• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

anticorpo monoclonale

di Paolo Tucci - Dizionario di Medicina (2010)
  • Condividi

anticorpo monoclonale

Paolo Tucci

Anticorpi tra loro identici in quanto derivati da cloni originati da un’unica cellula. Sono estremamente specifici nel legare una determinata sequenza (epitopo) presente su un antigene.

Tecniche di produzione

I linfociti B, in una coltura in vitro, muoiono rapidamente e quindi non possono essere utilizzati nella produzione di anticorpi. Si ricorre pertanto alla tecnica dell’ibridoma: cellule B vengono fuse in vitro con cellule di mieloma (tumore del midollo osseo). Alcune delle cellule ibride così ottenute godono sia della capacità di riprodursi indefinitamente, tipica delle cellule tumorali (saranno, quindi, immortali se mantenute in certe condizioni), sia della capacità di produrre anticorpi tipica dei linfociti B.

Tipologie

Per avere a. m. occorre iniettare l’antigene di interesse in un organismo, solitamente il topo. Attualmente si interviene anche con tecniche di ingegneria genetica e le fonti di linfociti B possono essere diverse. Se si incrocia la regione variabile (quella che riconosce l’antigene) di anticorpi murini con la regione costante di un anticorpo umano si otterranno i cosiddetti a. m. chimerici. Se, invece, si inserisce in un anticorpo umano la sola porzione della regione variabile murina che riconosce l’antigene, si otterrà un a. m. umanizzato. Infine, grazie all’uso di topi transgenici, è possibile ottenere un a. m. umano specifico per un certo antigene. Sono stati costruiti anche a. m. primatizzati, ossia costituiti da una regione variabile ottenuta da un primate (Macacus cynomolgus) e da una regione costante umana.

anticorpo monoclonale

Classificazione

Si distinguono: a. m. non coniugati, che hanno azioni dirette e indirette sul loro bersaglio; a. m. coniugati, che trasportano al sito bersaglio radioisotopi, tossine, agenti chemioterapici; a. m. bispecifici, in grado di legare due antigeni diversi; frammenti di anticorpi che, per la loro minor massa penetrano meglio nei tessuti.

Applicazioni

La grande specificità degli a. m. li ha resi oggetto di estesa applicazione. Inizialmente, gli a. m. sono stati utilizzati come traccianti (coniugandoli a isotopi radioattivi in modo da ottenere immagini dell’organo bersaglio), nei test di gravidanza e in varie tecniche analitiche (per es., ELISA). In seguito hanno avuto applicazioni terapeutiche in alcune patologie cardiovascolari, nell’artrite reumatoide, in alcune forme di cancro, nella prevenzione del rigetto nei trapianti.

Effetti indesiderati

Uno dei primi effetti osservati nell’uomo con l’uso degli a. m. è stata la loro immunogenicità. Essa è stata ridotta, ma non eliminata del tutto, con l’uso di anticorpi chimerici, umanizzati ed umani. Inoltre, gli anticorpi di origine murina presentano una breve permanenza nell’organismo e spesso non penetrano sufficientemente nelle masse tumorali. Per ovviare a questo problema si sono utilizzati frammenti di anticorpo, che però si sono rivelati meno efficaci. Molti a. m. ad azione immunosoppressiva possono aumentare l’incidenza di infezioni e di neoplasie.

Vedi anche
ibridoma In biologia, il risultato della fusione, mediante ausilio di un agente chimico o virale, di una linea o clone di cellule (per es., linfociti sensibilizzati da un solo antigene) con una linea cancerosa che presenta il vantaggio di moltiplicarsi indefinitamente. L’i. così ottenuto eredita le informazioni ... tumore Botanica In patologia vegetale, massa di tessuto priva di organizzazione, dovuta a proliferazione cellulare eccitata da qualche stimolo; vi rientrano anche le galle prodotte da insetti in vari organi delle piante (➔ cecidio). I t. hanno forma e grandezza molto varie, da intumescenze di pochi millimetri ... plasmacellula In biologia, stadio evolutivo finale del linfocito B attivato, in cui la cellula si è specializzata a sintetizzare e secernere grandi quantità di un solo tipo di immunoglobulina. La cellula a questo stadio è di dimensioni piuttosto grandi, generalmente ovoidale con nucleo piccolo e in posizione eccentrica. Plasmocitosi ... linfòma Neoplasia, con prevalente carattere di malignità, del tessuto linfatico. I l. differiscono dalle leucemie in quanto nel sangue non vengono riscontrate particolari alterazioni della morfologia cellulare. Sono patologie ad ampia eterogeneità clinica e istologica, di solito distinti in l. di Hodgkin, o ...
Indice
  • 1 Tecniche di produzione
  • 2 Tipologie
  • 3 Classificazione
  • 4 Applicazioni
  • 5 Effetti indesiderati
Tag
  • INGEGNERIA GENETICA
  • ARTRITE REUMATOIDE
  • RADIOISOTOPI
  • LINFOCITI B
  • ANTICORPI
Altri risultati per anticorpo monoclonale
  • monoclonali, anticòrpi
    Enciclopedia on line
    monoclonali, anticòrpi Anticorpi prodotti da cellule ibride, capaci di riprodursi indefinitamente in vitro, appartenenti allo stesso clone e quindi identiche. Le cellule ibride, o ibridomi, si ottengono dalla fusione di una cellula di mieloma di topo con un linfocito di topo previamente immunizzato ...
  • anticorpo monoclonale
    Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
    Massimo Breccia Anticorpo dotato di un’alta specificità verso un determinato antigene e costruito attraverso tecniche di ingegneria genetica. Le cellule che producono gli anticorpi o Ab (antibody) monoclonali si chiamano ibridomi, frutto della fusione in vitro di due cellule: una cellula tumorale con ...
Vocabolario
monoclonale
monoclonale agg. [comp. di mono- e clone]. – In biologia, che proviene da un unico clone di cellule ed è per questo provvisto di caratteristiche morfologiche, fisiologiche, genetiche, ecc. identiche a quelle delle altre cellule del clone....
anticòrpo
anticorpo anticòrpo s. m. [comp. di anti-1 e corpo]. – In immunologia, molecola proteica (immunoglobulina) che viene prodotta nel corso di una reazione immunitaria e svolge un’azione antagonista verso un antigene precedentemente giunto...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali