AMADI, Anton Maria (Antonmaria)
Nativo di Padova, visse intorno alla metà del sec. XVI. Fu letterato, filosofo e giureconsulto. Da alcune lettere, scritte all'A. da A. Bonaguidi, si può dedurre che egli visse al servizio di qualche signore; da una lettera "dedicatoria" dello stesso A. a Emilia da Spilimbergo, sorella della famosa Irene, si arguisce che in quell'anno (1563) egli si trovava a Venezia.
L'A. ha composto un Ragionamento intorno al sonetto del Petrarca che incomincia: Quel che infinita Providentia et arte,Padova 1563.
L'A. afferma che il Ragionamento è stato tratto da un Convivio sul Canzoniere del Petrarca, opera di più ampia mole precedentemente scritta; ma di questo Convivio,che esisteva manoscritto presso i suoi eredi fino alla metà del sec. XVII, non si è più avuta traccia. Nell'opera è evidente l'ammirazione per il Petrarca e l'ossequio all'alta autorità del Bembo: atteggiamento comune a molti umanisti e letterati del Cinquecento. Caratteristiche del tempo sono le dissertazioni religiose, filosofiche e pseudo-linguistiche, contenute nell'opera, come pure una digressione storico-leggendaria su Romolo ed Enea.
Il titolo dell'altra sua opera a noi pervenuta è: Annotazioni sopra una Canzone morale, in che alcuni utili Discorsi si contengono, e molti errori si scoprono de' moderni intorno alla lingua toscana, e al Boccaccio,Padova 1565. Le annotazioni vertono sulla canzone dantesca Amor da che convien,del gruppo delle rime petrose. L'A. identifica arbitrariamente la donna-pietra con una Pietra della padovana famiglia degli Scrovegni; ma tale identificazione, come rileva anche lo Zingarelli, è senza alcun fondamento: l'A. mostra di non conoscere neppure le altre rime petrose. Dall'opera traspare comunque una profonda conoscenza del Boccaccio e una grande ammirazione per il Bembo. Per i suoi scritti l'A. può esser collocato fra i panegiristi della lingua italiana, che auspicavano il ritorno all'antica purezza trecentesca.
Fonti e Bibl.: F. Turchi, Delle lettere facete et piacevoli di diversi grandi huomini et chiari ingegni,Venezia 1561, libro 2º, pp. 310 ss.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, p. 562;G.Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1823, p. 50; N. Zingarelli, La vita, i tempi e le opere di Dante,I, Milano 1931, p.352; D. Mattalia, La critica dantesca,Firenze 1950, p. 142.