ARNAULD, Antoine (III)
Nacque a Parigi il 6 febbraio 1612, da Antoine II Arnauld. È il "grande Arnauld". Risentì anch'egli l'influenza profonda di Saint-Cyran. Abbandonati gli studî del diritto per quelli di teologia, dottore e prete nel 1641, prese subito parte al movimento di rinnovamento filosofico e morale del suo tempo, tentando di conciliare il cartesianismo con la dottrina agostiniana della grazia, ch'egli ben presto identificò col giansenismo. Instancabile e vigoroso polemista, difese Giansenio con due apologie, e la dottrina del rinnovamento interiore di Saint-Cyran con il Traité de la fréquente Communion (1643): il cui successo fece convergere contro di lui, capo ormai riconosciuto del giansenismo, la polemica e gli odî dei gesuiti. La sua condanna da parte della facoltà di Parigi, per la Lettre à un duc et pair (1655), nella quale metteva in dubbio che le cinque proposizioni condannate dalla bolla d'Innocenzo X (1653) fossero in Giansenio, e sosteneva che la prima di esse era nel Vangelo e nei Padri ("questione di fatto" e "questione di diritto": v. giansenismo), e la sua espulsione dalla Sorbona, provocarono le Provinciales di Pascal: a cui egli fornì con Nicole documenti e argomenti contro il lassismo. Profondi contrasti spirituali, messi in luce dall'episodio della firma del formulario, troncarono nell'inverno del 1661 questa immortale collaborazione. Dal rifugio dove rimase nascosto per vent'anni (1648-1668) per sfuggire all'arresto, perché sospettato autore delle lettere, A. diresse e sorresse la mirabile resistenza di Port-Royal; pubblicò con Nicole La logique de Port-Royal (1662), e con Lancelot la Grammaire générale et raisonnée (1664). Venuta la pace della Chiesa (1668), A., rientrato nelle grazie del papa e di Luigi XIV, partecipò alla polemica contro i calvinisti, pubblicando con Nicole i tre volumi de La perpetuité de la foi (1669, 1672, 1676). Sospettato di nuovo nell'affare della regale, si rifugiò prima, per poco, a Fontenay-aux Roses, poi a Mons, nella Fiandra austriaca, quindi a Bruxelles (1679), dove rimase, salvo un lungo soggiorno in Olanda, fino alla morte (7 agosto 1694). In questi ultimi anni, dedicati alla confutazione del filosofismo di Malebranche e del sistema della grazia generale di Nicole (oltre che alla rinnovata polemica del giansenismo), egli temperò il suo agostinianismo col tomismo, come è stato recentemente dimostrato dal Laporte.
Manca ancora un lavoro complessivo sul grand réfutateur (studiato finora soltanto in rapporto alla storia di Port-Royal), che metta in luce i motivi intimi della sua polemica e il carattere del suo giansenismo, e la sua enorme influenza su tutto il movimento religioso e filosofico della seconda metà del sec. XVII. Le Øuvres de M. Arnauld furono pubblicate da G. du Pac de Bellegarde e J. Hautefage, con una vita dell'A., di N. de Larrière (Losanna 1775-1784, voll. 43); le Lettres furono pubblicate a parte (Nancy 1729, voll. 9).
Bibl.: Oltre le varie storie generali e memorie di giansenisti, v. Quesnel, Histoire abrégée de la vie et des ouvrages de M. A., ecc., Colonia 1695; Bayle, Dictionnaire historique et critique, 2ª ed., 1702; Sainte-Beuve, Port-Royal, 3ª ed., Parigi 1867; H. Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, IV, La conquête mystique. L'école de Port-Royal, Parigi 1920; Fuzet, Les jansénistes du XVII siècle, leur histoire et leur dernier historien, Parigi 1875; De Meyer, Les premières controverses jansénistes en France (1640-1649), Lovanio 1917; J. Laporte, La doctrine de Port-Royal, II, Parigi 1923.