Vedi ANTIOCO IV Epifane di Siria dell'anno: 1958 - 1994
ANTIOCO IV Epifane di Siria (᾿Αντίοχος ὁ ᾿Επιϕανής)
Figlio (215 circa-163 a. C) di A. III, entrò in possesso del regno grazie ai Romani (175) dei quali era stato ostaggio per 14 anni. Le rappresentazioni migliori di lui sono in due castoni d'anello d'oro del Museo del Louvre: l'immagine è uguale a quella di due monete siriache in cui il dinasta reca il titolo di Nikephoros, che si sa essere stato portato solo da A. IV Epifane. In uno dei due anelli il monarca ha in capo le corone dell'Alto e del Basso Egitto poiché consta che egli conquistò quel paese negli anni 171-170 a. C.; nell'altro porta l'alta benda regale. Nel lavoro molto accurato si riconosce ancora la tradizione stilistica sobria e stringata della numismatica e della ritrattistica del primo ellenismo. Notevole è anche la somiglianza fisica coi predecessori, soprattutto col padre Antioco III. In alcune monete l'immagine del re è idealizzata e appare prevalente il gusto "barocco" per le forme enfiate e per i capelli a grosse ciocche scomposte.
Si sa che esistevano statue di A. ad Atene (Dittenberger, O. G. I., 248) e una a Delo (E. Loewy, Inschr. gr. Bildh., 210), opera di Boethos di Calcedonia. Secondo il Rossbach, si dovrebbe riconoscere A. IV nell'erma della villa ercolanese dei Pisoni (Arndt-Bruckmann, 98) in cui lo Pfuhl riconosce invece Tolomeo II. Senza discutere l'identificazione, è opportuno dire che sembra aver ragione quest'ultimo critico nel classificare l'opera nel primo ellenismo e non nel periodo del più acceso "barocco" cui apparterrebbe un ritratto di Antioco IV.
Bibl: O. Rossbach, Neue Jahrb. f. klass. Alt., III, 1899, p. 56 s.; I. Sieveking, in Rev. Arch., Serie IV, I, 1903, i, p. 343, tav. VIII; E. Pfuhl, in Jahrbuch, XLV, 1930, p. 22 s.; E. Suhr, Sculpt.-Portr. of Greek Statesmen, Baltimora 1931, p. 165 s.; J. Charbonneaux, Mon. Piot, XLVII, 1953, p. 99 ss.