ANTIGONE (᾿Αντιγόνη, Antigñne)
Figlia di Edipo e sorella di Eteocle, Polinice, Ismene. Secondo la tradizione epica la madre era Eurigania; secondo i tragici, Giocasta.
In Sofocle, A. accompagna Edipo esule e, dopo la scomparsa di lui a Colono, torna con Ismene a Tebe, dà sepoltura a Polinice, violando la legge, e, condannata da Creonte, si impicca. Il figlio di Creonte, Emone, di lei innamorato, si uccide sul cadavere di Antigone. Secondo un'altra tradizione, probabilmente risalente a Euripide, Creonte consegnava A. ad Emone perché l'uccidesse, ma questi, innamoratosene, la nascondeva presso alcuni pastori e andava a vivere con lei. Da A. e Emone nasceva Meone o Eone, il quale, cresciuto, vinceva i giochi in Tebe, ma era riconosciuto come figlio di A. da Creonte, il quale condannava a morte A:, che, però, veniva salvata per intervento divino. Secondo la favola 72 di Igino, dalla quale deriva, in parte, la ricostruzione dell'Antigone euripidea, A. era coadiuvata dalla cognata Argia nel dar sepoltura a Polinice.
Le raffigurazioni di A. pervenuteci sono poche e spesso incerte, e più sovente ispirate da Euripide e dalla favola di Igino che non da Sofocle. Al racconto di Igino si riferiscono, secondo lo Heydemann, le scene dipinte su due anfore àpule, una - in cui i personaggi sono contrassegnati dai nomi - nella Collez. Jatta a Ruvo; l'altra nell'Antiquarium di Berlino, in cui il Welcker ha invece visto una derivazione da Euripide. Rappresentano A. condotta prigioniera da Creonte, che, riconosciuto il nipote, vuole che il proprio figlio Emone e A. muoiano, nonostante l'intervento di Eracle. In un sarcofago di villa Pamphilj, a Roma, la prima scena, con l'incontro di Eteocle e Polinice, che A., Giocasta ed Edipo cercano di distogliere dal duello, e che si è pensato derivasse da una celebre pittura attribuita a Tauriskos (Plin., Nat. hist., xxxv, 144) oppure da altra pittura in una villa di Napoli descritta da Filostrato (Imag., 2, 29), illustra le Fenice di Euripide; l'ultima, invece, con A. e Argia che sollevano il corpo di Polinice per portarlo sul rogo, ricorda il racconto di Igino. Le Fenice sono illustrate anche nelle coppe omeriche e in molte urne etrusche. In una coppa del British Museum e in un frammento di altra nei Musei di Berlino, A. corre con Giocasta verso il luogo del duello e prega Creonte di permettere il seppellimento di Polinice, mentre in una coppa dell'Università di Halle e in un frammento di coppa omerica del Museo Naz. di Atene sono rappresentati il suicidio di Giocasta e il lamento di A. sui corpi dei fratelli. Nelle urne etrusche, A. o interviene per impedire il duello, o cerca di dividere i fratelli che combattono, oppure piange sui caduti. Un rilievo di Taranto nel museo di Berlino e un altro in pasta vitrea, nei quali si è voluto riconoscere A. che conduce il padre, illustrerebbero l'Edipo re di Sofocle. Un episodio dell'Edipo a Colono è probabilmente rappresentato in un cratere àpulo del Vaticano: la richiesta di ospitalità al re Teseo da parte di Edipo assistito da Antigone. Una parodia dell'Antigone sofoclea è in un vaso fliacico proveniente da S. Agata dei Goti, in cui la ragazza con la hydrìa condotta davanti a Creonte, toltasi la maschera, si rivela per un vecchio servo mandato da A. al suo posto; forse alla medesima tragedia è da riferire la raffigurazione di un'anfora lucana del British Museum, con una donna condotta prigioniera dinanzi a un re. Non si possono invece riferire con sicurezza a episodi del mito di A. la scena di due supplici rifugiate su un'ara, rappresentata da due anfore di Ruvo, di cui una nella Collez. Jatta e l'altra nell'Ermitage, e su di un cratere proveniente da Conversano ora a Bari, nè la scena di un vecchio re a colloquio con due donne, dipinta su una lèkythos della Collez. Pascale alle Curti presso S. Maria Capua Vetere. Incerta è l'identificazione di A. piangente sui cadaveri dei fratelli in uno degli stucchi della basilica di Porta Maggiore a Roma. È forse A. la giovane donna che visita la tomba di Edipo raffigurata su due vasi dell'Italia meridionale conservati nel Museo Naz. di Napoli e nel Louvre.
Monumenti considerati. - Anfore di Ruvo e di Berlino: L. Séchan, Trag. grecq., Parigi 1926, pp. 274 e 27S, A e B, figg. 85 e 86; K. A. Neugebauer, Führer Antiquarium, Vasen, 1932, p. 162. Il medesimo soggetto è forse su un frammento di vaso àpulo del museo di Karlsruhe: L. Séchan, op. cit., p. 275, C, fig. 87 e, forse, ma la cosa è assai dubbia, su una pittura di Pompei: S. Reinach, Rép. Peint., p. 311, 2; C. Robert, Kentaurenkampf, Halle a. S.1898, p. 38 ss. Sarcofago di villa Pamphilj: C. Robert, Sarkophagreliefs, Berlino 1890, ii, p. 193, n. 184, tav. lx; frammenti di sarcofagi repliche del sarc. Pamphilj, op. cit., p. 196, nn. 185 e 186, tav. lxi. Coppa del British Museum: F. Courby, Vases grecs à reliefs, Parigi 1922, p. 294, n. 20; L. Séchan, op. cit., p. 482, A, fig. 139. Frammento di coppa a Berlino: C. Robert, Zwei homerische Becher, in Jahrbuch, xxxiv, 1919, p. 76, fig. a. Coppe di Halle e di Atene: F. Courby, op. cit., p. 295 s., n. 21; L. Séchan, op. cit., p. 483, B, figg. 140-141. Urne con intervento di A.: G. Körte, Urnen, ii, 1890, p. 29, tav. ix, 3, 3a; x, 4. Urne con i fratelli che si uccidono: op. cit., p. 40, tav. xii, 3; p. 51, tav. xviii, 4; xx, 7, 7a. Urne con i fratelli moribondi: op. cit., p. 44, tav. xv, 1; p. 47, tav. xvii, 2; p. 48, n. 2a; p. 50, tav. xviii, 3. Rilievo di Taranto: Br. Schröder, Erwerbungen der Antikensammlungen in Deutschland, in Arch. Anz., xxxiv, 1919, c. 106 ss., fig. 27. Rilievo in pasta vitrea: op. cit., c. 108 s.; A. Deville, Histoire de l'art de la verrerie, 1873, tav. lxviii, A. Cratere del Vaticano: L. Séchan, op. cit., p. 209 s., nota 4, fig. 65; P. E. Arias, L'"Edipo a Colono" e l' "Ippolito" nel mito e nell'arte, in Dioniso, v, 1935-36, p. 183 ss., fig. 1. Vaso fliacico: H. Heydemann, Phlyakendarstellungen, in Jahrbuch, i, 1886, p. 303. Anfora del Brit. Museum: L. Séchan, op. cit., p. 141, fig. 43. Anfore da Ruvo: op. cit., pp. 141 s., 521 ss., figg. 152-155; C. Robert, Hermeneutik, Berlino 1919, p. 371 ss., figg. 281-283. Lèkythos Pascale: E. Petersen, Collezione di S. Pascale alle Curti presso S. Maria di Capua, in Röm. Mitt., viii, 1893, p. 341, n. 41. Stucchi della basilica di Porta Maggiore: G. Bendinelli, Il monumento sotterraneo di Porta Maggiore in Roma, in Mon. Ant. Lincei, xxxi, 1926-27, c. 701, tav. xxv, 2. Vaso di Napoli: H. Heydemann, Vasensammlungen des Museo Naz. zu Neapel, 1872, 2868; C. Robert, Oidipus, 1, Berlino 1915, p. 2, figg. 1-2. Vaso del Louvre: C. Robert, op. cit., fig. 3.
Bibl: E. Bethe, in Pauly-Wissowa, II, c. 2403-04, s. v.