirk, D. F. Othmer, Encyclopedia of chemical technology, New York 1953; V. A. Kalichevsky, K. A. Kobe, Petroleum refining with chemicals, Londra 1956.