ANTILEGOMENA
. Questo termine, trascrizione del greco ἀντιλεγόμενα (sott. βιβλία) cioè "discussi, controversi (libri)" pare sia stato usato per la prima volta da Clemente Alessandrino, per indicare quei libri cristiani che, senza essere apertamente ereticali, non erano tuttavia universalmente riconosciuti come ispirati. Tuttavia potrebbe essere che, anziché prenderlo da Clemente alessandrino, Eusebio lo abbia per primo impiegato in senso quasi tecnico; è certo per lo meno che se ne servì con piacere, trovandolo conforme alle sue vedute. Egli dice infatti (Hist. eccles., VI, 14) che Clemente nelle (perdute) Ipotiposi trattava di tutte le Scritture, "non tralasciando neppure le controverse (ἀντιλεγομένας), dico quella di Giuda, e le altre lettere cattoliche, e quella di Barnaba, e l'Apocalisse detta di Pietro. E la lettera Agli Ebrei dice che sia di Paolo, e che sia stata scritta per gli Ebrei in lingua ebraica, e che Luca, avendola tradotta con cura, la elargì ai Greci". Eusebio stesso mette in un primo gruppo i libri riconosciuti da tutti, ossia i quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le lettere di S. Paolo, la prima di Giovanni, e la prima di Pietro, soggiungendo che "a questi è da aggiungere, se si crede, l'Apocalisse di Giovanni, le diverse opinioni intorno alla quale esporrò a suo tempo". Poi, mette in un secondo gruppo i libri "discussi", come la seconda lettera di Pietro, le ultime due di Giovanni: quelle di Giacomo e di Giuda. Tra gli apocrifi egli colloca gli Atti di Paolo, il Pastore di Erma, l'Apocalisse di Pietro, la lettera di Barnaba, e gli Insegnamenti degli Apostoli (ossia la Didachè o Dottrina degli Apostoli); "e anche, come ho detto, l'Apocalisse di Giovanni, se si crede; la quale alcuni, come ho detto, respingono, altri annoverano tra gli scritti universalmente riconosciuti" e il Vangelo degli Ebrei. Una quarta categoria include opere nettamente ereticali. Eusebio, per suo conto, ritiene spurie le epistole di Giacomo e di Giuda, è piuttosto contrario all'Apocalisse canonica, e abbastanza favorevole al Pastore, pur sapendo che il riconoscimento non è né unanime né universale; e registra i dubbî di alcuni intorno all'autenticità paolina della Lettera agli Ebrei (Historia ecclesiastica, II, 23, 24-25; III, 3; III, 18, 1 e 3; III, 23 e 24, 2 e 17-18; III, 25). Il nome di Antilegomena è stato usato da E. Preuschen come titolo di una sua collezione di frammenti di antichi vangeli extra-canonici: Antilegomena. Die Reste der ausserkanonischen Evangelien, Giessen 1901. V. bibbia: Canone.