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FAVRE, Antoine

di Biagio Brugi - Enciclopedia Italiana (1932)
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FAVRE, Antoine (Antonius Faber)

Biagio Brugi

Insigne giureconsulto savoiardo del sec. XVI, nato a Bourg-en-Bresse il 4 ottobre 1557, morto a Chambéry il 1° marzo 1624. Studiò diritto a Torino e udì perciò le lezioni fatte ivi secondo uno schema nel quale tenevano un luogo precipuo le opinioni degl'interpreti italiani. Per quanto in Francia tendesse a trionfare il mos gallicus, ossia una nuova ed erudita esegesi del testo romano senza l'uso di quegli interpreti, il F., di acuto ingegno e di molta erudizione, li tenne in giusto pregio, ma evitò la loro prolissità e scrisse in buon latino. Si può dire un giureconsulto conforme al tipo cui aspirava la culta giurisprudenza in Italia. E, come i romanisti italiani, e più ancora di questi, fu propenso alla pratica del diritto. Avvocato a Chambéry, fu poi giudice a Bresse e in altri luoghi, per salite indi al grado di membro e infine di presidente del senato di Chambéry e governatore della Savoia.

La pratica del diritto non impedì al F. di dedicarsi alla dottrina; lasciò infatti opere importantissime. Nella Iurisprudentia papinianea (Lipsia 1608) usò già quel metodo assiomatico, che poi seguì il Heinecke (v.). Un'opera di grande acutezza è quella intitolata Rationalia in Pandectas (voll. 5, Lione 1659-63), che ha pure un notevolissimo pregio sistematico. Altrettanto si può dire, per l'acume, dei venti libri Coniecturarum iuris civilis (Lione 1661). Opera singolare del F. è l'altra De erroribus pragmaticorum et interpret. iuri (Lione 1598), in cui, con una tendenza che si può dire alciatea, volle purgare la pratica dagli errori nei quali era caduta. Infine si ricordi quel famoso Codex Fabrianus definitionum forensium (Lione 1610), che, sebbene abbia uno scopo pratico, ha pur valore scientifico come ordinata collezione di decisioni del senato di Chambéry. È un nitido specchio di giurisprudenza forense del diritto romano comune; e può considerarsi come uno dei migliori saggi di quei repertorî di massime più sicure, che sono stati i precursori dei moderni codici. Non mancano scritti poetici, filosofici, religiosi del F., che, educato dai gesuiti, fu fervente cattolico, onde si onorò dell'amicizia con Francesco di Sales. Un'edizione completa delle opere del F. è stata pubblicata a Lione (1658-1681).

Bibl.: C. G. Haubold, Hist. iur. rom. litter., LXXV, Lipsia 1809; A. Rivier, Introd. hist. au dr. rom., 2ª ed., Bruxelles 1881, p. 503; B. Brugi, Saggi per la storia della giurisprudenza e delle università italiane, Torino 1921, pp. 111-135.

Vedi anche
Claude Favre de Vaugelas Grammatico (Meximieu, Ain, 1595 - Parigi 1650), figlio di A. Favre. Si trasferì dalla Savoia a Parigi, dove acquistò fama come grammatico, e fu tra i primi membri dell'Académie française. L'unica sua opera, Remarques sur la langue française (1647), è la prima codificazione della lingua francese. V. muove ... gesuiti Religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù (Societas Iesu), ordine di chierici regolari fondato da s. Ignazio di Loyola. Gli inizi della Compagnia risalgono al 1534 quando s. Ignazio con P. Fabro, Francesco Saverio, D. Laínez, A. Salmerón, S. Rodríguez, N. Bobadilla, gettò a Parigi le prime basi della ...
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    Giurista savoiardo (Bourg-en-Bresse 1557 - Chambéry 1624). Fu dapprima avvocato, poi giudice a Bresse (1584), quindi divenne membro del senato di Savoia (1587), presidente del Consiglio del Genevese (1596), infine, primo presidente del senato di Savoia (1610). Tra le sue opere: Coniecturae iuris civilis ...
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