antiomofobo
(anti-omofobo), agg. Che contrasta l’avversione ossessiva nei confronti dell’omosessualità.
• «Il centro-destra condanni e isoli gli estremisti che hanno coperto i manifesti antiomofobi», dice Debora Serracchiani. «È sconsiderato da parte di Pdl e Lega ‒ aggiunge ‒ montare un’occulta campagna di demonizzazione contro i gay, trattando innocui manifesti come volgare pornografia. Così si è data copertura morale e politica anche ai vandali che hanno agito e che hanno travalicato i limiti del confronto politico». (Maurizio Cescon, Messaggero Veneto, 19 maggio 2010, p. 2, Udine) • Il ministro degli Interni [francese] mette in guardia l’opposizione dal coagularsi di un fronte antisistema «conservatore e reazionario», con pericolose derive antisemite, antiomofobe e razziste, di cui si sarebbero viste le prime espressioni, che definisce «anti-repubblicano». (Virginia Lori, Unità, 3 febbraio 2014, p. 13, Mondo) • Non condivido una virgola di quanto pensa, a proposito di «famiglia», il movimento delle Sentinelle in Piedi. Ma è molto suggestiva la modalità della loro presenza pubblica: silenziosa, composta, con un libro in mano. Inevitabile il contrasto con le contromanifestazioni, in genere variopinte e chiassose. Si coglie, di primo acchito, la contrapposizione tra l’estroversione e la vitalità dei movimenti gay e anti-omofobi, in rappresentanza di milioni di persone per secoli costrette al silenzio e all’occultamento di sé; e la compunzione un poco penitenziale delle Sentinelle, che richiama, in chi ha ricevuto un’educazione cattolica, la ritualità non allegrissima nella quale è cresciuto. (Michele Serra, Repubblica, 26 marzo 2015, p. 28, Commenti).
- Derivato dall’agg. omofobo con l’aggiunta del prefisso anti-.
- Già attestato nella Repubblica del 29 giugno 2004, Palermo, p. XV (Maurizio Barbato).