SAVARESE, Antonino
(Nino). – Nacque a Castrogiovanni (poi Enna dal 1927) l’11 settembre 1882, da Antonino, ricco commerciante napoletano, e da Teresa Paladino, siciliana.
Trascorse l’infanzia tra Enna e il podere di San Benedetto; frequentò le scuole elementari e medie nella città natale e, terminate le medie, si iscrisse alla scuola inferiore agraria di Caltagirone, senza ottenere il diploma. Nel 1908 si trasferì a Palermo, dove il fratello era il direttore di una fabbrica; qui si iscrisse al liceo classico e si impiegò nella ditta del fratello. Nel 1909 scrisse il suo primo dramma teatrale, O massaru riccu. Insofferente alla vita palermitana, nello stesso 1909 si trasferì a Roma, dove si dedicò al suo primo libro, Le novelle dell’oro (Napoli 1913), in seguito ripudiato.
Le novelle erano state in gran parte anticipate in rivista: tra queste, La prima novena, pubblicata nell’Ora (8-9 luglio 1911), costituisce l’esordio narrativo di Savarese. Con Le novelle dell’oro Savarese affronta un genere (il racconto breve) e attraversa un tema (la sicilianità) che costituirono la cifra caratteristica della sua intera produzione.
A Roma lo scrittore entrò in contatto con la rivista Lirica, la frequentazione dell’ambiente legato alla quale, insieme con le suggestioni vociane, segnò la composizione di L’Altipiano (Roma 1915), prosa lirica recensita da Giovanni Boine, Antonio Baldini ed Emilio Cecchi (1915). In seguito si avvicinò alla Ronda, pubblicandovi nel 1919 alcuni testi che confluirono in Pensieri ed allegorie: 1915-1918 (Firenze 1920).
La scrittura di Savarese divenne in quel periodo più composta, orientandosi verso una riflessione morale e filosofica che assunse forma esplicita con Ploto, l’uomo sincero e altri racconti (Milano 1922), che, pur non riscuotendo il favore della critica, segnò tuttavia una svolta nella produzione dell’autore, poiché proprio con Ploto, sorta di romanzo ‘rondista’, egli inaugurò la stagione dei brevi contes philosophiques d’ambientazione siciliana.
A questa fase appartengono Ricordi di strada: novelle-dialoghi-caratteri (Foligno 1922), Gatterìa. Nuova stranissima storia di un principe gattesco (Aquino 1924) e Malagigi (Roma 1929). Si colloca a quest’altezza anche l’esordio teatrale presso il teatro degli Indipendenti di Roma, che nel 1926 propose la tragicommedia (di scarso successo) Il principe pauroso.
Parallelamente all’attività di narratore, Savarese si dedicò al giornalismo, privilegiando la promozione culturale della Sicilia (nel 1926 iniziò la collaborazione con La Fiera letteraria e il Giornale di Sicilia; nel 1928 con Nuova Antologia; nel 1931 con La Gazzetta del popolo). Nel dicembre del 1927, con Francesco Lanza e Telesio Interlandi, fondò il mensile Lunario siciliano, di ispirazione parzialmente ‘strapaesana’.
Nel 1931 uscì il reportage La Sicilia nei suoi aspetti poco noti od ignorati (Roma), dotato di un ricco repertorio fotografico. Nel dicembre dello stesso anno sposò a Enna la conterranea Maria Arcangela Savoca, di dieci anni più giovane e appartenente a una ricca famiglia borghese, da cui non ebbe figli. Gli anni Trenta e Quaranta furono ancora segnati da una produzione di forte componente regionalistica, attraverso la quale Savarese indagò il rapporto tra uomo, natura e storia.
Nacque così la raccolta La goccia sulla pietra. Pensieri e allegorie (Torino 1930), felicemente salutata dalla critica (Gargiulo, 1930; Ferrata, 1931) e candidata al premio Umberto Fracchia (assegnato poi a Bruno Barilli). Diversa accoglienza (De Robertis, 1931; Vittorini, 1931) fu invece riservata a Storia di un brigante (Milano 1931). Nel 1932 uscì Storie e fantasie (Milano), segnalato da Pirandello a Bontempelli come possibile candidato per il premio Viareggio; nel 1933 fu pubblicata la raccolta Operette (Roma), cui seguì Rossomanno. Storia di una terra (Milano 1934), primo volume di un’ideale trilogia di romanzi storici sulla Sicilia, che comprende I fatti di Petra. Storia di una città (Milano 1937: cui rese omaggio Leonardo Sciascia nella prefazione a Le parrocchie di Regalpetra, Roma-Bari 1967, pp. 3-6) e Il Capo popolo. Storia di uomini e folle (Milano 1940).
