OZANAM, Antoine-Frédéric
Critico e apologista francese nato il 23 aprile 1813 a Milano, dove il padre, che vi si era trasferito nel 1809 da Lione, esercitava la professione di medico; morto a Marsiglia l'8 settembre 1853. Di complessione delicata e cagionevole, ebbe una puerizia stentata; al ritorno della sua famiglia a Lione, vi fece gli studî umanistici, e ancora quindicenne tentava qualche saggio di poesia latina e francese e incominciava lo studio delle lingue moderne, l'italiana e la tedesca soprattutto, che presto gli avrebbero offerto un vasto campo di indagine. Ma la esperienza più decisiva per la sua formazione spirituale fu d'ordine etico-religioso, in seguito a una crisi che gli sconvolse la coscienza appena sulla soglia della giovinezza, risoltasi, anche per l'intelligente assistenza dell'abate Noirot, suo professore di filosofia, in senso ortodossamente cattolico. L'intera sua vita ne rimase fortemente segnata senza ulteriori contrasti. La serafica serenità che gliene derivò, se costituisce la sua maggior forza, gli ha tuttavia negato quella congeniale aderenza necessaria a penetrare più intimamente il dramma storico e psicologico che stava a base di tutta la sua opera. Già nel 1831, mentre frequentava uno studio legale per volontà del padre, compose il suo primo scritto apologetico, Réflexions sur la doctrine de Saint-Simon, confutazione in senso ortodosso del pensiero sansimonista, combattendo i caratteri torbidamente panteistici della sua metafisica, il pirronismo della sua logica, la concezione epicureista in cui si risolveva la sua pratica. Passato a Parigi per seguire gli studî giuridici (1831-1833), vi fece personale conoscenza di Chateaubriand, al cui Génie du Christianisme egli s'era ispirato come all'opera più rappresentativa della nuova sensibilità religiosa. Questi anni moltiplicarono i suoi legami con gli ambienti intellettuali e cattolici: a contatto di uomini diversi per temperamento e per origini spirituali, ma di primo piano nella cultura contemporanea, come J.-J. Ampère, P.-S. Ballanche, C. Fauriel, J.-B. Lacordaire, F.-R. Lamennais, Ch. de Montalembert, l'O. poté per un verso allargare gl'interessi d'ordine critico e storico e d'altra parte rinsaldare le sue tendenze apologetiche. Per queste ultime finalità l'O. fondò e organizzò nel 1833 la "Società di S. Vincenzo de' Paoli", che nel giro di pochi anni doveva sviluppare un'azione vastissima: concepita come opera di assistenza umana e di propaganda religiosa, mirava soprattutto, nel programma dell'O., a temprare i giovani che si aprivano alla vita, nel diretto contatto con la realtà più dura e con gli ambienti più sofferenti, quasi a commisurare la propria fede alle esigenze della vita pubblica; ci sono evidenti idealità di un cristianesimo sociale.
Da un primo viaggio in Italia (1833) elaborò la sua tesi di dottorato sulla filosofia della Divina Commedia; laureatosi anche in legge, assunse l'insegnamento di diritto commerciale a Lione. Nel 1840 passò come agrégé alla Sorbona, e l'anno seguente ottenne la cattedra di letterature straniere, succedendo nel 1845 al Fauriel. I suoi studî e i suoi corsi universitarî trassero alimento, oltre che dal suo fondamentale atteggiamento apologetico, dai continui viaggi all'estero: in Germania (1841), in Inghilterra (1850-51), in Spagna (cfr. il suo Pèlerinage au pays du Cid, 1854), ma soprattutto in Italia: vi ritornò nel 1841, e questa volta visitò tutta la Sicilia; nuovamente nel 1846-47, per esplorare le biblioteche e gli archivî, infine nel 1852-53, per rimettere la sua salute malferma; ma invano, che moriva a Marsiglia, durante il viaggio di ritorno.
L'ambizioso disegno della giovinezza, che gli era apparso come corollario della sua crisi, col volgere degli anni e col maturarsi della sua dottrina aveva acquistato limiti più precisi: provare, cioè, la ragionevo lezza della fede e l'esistenza di Dio con l'ausilio della storia; rintracciare attraverso il comparativismo delle credenze primitive le analogie con le verità della religione cattolica. Peraltro l'O. si contentò di compiti più modesti, ma più storici e più fecondi di risultati come appunto lo studio del Medioevo latino e germanico, considerato nei suoi aspetti più tipicamente spirituali e seguito in quell'evoluzione intellettuale da cui erano uscite le nazionalità e le coscienze moderne; ideale schiettamente romantico, che in lui fondeva gl'interessi eruditi con la passione apologetica. Gl'inizî e le conclusioni di questa vasta prospettiva storica sono investiti in due opere, La civilisation au Ve siècle (pubblicata postuma nel 1856) e Dante et la philosophie catholique au XIIIe siècle (1839; 2ª ed., 1845): la prima aveva valore introduttivo e intendeva risalire al periodo genetico della nuova età, l'altra ricostruiva i presupposti ideologici di un'opera che l'O. riteneva a buon diritto l'espressione più alta e conclusiva del pensiero medievale; fra l'una e l'altra si collocano, almeno idealmente, gli altri lavori: i Documents inédits pour servir à l'histoire ae l'Italie depuis le VIIIe siècle jusqu'au XIIIe (1850) discutono, esplorano e portano luce sulle condizioni intellettuali di un'età che appariva sempre più ricca e di valore formativo per il nostro passato (notevole il capitolo sulle scuole e l'istruzione pubblica in Italia; interessanti fra le opere inedite, oltre al materiale latino, la produzione volgare di Bonvesin da Riva, Bonagiunta da Lucca, l'Intelligenza, ecc.), mentre gli studî sul Medioevo germanico (Études germaniques, 1847-1849, voll. 2), assieme alla tesi della civiltà che si sviluppa soltanto a contatto dell'anima cristiana, offrono anch'essi copia di notizie e di testi. Ma in questo campo l'opera più personale dell'O. rimane quella su Les poëtes franciscains en Italie au treizième siècle (1852), che diede la prima interpretazione del mondo mistico-religioso dell'Italia predantesca, da S. Francesco a Iacopone da Todi.
Ediz. e trad.: Øuvres complètes, con prefazione di Ampère, Parigi 1862-1865, voll. 11; 1873, voll. 11. In italiano sono stati tradotti: La filosofia di Dante, trad. I. Coccia, Città di Castello 1923; I poeti francescani in Italia, trad. P. Fanfani, Prato 1854; Le scuole e l'istruzione in Italia nel Medioevo, Firenze 1895; La civiltà cristiana nel suo primo formarsi (sec. V), trad. e introd. di A. Cojazzi, Torino 1933; Lettere scelte, a cura di G. B. Penco, Brescia 1933.
Bibl.: A. Ozanam (fratello di A.-F. O.), F. O., Parigi 1879; 2ª ed., 1882 (biografia particolareggiata); Ch. Huit, La vie et les oeuvres de F. O., ivi 1888; Le Centenaire de F. O. (1813-1913), ivi 1913 (a cura di varî studiosi: R. Doumic, G. Goyau, R. Jordan, H. Cochin, con una bibliografia a cura di A.-F. Corbière). Inoltre: G. Goyau, F. O., Parigi 1925, e poi 1931; H. Girard, Un catholique romantique, F. O., Parigi 1930.