MEILLET, Antoine
Linguista, nato a Moulins (Allier) l'ii novembre 1866. Allievo di F. de Saussure, insegnante all'Ècole des hautes études dal 1891, al Collège de France dal 1906, membro dell'Institut (Académie des inscriptions et belles-lettres) dal 1924.
Cardini della sua dottrina (quale risulta fra l'altro dalla raccolta dei suoi scritti Linguistique historique et linguistique générale (Parigi 1921; 2ª ed., 1927), sono il concetto del linguaggio come fatto sociale, il valore esclusivamente genealogico dato al concetto di parentela, il sentimento dell'unità linguistica preso come unico criterio valido a determinare l'unità linguistica d'una regione. Mente aperta a tutte le idee nuove, le ha padroneggiate più che assorbite, s'è imposto per la capacità piuttosto di coordinarne l'efficacia che di fonderle o respingerle in una costruzione personale di combattimento. Netto è nell'opposizione alla grammatica logicizzante, precursore nell'avere intravisto la realtà di un sostrato lessicale mediterraneo. Tutto il campo delle lingue indoeuropee padroneggia con competenza ed equilibrio e specialmente l'armeno (Esquisse d'une grammaire comparée de l'arménien classique, Lipsia 1903), l'iranico (Grammaire du vieux perse, 2ª ed., 1932), lo slavo (Études sur l'étymoloçie et le vocabulaire du vieux slave, Parigi 1902-05, voll. 2; Le slave commun, Parigi 1924), il greco (Aperçu d'une histoire de la langue grecque, 3ª ed., Parigi 1930, il suo capolavoro). Meno felice la sua Esquisse d'une histoire de la langue latine (2ª ed., Parigi 1932). Fondamentale è la sua Introduction à l'étude comparative des langues indoeuropéennes (1ª ed., Parigi 1903; più volte ristampata) per l'armonica, ordinata, personale rappresentazione di tutti i problemi fondamentali. Di grande attualità Les langues dans l'Europe nouvelle (2ª ed., Parigi 1928), illustrazione lucida dei problemi linguistici contemporanei, monito contro il moltiplicarsi delle lingue letterarie, nonostante la fondamentale unità della cultura europea. Organizzatore di opere di vasta mole come Les langues du monde (Parigi 1924) e d'istituti scientifici, animatore e conoscitore di giovani studiosi, da lui indirizzati in gran numero agli studî linguistici, egli riassume in sé la fase di transizione fra l'era neogrammatica e l'attuale.