KOROŠEC, Anton
Ecclesiastico e uomo politico sloveno, nato il 12 maggio 1872 a Sv. Jurij sulla Ščavnica (Stiria). Addottoratosi in teologia a Graz, entrò presto nell'arringo politico; eletto alla dieta provinciale come rappresentante del partito del popolo sloveno, entrò nel 1906 nel parlamento austriaco, dove sedette sino alla caduta della monarchia. Il 30 maggio 1917 redigeva la cosiddetta dichiarazione di maggio, in cui i deputati sloveni e croati esponevano il loro programma, basato sull'unione degli Sloveni, Croati e Serbi della Monarchia in un'unità statale libera, su basi democratiche, con la sola accettazione della sovranità personale della dinastia asburgica. Presidente del Consiglio nazionale di Lubiana e Zagabria, dopo il crollo della monarchia, strinse con Pašić il cosiddetto "patto di Ginevra", che conduceva all'unione dei Croati-Sloveni con la Serbia e all'edificazione del nuovo stato serbo-croato-sloveno (SHS). Fece parte del ministero Pašić, poi di quello Protiće di varî altri; nel luglio 1928 formò un proprio gabinetto, con l'intento di attenuare la crisi, provocata dai contrasti sempre crescenti fra Serbi da una parte e Croati e Sloveni dall'altra; ma, non essendo riuscito, alla fine dell'anno dovette rassegnare le dimissioni. K. accettò tuttavia il portafoglio delle Comunicazioni nel ministero Živković, che gli successe e che rappresentava l'instaurazione del regime dittatoriale nel regno e un inasprimento del contrasto serbo-croato; e rimase al suo posto anche quando il suo partito, il partito sloveno del popolo, fu sciolto (gennaio 1929). Ma nel settembre 1930 diede le dimissioni, e da allora si è accentuato il suo atteggiamento di opposizione al governo, tanto che nel maggio 1932 il bano di Slovenia proibì le manifestazioni stabilite per il 60° genetliaco di K., temendo ch'esse divenissero manifestazioni antiserbe. Alcuni mesi più tardi fu condannato al confino.