RAGONA, Anton Maria
RAGONA, Anton Maria. – Nacque a Vicenza, dove la famiglia risiedeva nel prestigioso quartiere di S. Stefano, da Giovanni Paolo di Lodovico e da Trissina di Bartolomeo Trissino, intorno al 1547. Ebbe un fratello, Lodovico, e una sorella, Cecilia.
Fu cugino e collaboratore di Vincenzo Scroffa, un nobile vicentino che nel 1570 sposò la figlia e unica erede di un ricchissimo mercante portoghese, Gaspare Ribeira. Grazie allo Scroffa si trovò presto introdotto nel mondo mercantile in un momento in cui la città conosceva una congiuntura favorevole, nel pieno di una vivace vita mercantile che si protrasse fin verso la fine del secolo. Per i contatti che, tramite il cugino, ebbe con Ribeira nel corso degli anni Settanta, Ragona entrò nel processo dinanzi al S. Uffizio di Venezia che ebbe inizio nel novembre del 1579 contro l’anziano mercante sospettato di giudaismo. In data 28 febbraio 1581 Anton Maria risultava «etatis annorum 33 in 34 in circa» (Processi del S. Uffizio di Venezia…, 1987, p. 353).
Per l’esperienza maturata fin dagli anni giovanili al servizio di Scroffa, questi il 3 marzo 1582 a nome della moglie Violante gli conferì la procura per recuperare «quaslibet summas et quantitates denariorum, rerum, mercium et bonorum cuiusvis generis a quibuscumque personis [...] extra [...] civitatem Venetiarum tam in partibus Galie et Hyspaniarum ac Regni Portusgalli quam alibi» (Archivio di Stato di Venezia, Notarile, Atti, reg. 6527, cc. 72v-73v), e in particolare per ottenere il pagamento dell’ingente debito accumulato da Francesco Giraldi, già ambasciatore a Londra del re del Portogallo.
Poco dopo partì da Vicenza in compagnia di Filippo Pigafetta e, passando da Milano e da Torino, andò in Francia attraverso il classico percorso del Moncenisio. Dopo la sosta di una settimana a Lione, dove giunse proprio in tempo di fiera e poté sbrigare gli affari che aveva per le mani, come si desume dal diario, successive tappe furono Orléans, Parigi, Rouen e infine Dieppe. Lì si imbarcò per l’Inghilterra e fece sosta a Londra, allora colpita dalla peste. Nella capitale inglese, come del resto nel corso di tutto il lungo viaggio, ebbe modo di incontrare molti italiani. A Londra conobbe sir Horatio Pallavicino, noto uomo d’affari genovese che era passato alla Riforma, e il fuoriuscito fiorentino Pietro Capponi. Il mercante vicentino Gaspare Gatti si mostrò ospite premurosissimo dei due concittadini. Ragona e Pigafetta fecero ritorno in Francia, a Calais, e passando attraverso Amiens, Parigi, Bordeaux e Bayonne giunsero in Spagna viaggiando fino a Burgos in compagnia di Francesco Gonzaga, il generale dei francescani conosciuto a Parigi. In seguito Pigafetta rientrò a Vicenza in compagnia dell’ambasciatore Matteo Zane, mentre Ragona si imbarcò a Cadice alla volta di Lisbona, dove giunse dopo cinque giorni di «felicissima navigatione» (Demo, 2012, p. 110 n. 12).
Ebbe parte nelle trattative che si protrassero per quattro anni, dal 1584 al 1588, e che si conclusero negativamente, fra Filippo II e Venezia per l’appalto generale del pepe e delle spezie offerto dal re di Spagna alla Repubblica. La possibilità di un accordo era vista con favore da Ragona che, in una scrittura inviata da Lisbona al Senato veneziano, senza data ma attribuibile alla fine del 1584 o all’inizio del 1585, parla di «una indissolubile amicitia di utile, di honore et di sicurezza» che si sarebbe venuta a stabilire fra la Spagna e Venezia (Archivio di Stato di Venezia, Archivio proprio Giacomo Contarini, reg. 9, c. 3r). L’ambasciatore Vincenzo Gradenigo, in una lettera dell’11 gennaio 1586 inviata da Madrid al doge Pasquale Cicogna, definiva Ragona «non meno intendente et versato in questa materia che diligente, et liale, come si conviene a buon servitore della Ser.tà V.» (Archivio di Stato di Venezia, Senato, Dispacci ambasciatori, Spagna, f. 18, n. 56). Aggiungeva che era tenuto in grande credito e reputazione nella capitale portoghese, dove fu senz’altro avvantaggiato dalla conoscenza della lingua per la lunga frequentazione avuta con Ribeira.
Una volta rientrato in Italia, fra il 1585 e il 1586, seguitò a occuparsi del «negocio de’ peveri» (Cervelli, 1966, p. 621). Rimase in contatto epistolare con padre Mariano Azzaro, un carmelitano scalzo di origine pugliese dalla vita avventurosa da lui conosciuto a Lisbona che, come bene introdotto alla corte spagnola, fu instancabile promotore di quelle trattative, e da parte sua il vicentino si premurò di seguire di persona la questione presso il governo veneziano. Azzaro gli scrisse da Madrid ancora alla fine di marzo del 1591.