Il saggio Sul romanzo italiano. Noterelle (Palermo-Milano 1938) – che raccoglie le riflessioni dello scrittore sul proprio lavoro di narratore – era stato preceduto dai Congedi (Roma 1937), sui quali si soffermò Gianfranco Contini (1938), riconoscendovi la «funzione lirica del moralismo» di Savarese. Nel 1939 apparve invece Nostra terra. Notizie intorno alle nuove bonifiche (Roma), raccolta di articoli sulla bonifica delle aree malariche realizzata dal regime. L’amore per l’Italia si manifestò, altresì, in Poesie religiose del popolo siciliano, scritto insieme alla moglie (Roma 1939) e Cose d’Italia: 1930-1932 (Firenze 1940).
Nel 1940 Savarese fu incaricato di ideare il soggetto e la sceneggiatura di un film sull’opera di frazionamento del latifondo che il regime aveva avviato in Sicilia nel 1939. Il testo e il soggetto furono tuttavia respinti con motivazioni non precisate, ma con ogni probabilità dovute alla mancata adesione dello scrittore ai miti propagandistici. L’episodio non dovette provocare fratture con il governo se, nel 1941, Savarese divenne il redattore del trimestrale Lunario del contadino siciliano, edito dall’Ente di colonizzazione del latifondo siciliano e destinato a valorizzare la cultura contadina in relazione al frazionamento. Con Ricerca di un’ombra (Firenze 1942) Savarese raccolse «quanto di meglio mi offriva il mio lavoro di questi ultimi anni» (aggiungendo tuttavia alcuni inediti). Nel luglio del 1943 lo scrittore assistette allo sbarco alleato in Sicilia e al bombardamento di Enna, avvenimenti che descrisse in Cronachetta siciliana dell’estate 1943.
Si tratta del testamento spirituale di Savarese che, rientrato a Roma nel novembre del 1944 e consegnate le bozze all’editore, morì l’8 gennaio 1945.
Pochi giorni prima aveva inviato alla Nuova Antologia alcuni versi, pubblicati postumi (1945, n. 433, pp. 123-128) con il titolo Ultime pagine. L’incisione sulla lapide, per desiderio della moglie, fu dettata dall’amico Antonio Baldini. Savarese lasciò i propri averi in beneficienza e le proprie carte alla Biblioteca comunale di Enna. La moglie si ritirò poi per qualche tempo presso il Convento di San Marco. Nel 1961 fu istituito il premio letterario Nino Savarese, che giunse nel 1995 alla XX edizione.
Opere. Nel 1958 Enrico Falqui pubblicò a Milano Novelle d’ogni sorta, rispettando lo schema di un libro già predisposto dall’autore; seguirono, sempre per cura di Falqui, La semina nella bufera (Milano 1960), La goccia sulla pietra e altre operette (Milano 1961; poi, con introduzione di C. Bonarrigo, Enna 1995) e Favole drammatiche (Caltanissetta-Roma 1962), che riunisce drammi inediti composti tra il 1922 e il 1944 (il titolo fu scelto da Falqui). Tra le opere o le edizioni non rammmentate nel testo: Le Novelle dell’oro, Napoli 1913 (poi Enna 1992); L’Altipiano. Pagine, Roma 1915 (poi Milano 1949); Pensieri ed allegorie (1915-1918), Firenze 1920; Ploto, l’uomo sincero, Milano 1922 (poi Enna 1988, 1992, 2009); Ricordi di strada: novelle, dialoghi, caratteri, Foligno 1922; Gatterìa. Nuova stranissima storia di un principe gattesco, Roma 1924 (poi, con introduzione di E. Falqui, Palermo 1972 e Palermo 1989); Malagigi, Roma 1929 (poi Enna 1987 e 2009, con articoli giornalistici di A.M. De Francisco); La goccia sulla pietra. Pensieri e allegorie, Torino 1930 (poi Enna 1995); La Sicilia nei suoi aspetti poco noti od ignorati, Roma 1931 (poi in Delle cose di Sicilia. Testi inediti o rari, a cura di L. Sciascia, IV, Palermo 1986, pp. 256 s.); Storia di un brigante, Milano 1931 (poi Firenze 1985, introduzione di E. Lauretta); Storie e fantasie, Milano 1932 (poi Enna 1995, introduzione di C. Bonarrigo); Operette, Roma 1933, con un preambolo dell’autore; Rossomanno. Storia di una terra, Milano 1935 (poi Caltanissetta-Roma 1986); Singolari avventure. Ploto. Gatterìa. Malagigi, Lanciano 1936; Congedi, Roma 1937 (poi Milano 1990, prefazione di