Marty, Anton
Filosofo (Schwyz, Svizzera, 1847- Praga 1914). Nel 1870 abbandonò la carriera ecclesiastica per dedicarsi all’insegnamento e fu dal 1880 prof. di filosofia nell’univ. di Praga. Influenzato da Brentano, di cui fu allievo e amico, e da Stumpf, si occupò dapprima di studi di logica e di psicologia, volgendosi poi alla filosofia del linguaggio. La sua teoria del significato o «semasiologia» riprende la psicologia descrittiva di Brentano e la sua classificazione dei fenomeni psichici. Su questa base, e sulla riformulazione di alcune tesi ontologiche di Brentano, si fonda il tentativo di M. di elaborare i criteri distintivi degli usi categorematici e sincategorematici del linguaggio, e di sviluppare, inoltre, un’analisi articolata delle espressioni emotive (comandi, interrogazioni, ottativi, ecc.). Le sue opere principali sono: Über den Ursprung der Sprache (1875); Die Frage nach der geschichtlichen Entwicklung des Farbensinns (1879); Untersuchungen zur Grundlegung der allgemeinen Grammatik und Sprachphilosophie (2 voll., 1908-10; 2a ed., post., 1940); Zur Sprachphilosophie (1910); Raum und Zeit (post., 1916); Satz und Wort (post., 1925).