ANTILLE
(III, p. 495; App. III, I, p. 108; IV, I, p. 133)
Si aggiornano qui le notizie relative alle residue dipendenze britanniche, olandesi e statunitensi delle Antille. Rimangono escluse le isole delle Piccole A. antistanti la costa del Venezuela, del quale sono parte integrante; inoltre si rinvia alle singole voci per tutti i paesi indipendenti, per Portorico e per le A. Francesi (per le quali v. Guadalupa e Martinica, in questa Appendice).
Antille Britanniche. − Dopo il passaggio dalla condizione di stati associati al Regno Unito a quella di stati pienamente indipendenti da parte di Saint Lucia (1979), di Saint Vincent e Grenadine (1979), di Saint Kitts e Nevis (1983), le dipendenze britanniche si sono ridotte a cinque colonie che complessivamente coprono poco più di 1000 km2 e contano circa 60.000 ab.: tre di esse, Isole Vergini Britanniche, Anguilla, Montserrat, appartengono all'arco insulare delle Piccole A.; un'altra, Turks e Caicos, è all'estremità sud-orientale dell'arcipelago delle Bahama; l'ultima, Cayman, è ubicata in un'altra area dello spazio caribico, tra le Grandi A. e l'istmo centroamericano, a nord-ovest della Giamaica cui è stata in passato legata sotto l'amministrazione britannica.
Anguilla (96 km2, con 7000 ab. nel 1984; capoluogo il piccolo centro di The Valley) è la più piccola delle cinque colonie. Pressappoco delle stesse dimensioni è Montserrat (98 km2, con 12.000 ab. nel 1988; capoluogo Plymouth, 3500 ab.). Più vasta è la superficie delle Isole Vergini Britanniche (153 km2), che hanno una popolazione di 12.400 unità (1988), per l'85% concentrata nell'isola maggiore, Tortola, dove ha sede il capoluogo, Road Town (4000 ab.). Le isole Cayman sono la colonia demograficamente più consistente, con 23.000 ab. (1988) in un territorio di 259 km2, per 3/4 costituito dalla Grand Cayman, che ospita il capoluogo, George Town (10.000 ab.). Le isole Turks e Caicos formano la colonia più ampia (430 km2), ma di gran lunga meno fittamente popolata, con appena 10.500 ab. (1988), di cui 3000 spettano al capoluogo, Cockburn, nella Grand Turk. La densità si mantiene per lo più su valori non elevati, nettamente inferiori a quelli della maggior parte delle altre isole caribiche, variando dai 18 ab. per km2 delle Turks e Caicos ai 132 di Montserrat. La popolazione è in grande maggioranza costituita da negri e da mulatti, in alcuni casi fino a più del 90%; solo nelle Cayman è presente un consistente nucleo di bianchi (circa la metà del totale). La lingua ufficiale è l'inglese, sostituita, nell'uso corrente, da idiomi creoli. La religione più seguita è quella anglicana.
L'agricoltura, l'utilizzazione di risorse del mare e il turismo sono i fondamenti dell'economia di questi piccoli territori. La prima, basata sulla coltivazione del cotone, della canna da zucchero e di alberi da frutta, e in qualche caso sull'allevamento del pollame, conserva una netta preminenza a Montserrat e, un po' meno, nelle Vergini. L'attività peschereccia, praticata dappertutto, è particolarmente importante nelle Cayman, famose per la cattura delle testuggini, e nelle Turks e Caicos, dove si pescano specialmente molluschi e crostacei; nelle Turks e Caicos e ad Anguilla è notevole l'estrazione del sale marino. Il turismo, che negli ultimi decenni ha invaso diversi paesi caribici, ha interessato anche le A. Britanniche, specialmente le Isole Vergini e, ancor più, le Cayman (480.000 arrivi nel 1987). Nelle Cayman hanno assunto notevole importanza anche i servizi finanziari.
Le relazioni − commerciali e non − di queste colonie con la madrepatria permangono intense: ma si fanno sempre più strette quelle con gli Stati Uniti, nella cui sfera d'influenza ricade totalmente lo spazio caribico: dagli Stati Uniti arriva la gran parte delle importazioni, dei capitali da investire, dei turisti; verso gli Stati Uniti si dirigono la maggior quantità di merci esportate e il maggior numero di emigranti. Il dollaro USA è la moneta delle Turks e Caicos e delle Isole Vergini Britanniche, le quali ultime hanno realizzato da tempo un'integrazione de facto con le Isole Vergini Americane. Nelle altre colonie circolano il dollaro dei Caribi orientali o il dollaro delle isole Cayman.
Antille Olandesi (App. III, i, p. 108; IV, i, p. 133). − Nell'uso corrente si continua a indicare con questa denominazione l'insieme delle dipendenze olandesi delle Piccole A.; ufficialmente, invece, ne resta esclusa Aruba, da quando (1986) quest'isola forma un'unità amministrativa distinta.
Così, le A. Olandesi propriamente dette sono oggi Curaçao e Bonaire, nel gruppo delle Isole Sottovento, di fronte alla costa venezolana, e le isolette di Saba, Sint Eustatius e Sint Maarten (quest'ultima solo in parte, essendo il resto francese, nell'ambito del dipartimento d'oltremare della Guadalupa), nel gruppo delle Isole Sopravento. Esse formano un'unità autonoma dipendente dai Paesi Bassi, ampia 800 km2, con 217.000 ab. nel 1986 (densità 271), concentrati in assoluta prevalenza nell'isola di Curaçao, dove ha sede il capoluogo, Willemstad (45.000 ab., ma circa 100.000 nel complesso dell'agglomerazione). Lingua ufficiale è l'olandese, ma comunemente usata è la lingua creola detta papiamento; la religione più seguita è la cattolica. La moneta è il fiorino olandese. L'economia delle A. Olandesi, che si fondava un tempo sulla raffinazione del petrolio, ha risentito negativamente delle vicende del mercato petrolifero della metà degli anni Ottanta, sebbene il diretto intervento del vicino Venezuela abbia evitato la chiusura degli impianti. Ciò, unitamente alla diminuzione della domanda di scorze di arancia, tradizionalmente fornite da Curaçao, induce a considerare l'opportunità di sviluppare altri settori dell'economia, come lo sfruttamento dei giacimenti di fosfati e, soprattutto, il turismo.
Aruba (193 km2 e 62.000 ab. nel 1987, densità 311; capoluogo Oranjestad, 20.000 ab.) ha ottenuto il 1° gennaio 1986 uno statuto separato, con più ampia autonomia interna. Per i caratteri linguistici e religiosi e per la moneta vale quanto detto a proposito delle A. Olandesi vere e proprie. Anche Aruba ha risentito delle vicende del mercato del petrolio.
Isole Vergini Americane. − Comunemente così indicate (ma la denominazione ufficiale è Isole Vergini degli Stati Uniti), sono un gruppo di isole e isolotti, appartenenti all'arco delle Piccole A., che coprono una superficie di 344 km2, con 107.000 ab. nel 1988 (densità 311; capoluogo Charlotte Amalie, 15.000 ab., nell'isola di Saint Thomas), per oltre due terzi negri, in maggioranza protestanti. La lingua ufficiale è l'inglese. Un tempo note soprattutto per la coltivazione della canna da zucchero, oggi fondano la loro economia in assoluta prevalenza sul turismo (1.520.000 arrivi nel 1986). Gli abitanti delle Isole Vergini Americane sono cittadini statunitensi, amministrati da un governatore, con un proprio parlamento che ha limitate capacità legislative; non hanno diritto di voto nelle elezioni del presidente degli Stati Uniti.