A. Scandurra); I fatti di Petra. Storia di una città, Milano 1937 (poi Milano 1966, presentazione di A. Frasson; Caltanissetta-Roma 1986; Palermo 2017, introduzione di S. Ferlita); Ricordo delle Tre Fontane e dell’Abbazia dei cistercensi della stretta osservanza trappisti…, Roma 1938; Sul romanzo italiano. Noterelle, Palermo-Milano 1938 (poi Enna 1995, introduzione di C. Bonarrigo); Poesie religiose del popolo siciliano, Roma 1939 (con M. Savarese Savoca); Il Capo popolo. Storia di uomini e folle, Milano 1940 (poi, a cura di S. Zappulla Muscarà, Catania 1975; Caltanissetta-Roma 1986); Cose d’Italia (1930-1932), Firenze 1940 (poi, a cura di S.S. Nigro e con una nota di E. Falqui, Palermo 1991); Ricerca di un’ombra, Firenze 1942; Cose d’Italia. Con l’aggiunta di alcune cose di Francia, Roma 1943; Cronachetta siciliana dell’estate 1943, Roma 1944 (poi Caltanissetta-Roma 1963; a cura di G. Bonaviri, Firenze 1984; con introduzione di C. Bonarrigo e una nota di M. Ganci, Siracusa 1989; a cura di M. Ganci, Acireale-Roma 2009, Brindisi 2016); Nuove favole drammatiche, a cura di P. Marletta, Catania 1976; Rossomanno. I fatti di Petra. Il Capo popolo, Caltanissetta-Roma 1986; Storie di provincia, introduzione di V. Consolo, Palermo 1988; Pensieri ed allegorie. Sul romanzo italiano (noterelle), con introduzione di C. Bonarrigo, Enna 1995; Uno scandalo in teatro. Le nozze di Lia. Due drammi inediti con lettere in appendice, introduzione di A. Sgroi, Caltanissetta 1999; Cronachetta siciliana dell’estate 1943. L’Altipiano. Operette, introduzione di A.M. De Francisco, Enna 2009.
Fonti e Bibl.: A. Baldini, L’Altipiano, in La Voce, 15 febbraio 1915, p. 331; G. Boine, L’Altipiano, in La Riviera ligure, XXI (1915), 40, p. 391-bis (poi in Id., Il Peccato. Plausi e botte. Altri scritti, a cura di D. Puccini, Milano 1983, pp. 177 s.); E. Cecchi, L’Altipiano di N. S., in La Tribuna, 25 febbraio 1915 (poi in Galleria, V (1955), 5-6, p. 229); A. Gargiulo, N. S., in L’Italia letteraria, II (1930), 39, pp. 1 s. (poi in Id., Letteratura italiana del Novecento, Firenze 1940, pp. 125-132); G. De Robertis, S. «Storia di un brigante», in Pegaso, III (1931), 5, p. 622 (poi in Id., Scrittori del Novecento, Firenze 1940, pp. 196-201); G. Ferrata, La goccia sulla pietra (pensieri e allegorie). Storia di un brigante (romanzo), in Solaria, VI (1931), 6, p. 72; E. Vittorini, Il S. ultimo, in L’Italia letteraria, III (1931), 27, p. 1; E. Falqui, S. e la storia, in Civiltà fascista, IV (1934), marzo (poi in Id., Ricerche di stile, Firenze 1939, pp. 118-126); Id., N. S. Operette, in Pan, II (1934), 7, p. 456; A. Gatto, Operette di N. S., in L’Ambrosiano, 14 agosto 1934; G. Natoli, Mitografia di S., in Circoli, V (1935), 4-5 (poi in Letteratura italiana [Marzorati], V, Milano 1982, pp. 4175-4179); G. Debenedetti, I «fatti» di S., in Meridiano di Roma, 14 marzo 1937, p. 5 (poi in Id., Saggi, a cura di A. Berardinelli, Milano 1999, pp. 540-549); G. De Robertis, I fatti di Petra, in Omnibus, 12 giugno 1937, p. 13 (poi in Id., Scrittori del Novecento, cit., pp. 201-204); G. Contini, Per un libro di N. S. (Congedi), in Letteratura, II (1938), 2, pp. 170 s.; Id., Ancora per S. (Cose d’Italia), ibid., V (1941), 2, pp. 142-144 (poi entrambi in Id., Esercizi di lettura…, Torino 1974, rispett. pp. 118-121 e 332-335); E. Falqui, N. S., in Id., Prosatori e narratori del Novecento italiano, Torino 1950, pp. 197-203; L. Sciascia, «L’occhio buono» di S., in La Gazzetta del Mezzogiorno, 7 luglio 1962; Borgese, Rosso di San Secondo, S., Atti dei convegni di studio, Catania-Ragusa-Caltanissetta… 1980-1982, a cura di P.M. Sipala, Roma 1983; Il «Lunario» ritrovato. L’avventura culturale di Francesco Lanza e N. S., presentazione di V. Consolo, Enna 1999; C. Bonarrigo, N. S. La figura e l’opera, I-II, Caltanissetta 2002; M. Sacco Messineo, L’aurea lontananza. Itinerari e forme del narrare in N. S., Palermo 2010.