ANTONELLO da Trani
Nato a Trani da Giovanni in data imprecisabile, nel 1498 era a Napoli, al servizio degli Aragonesi, come "bombardiere", addetto alla fusione ed alla conservazione delle artiglierie di Castelnuovo: riceveva uno stipendio di otto ducati mensili. Passò poi al servizio degli Spagnoli e, probabilmente, lavorò insieme a Francesco di Giorgio Martini e ad Antonio Marchesi, che furono i primi, il 27 nov. 1495, ad impiegare mine ad esplosivo sotto la cittadella di Castelnuovo. Nel 1499 si trovava con Pietro Navarro all'assedio di Cefalonia e poi nel 1503 partecipava contro i Francesi alla conquista a Napoli di Castelnuovo e di Castel dell'Ovo e in seguito di Rocca Guglielmina. In tutte queste occasioni A. sperimentò le mine a cunicoli stretti e a scoppio di polveri, introdotte dal Martini: il clamoroso successo di esse fu poi tradizionalmente attribuito al Navarro, ma è indubbio che esse furono opera di Antonello. Per questa sua preziosa attività di artificiere, Consalvo di Cordova gli concesse, alla fine della campagna "per la ricuperazione del regno di Napoli", un assegno di 150 ducati annui sugli introiti della dogana di Napoli e poi (18 nov. 1503), una terra a Napoli per edificare una casa.
Nel 1509 A. fu inviato in Puglia a riordinare le difese della regione, specialmente in Terra d'Otranto, ed in compenso il viceré Raimondo di Cardona, con un diploma del 12 luglio 1510, gli concesse vari immobili a Trani tra quelli confiscati ai partigiani di Venezia. A. prese parte col grado di capitano di artiglieria alle guerre della Lega santa (1510-12) e della Lega imperiale-pontificia (1513-15). Nel 1514, essendo stato aggregato alla città di Barletta il borgo di San Giacomo, A. fornì i disegni per l'allargamento della cinta muraria. Nel 1515 gli fu concesso un ulteriore assegno annuo di 50 ducati sulla dogana di Napoli. Nel 1516 diresse i lavori di rafforzamento della fortezza di Capua e, l'anno successivo, partecipò, per incarico di Raimondo di Cardona, alla conquista del castello di Sora: fu questo l'ultimo fatto d'arme al quale prese parte. Nel gennaio del 1521 fu inviato a Molfetta da Fabrizio Pignatelli, priore dell'Ordine gerosolimitano, per costruirvi una fortezza. Nel 1522 prestava ancora servizio militare e si trovava a Gaeta.
Morì nel 1526 o nel 1527. Aveva sposato Francesca Pirri, da cui ebbe Gian Girolamo, che seguì la carriera paterna.
Fonti e Bibl.: M. Sanuto, Diarii, XIII, Venezia 1886, col. 177; XIV, ibid. 1886, col. 171; XXIX, ibid. 1890, col. 635; M. D'Ayala, Degl'ingegneri militari ital. dal sec. XIII al XVIII, in Arch. stor. ital., s. 3, IX, 2 (1869), p. 82; L. Volpicella, Le artiglierie di Castelnuovo nell'anno 1500, in Arch. stor. per le prov. napol., XXXV(1910), p. 347; G. Ceci, Un dimenticato ingegnere militare pugliese del sec. XVI, A. da Trani, in Japigia,I(1930), pp. 54-60; P. Pieri, Architettura militare di transizione e guerra di mine, in Nuova rivista storica, IX(1931), pp. 535 s.