ANTIPIRINA
. È il nome commerciale del dimetilfenilisopirazolone, che ha la seguente formula di costituzione:
L'antipirina è una sostanza cristallina, incolora, di reazione basica, solubile in acqua e di lieve sapore amaro. È dotata di proprietà antipiretiche, antireumatiche, analgesiche; in vitro manifesta azione antitossica e antizimotica. Questa sostanza introdotta nell'organismo viene rapidamente assorbita e, già dopo 10-20 minuti, compare nell'urina. Le dosi terapeutiche non hanno sull'uomo sano che una debole azione; i battiti cardiaci si fanno talora più frequenti, si può anche avere sudorazione con un assai lieve abbassamento della temperatura del corpo.
Nei febbricitanti le stesse dosi di antipirina manifestano un'azione più spiccata consistente soprattutto in una vasodilatazione periferica, cosicché una notevole quantità di calore si disperde per irradiamento. In tal modo, e con la sudorazione che talvolta si manifesta, la temperatura del corpo si abbassa notevolmente. A dosi terapeutiche l'antipirina può esercitare un'azione come nervino, specialmente nella cefalea, e questo fatto ancora oscuro è stato messo da taluni autori in rapporto con l'azione esercitata dall'antipirina sui vasi cerebrali, che verrebbero dilatati.
La secrezione renale sembra aumentata dall'antipirina: nell'intossicazione acuta però diminuisce per costrizione dei vasi del rene. Il ricambio azotato è diminuito.
Dosi elevate (10-12 gr.) dànno luogo a grave intossicazione che si manifesta con sintomi di eccitamento del sistema nervoso centrale seguiti da sintomi di paralisi. L'antipirina è un medicamento in generale ben tollerato. Si hanno però frequenti casi di idiosincrasia (sudori profusi, vertigine, lipotimia, disturbi digestivi, renali e cutanei, specialmente come esantema morbilliforme).
Come antipiretico è usata contro le febbri dei tisici, nel tifo, nella polmonite, nell'influenza, nel reumatismo muscolare e in quei casi di reumatismo articolare per i quali sono controindicati i preparati salicilici. Come analgesico si usa contro i dolori nevralgici, contro quelli causati da carie dentaria, contro l'emicrania; anche contro i dolori viscerali, nella dismenorrea, ecc.
In soluzione al 10-20% è usata come emostatico in applicazioni locali (epistassi). L'antipirina è incompatibile col calomelano, con il quale dà un composto assai tossico. Si dà a dosi di 0,25-0,30 fino a un grammo per una o più volte al giorno.
Fra i numerosi derivati dell'antipirina è da ricordare il piramidone (dimetilamminoantipirina) che ha le stesse azioni dell'antipirina. Differisce da questa per essere assai più attivo (gr. 0,25 di piramidone corrispondono a gr. 1 di antipirina). È molto usato come analgesico da solo, o associato ad altri medicamenti e si somministra a dosi di gr. 0,25 pro dose, massimo gr. 3 pro die.
La micranina (antipirina parti 85 + caffeina p. 9 + acido citrico p. 6) si adopera alla dose di un grammo nell'emicrania. L'acetilsalicilato di antipirina costituisce l'acetopirina o acopirina, antipiretico poco usato. L'amigdalato di antipirina o fenilglicolantipirina (chiamato impropriamente cianidrato di antipirina) forma il tussolo che, per la sua azione antipiretica e narcotica, venne raccomandato nella tosse convulsa. La cloralantipirina (cloralio e antipirina, quasi in parti uguali) costituisce l'ipnalio o hypnal, ipnotico e analgesico, adoperato specialmente in pediatria. L'antipirina con il cloruro ferrico forma la ferripirina, usata in soluzione come emostatico. L'antipirina con lo iodio forma la iodoantipirina o iodipirina, antipiretico e antinevralgico e per uso esterno nelle dermatosi. Il salicilato di antipirina, o salipirina, ha azione meno tossica di quella dei due componenti, ma anche minore efficacia terapeutica. Il tannato di antipirina fu indicato in pediatria perché quasi insipido. Il valerianato di antipirina è un antinevralgico più disgustoso e meno attivo dell'antipirina (v. antipiretici).