PINAY, Antoine
Uomo politico francese, nato a Saint-Symphorien-sur-Coise (Rodano) il 30 dicembre 1891. Senatore radicale nel 1938, membro della seconda Assemblea costituente, poi deputato indipendente repubblicano all'Assemblea nazionale, e capo del raggruppamento degli indipendenti. È stato ministro delle Finanze nel gabinetto Queuille (1948-1949), poi dei Lavori Pubblici, Trasporti e Turismo nei gabinetti Queuille, Pleven, Faure (1950-1952). Caduto il gabinetto Faure, nel marzo 1952 formò un governo di coalizione, ed ottenne l'investitura dell'Assemblea con un programma centrato sul tentativo di superare la crisi economica: contenere le spese, ribassare i prezzi, migliorare la bilancia dei pagamenti, lanciare un prestito nazionale, alleviare la pressione fiscale (amnistia agli evasori, con promessa di più rigoroso controllo pel futuro). In sostanza, il governo P. rappresentava un notevole spostamento a destra della politica francese: si reggeva infatti, oltre che su una astensione di attesa dei socialisti, sull'appoggio di parte dei deputati gollisti (questo ministero vide la crisi del movimento gollista, le cui tendenze conservatrici si orientavano su P., presentatosi come paladino della borghesia e della libera iniziativa). Un'ulteriore accentuazione della tendenza di destra si ebbe con la prova di forza contro il PCF, in occasione delle violente manifestazioni organizzate da questo contro la visita del generale Ridgway, nuovo comandante della NATO. Inizialmente, anche pel favore della congiuntura, la politica economica del governo P. sembrò ottenere dei successi (contenimento dei prezzi), ma presto l'aggravarsi dello squilibrio della bilancia commerciale, l'aumento della circolazione, lo scarso successo del prestito, condussero alla crisi, dovuta anche all'accentuata opposizione della SFIO e poi, in sede di discussione della legge fiscale, all'attacco del MPR (rappresentato nel governo). Le dimissioni si ebbero nel corso di questa discussione (dicembre 1952). Alla caduta del governo Bourgès-Maunoury (settembre 1957), P. formò un governo, che non ottenne però l'investitura dell'Assemblea. Durante la crisi del maggio 1958, il distacco suo e dei suoi indipendenti dal governo Pflimlin che tentava di resistere ne affrettò la fine. Favorevole alla soluzione de Gaulle, P. entrò nel governo da questo costituito, e poi, eletto all'Assemblea nel novembre 1958, nel gabinetto Debré, con un programma di risanamento economico: difesa del franco, lotta contro l'inflazione, difesa dell'iniziativa privata. Venne però dimesso nel gennaio 1960, a causa di dissensi sulla politica economica, non volendo egli condividere il tendenziale dirigismo voluto dalla maggioranza del ministero (da lui denunziato come socialismo e addirittura "sovietizzazione" dell'economia francese) e sulla politica estera ed algerina, nonché per l'evidente difficoltà d'una sua collaborazione con de Gaulle, di fronte al quale teneva un atteggiamento d'indipendenza.