Antisemitismo
Nei primi quindici anni del nuovo millennio, con l’esplodere del terrorismo islamico e la crisi economica e finanziaria, l’a., già diffuso in molta parte d’Europa, sembra in crescita in forme in parte nuove e diverse dal passato. Nella Conferenza OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) sull’antisemitismo tenutasi a Berlino nel novembre 2014, l’ambasciatrice statunitense all’ONU Samantha Power ha affermato che oggi in Europa «l’aumento dell’antisemitismo minaccia il progetto di integrazione europea e la promozione della democrazia liberale e delle libertà fondamentali». Tale crescita si è concretizzata in attentati sanguinosi, come quello di Tolosa nel 2012, quelli di Bruxelles e di Anversa nel 2014 e quelli di Parigi e Copenaghen nel 2015, nella crescente propaganda di dottrine e parole d’ordine antisemite sul web, nella diffusione di dottrine complottiste e nella riproposizione di teorie negazioniste, e anche in una certa nuova legittimazione delle parole d’ordine antisemite, inizialmente attraverso attacchi di sapore populistico alla finanza e alle banche, ma ormai in modo sempre più aperto. L’unico terreno su cui si è realmente verificata una diminuzione consistente dell’a. è quello dell’antigiudaismo cattolico, ridotto ormai a un fenomeno marginale e marginalizzato. Sono stati solo i lefebvriani, come nelle affermazioni negazioniste del 2009 del vescovo Richard Williamson, o come gruppi molto attivi sul web di cattolici ipertradizionalisti, a propagare ancora gli stereotipi della tradizione antigiudaica, respinti e confutati dalla Chiesa cattolica, come l’antica calunnia dell’omicidio rituale. Da parte sua, invece, la Chiesa si è mossa sul terreno di un rafforzamento del dialogo e di un moltiplicarsi degli incontri interreligiosi tra cattolici ed ebrei, mentre l’organo ufficiale del Vaticano, l’«Osservatore romano», ha offerto ampio spazio alla cultura ebraica e alla Shoah.
Opposto il percorso del resto della società, su scala sia italiana ed europea sia mondiale. In Francia, per es., nel 2014 gli episodi di a. sono quasi raddoppiati rispetto al 2013. Minore, ma significativa, la crescita anche negli altri Paesi europei. Degli attentati ci limitiamo a segnalare il fatto che essi si sono caratterizzati sempre più, a differenza che nel passato, come attacchi agli ebrei e alle istituzioni ebraiche e non a Israele. I due aspetti dell’a. che sono apparsi decisamente in aumento sono da una parte il negazionismo, cioè la messa in discussione della verità della Shoah, dall’altra l’a. di natura islamica. Il negazionismo si è rafforzato soprattutto grazie al web, un mezzo che di per sé offre spazio a ogni forma di sensazionalismo, complottismo, razzismo. È sufficiente navigare anche per poco su siti di questo genere per accorgersene e per interrogarsi sulle responsabilità, oltre che delle teorie, anche del mezzo che le diffonde. Il negazionismo di questi anni si è limitato a riprendere senza alcuna novità teorica le tesi già espresse nella sua lunga storia, sviluppatasi trasversalmente sia a destra sia a sinistra per sessant’anni, riallacciandosi direttamente alla volontà nazista di cancellare ogni traccia dei crimini commessi e fondandosi sul rifiuto della documentazione storica sulla Shoah. Esso ha rappresentato in questi decenni la formulazione più diffusa di a., tanto che in molti Paesi europei come Francia, Germania, Austria, Belgio e anche in Italia, la sua propaganda è stata proibita dalle leggi. Sempre più negli ultimi anni lo sviluppo delle teorie negazioniste si è collegato alla teoria del complotto da una parte e al rifiuto di Israele dall’altra. Il primo aspetto può ben essere esemplificato dalla fantasia complottistica, tanto diffusa sul web, che gli ebrei siano stati avvertiti dell’attacco alle Twin Towers di New York e non si siano recati a lavorare quel giorno. Dall’altra parte, il negazionismo si è caratterizzato sempre più come un pilastro dell’odio verso Israele, come dimostra la sua diffusione nell’Iran e in molti Paesi islamici. Alle origini di tale collegamento la tesi che la fondazione della Stato d’Israele sia stata la diretta conseguenza della Shoah e che sostenere la falsità di quest’ultima porti direttamente alla negazione del diritto all’esistenza di Israele.
Se guardiamo soltanto all’Europa, il teatro dello sterminio di tanta parte degli ebrei europei, il fenomeno più nuovo e più rilevante è stato quello della crescente legittimazione dell’antisemitismo. Se fino a pochi anni fa l’a. poteva apparire come un’ideologia socialmente riprovata, in questi anni sembra avvicinarsi sempre di più a divenire una legittima espressione di opinione. Vi hanno concorso la sempre crescente diffusione del razzismo, legata al rifiuto degli extracomunitari, all’odio per i rom, al risorgere dei nazionalismi, soprattutto nei Paesi ex comunisti, o al prevalere dei localismi, come nell’Italia della Lega, alla crisi economica e finanziaria e a quella dei ceti medi. Il razzismo è divenuto un fenomeno diffuso e condiviso, basti pensare all’Italia dove è cresciuto costantemente e dove può rappresentare un fertile terreno di coltura per l’antisemitismo. Solo in Francia la matrice dell’a. è apparsa, più che razzista, islamica. Quello della legittimazione dell’a. è forse, di tutti questi aspetti assunti dal fenomeno, il più nuovo, almeno se si considera la storia europea del periodo successivo alla Shoah. È un fenomeno in crescita, pervasivo, che passa non più attraverso libri e giornali, ma attraverso il web, i tweet, i commenti lasciati sui blog, le scritte agli stadi, e che appare gravido di conseguenze sul piano della mentalità e delle trasformazioni delle percezioni collettive, sollevando crescenti interrogativi e preoccupazioni.
C. Vercelli, Il negazionismo. Storia di una menzogna, Roma-Bari 2013; Cronache di ordinario razzismo. Terzo libro bianco sul razzismo in Italia, a cura di Lunaria, Roma 2014.
Rapporto dell’ECRI sull’Italia, 2012, www.cestim.it/09 razzismo.htm; Recommendation for the OSCE high-level commemorative event and civil society forum, 12-13 nov. 2014, www.osservatorioantisemitismo.it; Report CDEC-UCEI, Conferenza di Berlino sull’antisemitismo, 12-13 nov. 2014, www.osservatorioantisemitismo.it. Tutte le pagine web si intendono visitate per l’ultima volta il 4 maggio 2015.