(gr. ᾿Αντιγόνη) Nella mitologia greca, figlia del tebano Edipo e di sua madre Giocasta (secondo la più antica tradizione, di Eurigania), sorella di Ismene e di Eteocle e Polinice. Giovinetta accompagna, con Ismene, il padre cieco nel suo esilio; dopo la miracolosa scomparsa di Edipo, torna a Tebe per mettere pace tra i fratelli in lotta. Nell’Antigone di Sofocle dà sepoltura a Polinice sfidando il divieto del tiranno di Tebe, Creonte, che la condanna a essere rinchiusa viva in una caverna, dove essa si suicida. Sul suo cadavere si uccide il suo fidanzato Emone, figlio di Creonte, che invano ne aveva tentato la difesa presso il padre. Anche Euripide scrisse un’Antigone, di cui restano frammenti.
La figura di A. ha esercitato largo influsso sulla letteratura e l’arte. Oltre al rifacimento della tragedia sofoclea di L. Alemanni (1533), si ricordano le omonime tragedie di R. Garnier (1580), di J. Rotrou (1638) e, su tutte, quella di V. Alfieri (1783). Anche i moderni hanno ripreso il tema, dandogli nuove interpretazioni: da J. Cocteau a W. Hasenclever, a J. Anouilh, a B. Brecht.