Antiochia di Siria (turco Antakya)
(turco Antakya) Città della Turchia asiatica, capoluogo della provincia di Hatay, sul fiume Oronte. Fondata intorno al 300 a.C. da Seleuco I Nicatore, che la dedicò al padre Antioco, fu popolata con il trasferimento degli abitanti d’Antigonea, fondata poco prima (306 a.C.) da Antigono I Monoftalmo. Sotto Seleuco I e i suoi successori A. fu gradatamente ampliata fino a diventare una delle maggiori città del mondo antico. Sin dall’inizio capitale del nuovo regno di Siria e residenza abituale dei suoi re, vi predicò l’apostolo Paolo e divenne uno dei grandi patriarcati della cristianità. Dopo la conquista romana della Siria (64 a.C.) A. divenne sede del governatore romano e centro dell’amministrazione civile e militare, conservando, anche sotto l’impero, un’amministrazione municipale peculiare. In età bizantina, A. fu il principale centro del cristianesimo orientale fino alla conquista araba (638). Riconquistata dai bizantini, fu presa nel 1084 dai Selgiuchidi, quindi, nel 1098, fu espugnata dopo un lungo assedio dai crociati, che ne fecero la capitale dell’omonimo principato cristiano. Devastata irreparabilmente nel 1268 dalla conquista del mamelucco Baibars, A. passò agli Ottomani nel 1516. Sottoposta dagli accordi di Sèvres (1920) al mandato francese di Siria, entrò a far parte della Turchia nel 1939 con il resto della provincia di Hatay, dopo un controverso referendum e nonostante la sua popolazione contasse un’importante comunità siriana.