ANTIOCO di Ascalona
Filosofo della scuola accademica, vissuto tra la fine del secondo e il principio del primo secolo a. C., e morto nel 68 o 67. Fu scolaro, in Atene, dell'accademico Filone di Larissa, alla cui posizione filosofica aderì nei suoi primi scritti, e che seguì, a Roma, nell'88 a. C. Più tardi, in un'opera intitolata Sosos, cominciò a dimostrare le sue divergenze dalla dottrina del maestro, combattendo gli elementi scettici che ancora rimanevano nel pensiero di Filone, già seguace della scepsi di Carneade. Così, divenuto capo della scuola accademica ad Atene, determinò in seno ad essa l'abbandono definitivo dell'indirizzo scettico e il ritorno al dogmatismo primitivo, inteso peraltr, ora, in modo eclettico e sincretistico: e fu quindi detto il fondatore della "quinta Accademia". Per Antioco, le dottrine accademiche, peripatetiche e stoiche coincidono sostanzialmente: ed egli tende soprattutto a scoprire anche nei sistemi precedenti le concezioni stoiche, alle quali (salvo divergenze, quale per es. la considerazione della "virtù" stoica come capace di produrre una "vita beata ma non "la vita più beata") egli aderisce in fondo completamente. Nell'inverno fra il 79 e il 78 fu suo scolaro, ad Atene, Cicerone, che ne parla nel secondo libro dei suoi Academica priora e ne utilizza ampiamente le dottrine ivi e in altri scritti filosofici.
Bibl.: E. Zeller, Philos. d. Griech., 3ª ed., III, i, pp. 598-610; C. Chappuis, De Antiochi Asc. vita et scriptis, Parigi 1854; Hoyer, De Antiocho Ascalonita, Bonn 1883; H. Strache, Der Eklektizismus des Ant. v. Ask., in Philolog. Untersuchungen, fasc. 26, Berlino 1921.