ANTIOCO VIII di Siria, detto Gripo ('Α. ὁ Γρυπός)
Nacque nel 141 a. C. da Demetrio II Nicatore e Cleopatra Tea, e fu mandato a studiare ad Atene. La madre, per avidità di regnare, tolto di mezzo il primogenito Seleuco V, chiamò da Atene come coreggente Antioco; sulle monete troviamo effigiati insieme Cleopatra ed Antioco.
Il regno di Siria era in gran parte in mano di Alessandro II Zabina, sostenuto da Tolomeo Evergete II d'Egitto. Ma questi, mutando politica, diede sua figlia Cleopatra Trifena in moglie ad Antioco e fornì a questo aiuti contro Alessandro, che fu sconfitto e ucciso. A. si sbarazzò tosto anche della madre che aveva cercato di avvelenarlo per conservare il potere (121 a. C.), e la Siria godé di un periodo di pace, nel quale Gripo fece mostra della sua liberalità alle feste di Dafne, ad Efeso, a Delo. Egli non poté impedire i progressi dei Parti di là dall'Eufrate, e solo pensò d'intervenire nella Giudea contro Giovanni Ircano. Ne fu impedito dalla nuova guerra civile provocata da Antioco IX Ciziceno, il quale tentò (114-13 a. C.) di impadronirsi del regno, occupò Antiochia e parte della Siria, obbligando Gripo a ritirarsi ad Aspendo (113-12 a. C.), e sposò Cleopatra IV. A., tornato all'offensiva, sconfisse il Ciziceno, riprese Antiochia e mise a morte Cleopatra IV (112-11); ma fu poi ancora vinto dal Ciziceno che fece uccidere Cleopatra Trifena (111). Delle vicende della lotta civile sappiamo poco; sembra che A. prevalesse nella Siria e nella Cilicia, e Antioco IX nella Celesiria e nella Fenicia. La guerra civile agevolò la disgregazione del regno: Tiro, Sidone e Tripoli si proclamarono indipendenti; la Commagene fu data da Gripo in dote alla figlia Laodice; nella Cilicia si stabilirono i Romani; Seleucia di Pieria ottenne la libertà. In un tumulto provocato da Eracleone, favorito di A., questi fu ucciso, ed Eraeleone ne prese il posto come reggente di Seleuco VI, figlio del re ucciso (96 a. C.).
Fonti: Appian., Syr., 69; Ios. Flav., Ant. Iud., XIII, 9, 13; 13, 4; Diod., XXXIV-V, 28; Trog., Prol., XXXIX; Iustin., XXXIX, 2 e 3; Euseb., Chron., I, p. 257 segg. Schöne; Athen., V, p. 210 a; VI, p. 246 d; XII, p. 540 a b.
Bibl.: Kuhn, Beiträge zur Gesch. der Seleukiden, Altkirch 1891, p. 18 segg.; Niese, Gesch. der griech. und mak. Staaten, III, p. 307 segg.; Bevan, The House of Seleucus, II, Londra 1902, p. 250 segg.; Bouché-Leclercq, Hist. des Séléucides, pp. 386, 397 segg.; Dittenberger, or. Gr. Inscr., Lipsia 1903, I, 257-260, 383; Head, hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 768 segg.; Babelon, Les rois de Syrie, Parigi 1890, pp. cliv segg. e 177 segg.