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ANTONINIANO

di Angelo Segrè - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANTONINIANO

Angelo Segrè

. Nel 215 Caracalla introdusse nella circolazione romana un nominale d'argento che da lui si chiamò antoninianus, caratterizzato dalla corona radiata nei pezzi recanti l'effigie dell'imperatore, e dal diadema a mezza luna, per quelli coniati con l'immagine dell'imperatrice. Questi pezzi, di un peso variabile fra i gr. 5,3 e i gr. 3,5, non hanno contrassegni del valore sino all'età di Aureliano, sotto il quale recano la sigla XXI nei paesi latini e K A in quelli greci, per indicare il loro valore di 20 assi (κ′ ἀσσάρια) conformemente all'uso ormai diffuso nelle provincie di contromarcare i pezzi di rame col loro valore in assi.

Il Hultsch (Metrologie, 2ª ed., p. 322, n. 3) trova modo di ragguagliare l'assegno tribunizio di 100 aurei, 1000 argentei aureliani e 10.000 aerei philippei, ai 25.000 sesterzî (Vita Probi, 4) che rappresentavano ordinariamente detto assegno, ponendo gli aerei philippei uguali ai sesterzî e gli argentei aureliani a 20 assi. Tale ragguaglio è valido solo dall'età di Caracalla sino a quella di Aureliano.

L'antoniniano e il denario nella prima metà del sec. III circolavano insieme, e probabilmente alla pari, tanto che gli scrittori di questo periodo si servivano ancora delle vecchie denominazioni e tutt'al più menzionavano gli argentei antoniniani e philippei solo per specificare che si trattava della valuta nuova e non della vecchia. L'antoniniano di Caracalla, equivalente a 20 assi, con un peso di gr. 5 circa nei primi anni della sua emissione, doveva corrispondere almeno nominalmente a 1/20 di aureo e quindi a 1/1000 di libbra d'oro perché l'aureo pesava allora 1/50 di libbra. Il peso dell antoniniano nel sec. III va continuamente diminuendo e passa da gr. 5 circa sotto Caracalla a gr. 3,5 circa sotto Gallieno; il suo titolo nella prima metà del sec. III oscilla fra l'80% e il 30% d'argento, con una media vicina al 50%. Nella seconda metà del sec. III l'antoniniano, divenuto una moneta di scarsissimo valore intrinseco, ha quotazioni in oro sempre più basse (v. argenteus).

Bibl.: Mommsen, Röm. Münzwesen, Lipsia 1863, p. 783 segg.; Kubitschek, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 2568 segg.; Segrè, Metrologia e circolazione monetaria, Bologna 1928, pp. 367-374, 435, 537.

Vedi anche
moneta Dall’originario significato di dischetto di metallo coniato per le necessità degli scambi, avente lega, titolo, peso e valore stabiliti, per estensione tutto ciò che, nei vari periodi e paesi, funge da intermediario degli scambi e da comune misura dei valori. Antropologia Lo studio antropologico della ... argenteo Denaro d’argento che ebbe prevalenza tra le monete argentee nell’età imperiale romana. Dal 15 a.C. la coniazione fu riservata all’imperatore. La proporzione dell’argento nella lega andò sempre diminuendo da Nerone in poi, fino a ridursi nel 3° sec. a una parvenza superficiale e perfino a un semplice ... sesterzio Antica moneta romana, di argento durante la Repubblica, poi di ottone, quando divenne l’unità monetaria (il cosiddetto grande bronzo). Nel 3° sec. il s. scomparve dalla circolazione; con sestertium (omettendo mille) si indicò la somma di 1000 s., e con gli avverbi moltiplicativi (omettendo centena milia) ... Tripolitania Regione della Libia settentrionale (350.000 km2 ca.), costituita da territori a differente altitudine: la Gefara o pianura costiera, il Gebel o montagna, la Ghibla o regione meridionale. La pianura, che si affaccia sulla costa mediterranea, si eleva progressivamente fino a 300 m s.l.m.; numerose sono ...
Tag
  • CARACALLA
  • AURELIANO
  • GALLIENO
  • SESTERZÎ
  • HULTSCH
Vocabolario
antoniniano
antoniniano agg. e s. m. [dal lat. Antoninianus]. – 1. agg. Degli imperatori Antonini, in partic. di Caracalla in quanto si chiamò M. Aurelio Antonino: costituzione a., l’editto di Caracalla, col quale (212 d. C.) veniva estesa la cittadinanza...
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