Nel maggio del 1587 fu a Torino, fra i gentiluomini veneti che presenziarono alle feste per il battesimo del principe Filippo Emanuele (Il solenne battesimo…, 1588, p. 4). Non era nuovo a missioni di tal genere. Dieci anni prima, nel 1577, aveva fatto parte dell’ambasceria straordinaria inviata a Vienna dal governo di San Marco per congratularsi con Rodolfo II della sua elezione a imperatore (Il viaggio a Vienna di Leonardo Donà…, 2004, p. 49).
A Vicenza fu vicino a Giovan Battista Maganza, detto Magagnò, letterato e pittore partecipe dell’Accademia Olimpica, che ebbe legami di amicizia con personaggi importanti come Andrea Palladio, Francesco Pisani e Daniele Barbaro. L’artista lo menziona nelle sue Rime rustiche («canzonetta de Magagnò fatta in chà del S. Antonio Maria Ragona morevole», non prima del 1583, cfr. La quarta parte delle rime…, 1610, p. 34).
Morì nel 1591, molto probabilmente a Vicenza.
Fonti e Bibl.: Il manoscritto del Viaggio d’Italia in Francia, Inghilterra, Hispagna et Portogallo di A.M. R. è conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, ms. D 90 inf. Alcune parti di esso sono edite in G. da Schio, Viaggio in Inghilterra, Francia, Spagna di Anton-Maria Ragona nel MDLXXXII, Venezia 1836, p. 16; se ne trovano ampie citazioni in E. Demo, Mercanti di terraferma. Uomini, merci e capitali nell’Europa del Cinquecento, Milano 2012, pp. 107-110. Presso la Biblioteca Ambrosiana anche una lettera di padre Azzaro a R., 29 marzo 1591, ms. D 191 inf., cc. 168r-171v. Si veda inoltre: Archivio di Stato di Venezia, Archivio proprio Giacomo Contarini, reg. 9, cc. 2v-3v, 7r, 8r-10v, 16v-17v, 19r, 34v-35v, 37r-40r, 65r-69r; Dispacci degli ambasciatori al Senato, Spagna, f. 18, n. 56; Notarile. Atti, reg. 6523, cc. 167r, 194r; reg. 6524, cc. 302r, 341r; reg. 6527, cc. 72v-73v (per il cosiddetto affare Giraldi, cc. 113r-127r); Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 3396: G. da Schio, Persone memorabili in Vicenza, cc. 22r, 28r; ms. 3338: F. Tommasini, Storia delle famiglie nobili vicentine, c. 200r; Archivio di Stato di Vicenza, Notarile, b. 742, 7 novembre 1582.
Il solenne battesimo del serenissimo prencipe di Piemonte Filippo Emanuelle [...] celebrato in Turino l’anno MDLXXXVII, il xii di maggio, in Turino, appresso Gio. Battista Bevilacqua, 1588, p. 4; G.B. Maganza, La quarta parte delle rime alla rustica di Menon, Magagnò, e Begotto, Venezia 1610, p. 34; P. Revelli, Terre d’America e archivi d’Italia, Milano 1926, p. 74; I. Cervelli, Intorno alla decadenza di Venezia. Un episodio di storia economica, ovvero un affare mancato, in Nuova rivista storica, L (1966), pp. 596-642, passim; E. Franzina, Vicenza. Storia di una città, 1404-1866, Vicenza 1980, pp. 186-188, 469; M. Masoero, A.M. R., Ascanio Conti et le tableau de la France, in La découverte de la France au XVII siècle, Paris 1980, pp. 193-197; Processi del S. Uffizio di Venezia contro ebrei e giudaizzanti (1579-1586), V, a cura di P.C. Ioly Zorattini, Firenze 1987, pp. 67, 216 s., 350-353, 359, 418; Fontes documentais de Veneza referentes a Portugal, a cura di J. Teixeira Marques de Oliveira, Lisboa 1997, pp. 499, 692-696, 700-703, 715-717, 719-724, 744-748; Ead., Veneza e Portugal no século XVI: subsídios para a sua história, Lisboa 2000, pp. 313 s.; Il viaggio a Vienna di Leonardo Donà, ambasciatore della repubblica veneta, nell’anno 1577, diario introdotto, trascritto e annotato da U. Chiaromanni, Padova 2004, pp. 49, 122; M. Barausse, “Il qual circuito de case è posto in fra quatro strade in contrà de Santo Stefano”. Le proprietà edilizie dei Thiene attraverso i libri dell’estimo, in Palazzo Thiene a Vicenza, a cura di G. Beltramini - H. Burns - F. Rigon, Milano 2007, pp. 165, 167, 169; T.E. Cooper, Palladio e i suoi amici veneziani, in Palladio, 1508-2008. Il simposio del cinquecentenario… Padova, Vicenza, Verona e Venezia…, a cura di F. Barbieri et al., Venezia 2008, pp. 318 s.; E. Demo, Mercanti di terraferma, cit., pp. 106-110; N. Alessandrini, Giovanni Dall’Olmo, um veneziano em Lisboa: comércio e diplomacia (1541-1588), in AMMENTU. Bollettino storico, archivistico e consolare del Mediterraneo (ABSAC), 2013, pp. 168, 169, www.centrostudisea.it/ammentu/ (2 maggio 2016).