ANTONIA da Firenze
Nacque a Firenze nel 1401 da onorata famiglia, di cui tuttavia si ignora il casato. Fu maritata molto giovane ed ebbe un figliolo; rimasta vedova dopo pochi anni, rifiutò di rimaritarsi e affidò il bambino alle cure dei nonni per farsi terziaria francescana nel monastero di S. Onofrio a Firenze, fondato da Angelina da Marsciano.
Si distinse ben presto per le sue virtù e per le sue qualità singolari: cosicché nel 1430 Angelina da Marsciano, divenuta ministra generale, affidò ad A. l'incarico di dirigere il monastero di S. Anna a Foligno.
La sua fama intanto si diffondeva largamente per tutta l'Italia: nel 1433 i maggiorenti e il clero della città dell'Aquila inviarono a Foligno un'autorevole delegazione con l'incarico di condurla nella città ad organizzare e dirigere il monastero di S. Elisabetta nella contrada di S. Silvestro, fondato di recente dalle terziarie francescane. A. accettò l'invito e passò all'Aquila con alcune compagne: per ben 14 anni governò saggiamente la nuova comunità, che si accrebbe per numero e prestigio.
Ma alla sua austera spiritualità non bastava la regola del Terzo Ordine: A. sentiva l'esigenza di entrare nella congregazione primaria delle clarisse. Confidò tale sua aspirazione al confratello Giovanni da Capestrano, che in quei tempi predicava in Abruzzo; ebbe da lui approvazione e sostegno. Mediante la sua intercessione e col consenso del vescovo, vennero iniziate trattative per l'acquisto del monastero della Eucarestia, occupato da una comunità di suore domenicane, ormai in esaurimento: lo strumento di cessione fu rogato il 2 giugno del 1447. Il 6 giugno un breve dei pontefice Nicolò V metteva il monastero dell'Eucarestia sotto la giurisdizione dei frati minori; il 16 luglio A. e tredici compagne facevano la nuova professione di obbedienza, povertà e castità per la rigida regola di s. Chiara nelle mani di Giovanni da Capestrano. Il nuovo convento, che prese il nome di S. Chiara dell'Eucarestia, venne poi comunemente chiamato il "convento di s. Chiara povera". A. fu nominata badessa della nuova comunità, che ebbe rapido sviluppo: ben presto si fecero clarisse molte nobili giovani delle più brillanti famiglie abruzzesi.
Gli ultimi anni di A. furono molto tribolati: angustiata per la sorte del figlio in contrasto con i nonni per ragioni patrimoniali, afflitta da una lunga dolorosa malattia, dovette anche affrontare conflitti gravi con i frati osservanti, i quali non prestavano volentieri assistenza alle comunità femminili. Superò con coraggio le non facili prove, confortata dalla protezione di Giovanni da Capestrano, il quale, anche di lontano, in Germania, non lesinava il suo appoggio alle comunità da lui fondate in Abruzzo. Egli inviò all'Aquila, per assistere le clarisse, fra' Luigi di Dacia e frate Arrigo d'Ungheria, che conoscevano la lingua italiana: questi esercitarono scrupolosamente il loro ministero e, per quanto morissero ambedue nel breve spazio di due anni, tuttavia con il loro esempio riuscirono a persuadere i frati osservanti a riprendere la direzione delle clarisse.
A. morì l'ultimo di febbraio o il 1º marzo dell'anno 1472.
Il suo corpo, sepolto dapprima in un cimitero all'aperto e poi nel monastero di S. Chiara dell'Eucarestia all'Aquila, fu trovato intatto in occasione di diverse e successive ricognizioni effettuate dalle suore stesse, le quali tributarono ad A. un ininterrotto e fervido culto. Una ricognizione ufficiale del corpo di A. fu però compiuta soltanto il 10 dic. 1847, in occasione del processo di beatificazione promosso da Pio IX, ed il medico Angeli Altobelli rilasciò una dettagliata descrizione della sacra reliquia (Faraglia, Il monastero, pp. 73-76). La festa della beata A. è celebrata nel calendario francescano al 7 di aprile.
Fonti e Bibl.: A. Du Monstier (Arturus a Monasterio), Martyrologium Franciscanum,Paris 1653, pp. 90 s.; B. Mazzara, Leggendario Francescano, II, Venezia 1721, pp. 442-44; L. Wadding, Annales Minorum,XI,ad Claras Aquas 1932, pp. 37 s., 370 s.; XIV, ibid. 1933, pp. 37-39; Archivum Francisc. Hist.,IV(1911), pp. 184 s.; A. Chiappini, De vita et scriptis F. Alexandri de Riciis, ibid.,XXI (1928), pp. 296-98, 570 s.; N. F. Faraglia, Il monastero di S. Chiara dell'Eucaristia in Aquila detto della beata Antonia di Firenze,in Bollett. d. soc. di storia patria A. L. Antinori negli Abruzzi,XXI (1909), pp. 57-76; J. Hofer, Giovanni da Capestrano, L'Aquila 1955, pp. 293, 703; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,III, coll. 846 s.