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ANTINO

di L. Quilici - Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)
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ANTINO (Antinum)

L. Quilici

Oggi Civita d'Antino, è posta sull'alto corso del Liri; questo, attraverso la lunga e profonda Val Roveto, collega il Fucino alla Ciociaria. L'abitato sorse su di un alto dorso calcareo che si stacca dalla catena dei monti della Marsica, che su questo lato accompagnano tutta la valle con una quinta continua alta dai 1600 ai 2000 m: A. può quindi, da questa posizione facilmente controllare l'arteria posta lungo il fiume, che viene a dominare dall'alto.

L'antica A. era in territorio marsico ma, data la sua posizione in zona di confine, dovette passare sotto dominî diversi: così la prima menzione storica della città la ricorda come castello dei Voisci, espugnato dai Romani nel 408 a. C.

Come appartenente alla Marsica, A. fu ascritta alla tribù Sergia e solo in età assai tarda ebbe l'autonomia comunale, prima essendo stata una semplice frazione del comune di Marruvium. La planimetria dell'abitato mostra un perimetro all'incirca trapezoidale, con picchi e scoscendimenti su tutti i lati, compreso lo spigolo N con cui si attacca al monte: qui, poco fuori la porta, era anche la fonte della città, sul luogo della cui sorgente si rinvenne un cippo della dea Angitia.

La città era difesa da forti mura a terrazzo, colla fronte in opera ciclopica di massi calcarei del posto che la cingevano su tutti i lati meno che ad oriente, ove il monte si apriva a voragini a picco: possiamo ritenere che la loro costruzione sia da mettere in relazione alla fondazione delle colonie di Alba e di Sora nel 303 a. C., col bisogno di garantire il passaggio dell'alto Liri, che appunto metteva in comunicazione le due nuove colonie.

Bibl.: D. De Sanctis, Dissertazioni, III, Antino, città municipio dei Marsi, Ravenna 1784, pp. 62-81; L. Quilici, Antino, in Quaderni dell'Istituto di Topografia Antica dell'Università di Roma, II, 1966, pp. 35-48.

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