antipoliticita
antipoliticità (anti-politicità), s. f. inv. Atteggiamento di rifiuto, ostilità o estraneità nei confronti della politica e delle sue manovre.
• Un uomo politico, tanto più un leader, non può non aver presente il pubblico giudizio anche quando agisce privatamente. Da questo punto di vista, il suo diritto alla privacy risulta affievolito. [Silvio] Berlusconi avrebbe dovuto saperlo in partenza, ma anche in questo caso la sua «alienità» o «anti-politicità» che dir si voglia, lo ha assai mal consigliato. (Mario Pirani, Repubblica, 7 agosto 2009, p. 1, Prima pagina) • Questa «antipoliticità» di fondo richiesta a ogni leadership di destra che voglia risultare credibile di fronte al proprio elettorato copre però ben altri ambiti, e implica da parte di quella leadership, in Italia, una cosa ancora più difficile. Vale a dire la capacità di sottrarsi all’egemonia che sul senso comune accreditato e sul discorso pubblico ufficiale esercita (arrivo a pensare quasi senza neppure accorgersene) la Sinistra: una capacità, anche questa, che Berlusconi ha avuto come pochi ma che non è per nulla facile avere. (Ernesto Galli Della Loggia, Corriere della sera, 6 ottobre 2013, p. 1, Prima pagina) • è molto più facile e «popolare» celebrare come simboli della lotta alla mafia unicamente i magistrati o i membri delle forze dell’ordine caduti nell’adempimento del loro dovere ([Giovanni] Falcone, [Paolo] Borsellino ecc.), proprio per la loro presupposta «apoliticità» ‒ o perfino «anti-politicità» ‒ piuttosto che misurarsi con la complessità di vicende che comportano l’approfondimento del pensiero e delle vicende di uomini politici. (Giovanni Grasso, Avvenire, 12 marzo 2014, p. 25, Agorà).
- Derivato dal s. f. inv. politicità con l’aggiunta del prefisso anti-.
- Già attestato nel Corriere della sera del 31 luglio 1994, p. 1, Prima pagina (Stefano Malatesta).